Molte organizzazioni, federazioni, partiti o semplici comunità necessitano del networker che è colui che tesse la rete e la rende forte. Facilita e valorizza le diverse realtà associate non mettendo mai gli uni (i nodi della rete) contro l'altro (l'insieme). Il singolo contro la squadra.

La leadership

Leader si nasce e talvolta si diventa ma il networker è soprattutto un gregario che lavora per la “leadership diffusa” e non per oscurare le diversità omogeneizzandole. Basta navigare un attimo nei profili social dei diversi “networker” per vedere quanto i selfie prevalgono sulle foto di gruppo o viceversa e comprendere quanta strada c'è da fare o se siamo a buon punto.

Il tutto

Il tutto è più della somma delle parti.

In talune situazioni il networker verrà chiamato a rappresentare il tutto. Non deve dimenticare che l'identità del tutto non è l'identità della parte per cui non può parlare a nome del singolo ma della rete che rappresenta. Il networker non è un tuttologo e non può saper tutto (sa tutto chi non sa). Deve avere la capacità di educere – tirar fuori dalla rete i saperi per spenderli fuori rete.

Il microfono

Essere, pro tempore, il rappresentante del consorzio non obbliga a tenere a lungo il microfono in mano che è una tendenza leggermente più maschile che femminile. Ti obbliga invece a far girare il microfono con un'attenzione che qualcuno non s'impadronisca dello stesso. Solo colui che è in grado di generare “nuovo pensiero” avrebbe il diritto di mantenere oltretempo il microfono ma costui è sufficientemente intelligente da comprendere che nell'andar oltretempo apparirebbe come un mediocre.

L'elenco

Colui che si erige portavoce dovrebbe almeno avere una duplice capacità politica; da un lato narrare le “best practices” dei singoli attori e dall'altro prefigurare un obiettivo comune (che è il minimo comun denominatore). Il noiosissimo elenco che ci tocca subire ogni anno ad ogni bilancio consuntivo inizia ogni paragrafo con la parola “abbiamo” (abbiamo fatto questo..., abbiamo fatto quello). Più l'elenco è ridondante e più assente è il pensiero. Il networker deve invece tessere la rete passato/presente/futuro e concentrarsi sulla volontà dei fondatori (che spesso diventano affondatori) mettendo in rilievo l'operato di chi l'ha preceduto (e in subordine il suo operato).

Il previsionale

L'elaborazione del previsionale (cosa andiamo a fare assieme) è il processo e necessita di tutto il tempo necessario. C'è da temere il “non s'è mai fatto così” e le stanche liturgie iniziali prive di visioni e pensiero nuovo.

L'equilibrio

La società civile organizzata dovrebbe favorire almeno l'equilibrio di rappresentanza. Sia di genere che di generazione. Non è possibile trovare ancor oggi tavoli di soli maschi che pontificano o di sole donne che rivendicano. Oltre un equilibrio di genere è bene un equilibrio generazionale dove i giovani sono l'altra metà del tavolo. Se il networker già cerca di rispettare e/o far rispettare questo ha già fatto molta strada.

Il logo

La rete ha un suo logo e relativa logomania che risponde alla domanda: “Dove sono io?” L'iniziativa è più o meno valorizzata a seconda della grandezza del logo. Mentre alcuni si concentrano sul logo altri si concentrano sull'IBAN. Chi comanda è quest'ultimo.

Lo smartphone

Esistono software, programmi, chat che valorizzano il networking ma “in presenza” il networker deve avere la capacità di spegnere il cellulare e accendere il cervello parlando/ascoltando più persone. Cerca sempre di includere e mai di escludere. Il P2P (peer 2 peer) qui non esiste in quanto siamo nel multilateralismo e non diamo le spalle a nessuno.

L'agenda

Incasellare le nostre attività all'interno di un'agenda più ampia come il NGEU (Next Generation EU), l'agenda 2030 o, a seconda dell'attività, in agende di programmi o agenzie europee o delle Nazioni Unite ci aiuta ad “abitare la terra; non sentirsi soli al mondo; connettere il locale con il globale. Significa anche “innovare” perchè ogni territorio e realtà è intriso di sapere (saper essere e saper fare) e trovare qualche soldo in quanto “siamo in tema” e non fuori tema.

Il problem solver

Il networker gregario accompagna ai problemi soluzioni. Non ingolfa delle sue paure il leader dai piedi buoni ma “si fa carico”. Insomma, una vita da mediano, per dirla con Ligabue. Stare “lì, sempre lì, lì nel mezzo”.