Abbiamo chiacchierato con il team di Cell Online Art Project, un progetto che nasce come spazio digitale per artisti emergenti che non hanno ancora una galleria. All’interno della mission di Cell vi è anche una sezione curatoriale, Cellula, la dimensione fisica e un’attenzione e propensione alle residenze d’artista (soprattutto per il futuro). Dalla prima call under 35 sono stati selezionati gli artisti: Giulia Cacciuttolo, Noemi Mirata e Simone Monsi.

Cell Online Art Project nasce come spazio digitale per artisti emergenti che non hanno ancora una galleria. Ci spiegate la volontà di questa scelta?

La volontà di questa scelta è un work in progress dovuto alla necessità di instaurare dei legami generazionali, a maggior ragione in un momento così difficile di ridefinizione forzata dell’essere umano in questo mondo. In un Paese vecchio come l’Italia è doveroso fare largo ai giovani. Detto questo la giovinezza non è solo una questione anagrafica, almeno non dal punto di vista artistico. Abbiamo già collaborato con artisti con una carriera molto sostanziosa alle spalle come Francesco Lauretta e Sabine Delafon che hanno uno spirito giovane, nuovo e sanno mettersi in gioco.

Cellula è invece la sezione curatoriale di Cell, la dimensione fisica del progetto. Ci potete raccontare come è strutturata e come opera?

Sì, Cellula è la dimensione fisica del progetto ed ha la prerogativa di essere mutevole e ridefinibile. È uno spazio che rende a-dimensionale l’idea stessa di spazio proprio perché è progettata per innescare processi creativi che dal luogo fisico riconducano all’idea e non viceversa. Cellula pone giocosamente delle domande e raccoglie le risposte degli artisti che espongono al suo interno. Le prossime mostre di Cellula saranno di Giulia, Noemi e Simone, i tre artisti selezionati dalla prima call e verranno presentate dalla piattaforma di Cell. Agli albori del progetto abbiamo realizzato una mostra di Pasavento alias Francesco Lauretta che ha colto bene lo spirito del progetto e con il quale collaboreremo ancora.

Parte integrante della mission di Cellula è sicuramente la residenza d’artista. Ci raccontate meglio questo punto?

In questa particolare situazione di pandemia è davvero difficile programmare a breve termine incontri strutturati che siano scevri da ansia e incertezza. Quindi guardando ad un futuro un po’ più lontano, ci sono sicuramente le premesse per organizzare residenze in Puglia dove si trova la Cellula madre e per costruire tessuti connettivi con altre realtà locali. Per quest’anno, invece, è più probabile che si possano realizzare residenze da remoto passando attraverso entrambe le piattaforme, Cell e Cellula e che Cellula arrivi direttamente nelle case degli artisti in modo che possano creare in uno spazio nuovo ma senza doversi spostare.

Cosa pensate del sistema dell’arte attuale?

Tutti i sistemi cedono o crollano se non si adattano all’ambiente. Credere che possa accadere il contrario è parossistico, presuntuoso e alla lunga, come stiamo vedendo e vivendo, molto dannoso. L’arte è risorsa se si adatta all’ambiente non al sistema. È necessario mettersi in gioco su una scacchiera più giusta e ridimensionare l’impatto che tutti i sistemi, incluso quello dell’arte hanno sulla vita e sulla cultura, puntando ad un benessere comune più che ad un mercato globale.

Dalla vostra prima call riguardante gli artisti italiani under 35 sono stati selezionati: Giulia Cacciuttolo, Noemi Mirata e Simone Monsi, ci raccontate le loro pratiche?

Giulia, Noemi e Simone sono stati scelti perché il loro lavoro di giovani artisti dimostra una ricerca matura e sviluppi interessanti oltre ad avere un impatto visivo forte a prescindere dalle dimensioni. In tutti e tre i casi, infatti, attraverso la visione delle opere è immediato il concetto che gli artisti esprimono. Le tematiche indagate da Giulia, Noemi e Simone, seppur con stili e mezzi diversi sono cruciali per la contemporaneità umana. La memoria dei luoghi di Giulia, la natura primigenia in evoluzione di Noemi, il confine tra naturale e artificiale nel paesaggio che diviene oggetto e viceversa di Simone, sono voci da ascoltare, immagini da osservare e opere da possedere.

Cellula del futuro? Potete darci un piccolo spoiler dei vostri futuri progetti?

In programma a breve, come già detto ci sono le mostre dei tre artisti della call. Poi per i prossimi mesi transiteranno contenuti e personaggi trasversali all’arte legati dal filo conduttore che unisce anche il lavoro dei tre artisti presenti ora su Cell e cioè Habitat. In programma c’è anche la realizzazione ,partendo da punti di vista artistici, di una rubrica online su un argomento che unisce in modo tangenziale molti ambiti: il cibo-la cucina.

Dove poter seguire Cellula e i suoi movimenti?

Cellula e i suoi movimenti si potranno seguire dalla piattaforma di Cell.

Ultima domanda: visto il vostro essere ibrido tra digitale e spazio fisico, cosa pensate dell’avanzamento del web concernente l’esposizione e la diffusione artistica? Soprattutto a causa del dilagarsi della pandemia, i social in ambito culturale sono sembrati quasi una salvezza. Che ne pensate?

Il web è utile se attiva movimenti reali, anche piccoli ma reali. Il web può essere una premessa dimostrativa di qualcosa che verrà in un mondo tangibile dalla comunità umana, nel bene e nel male. Diverso è se la rete diventa una trappola, cioè essa stessa un mondo. Rispetto all’arte ma non solo, il jolly del web e del virtuale è quello di poter far apparire i fasti e la grandiosità con mezzi e costi relativamente contenuti e poco inquinanti e viceversa mostrare come anche con poco, con piccole cose reali e tangibili si possa fare arte e grande arte accessibile.

Il web se usato in modo consapevole può dare adito a riflessioni che ci ridimensionano nella realtà. I social sono un aiuto, in alcuni casi una salvezza se sono un mezzo per instaurare responsabilmente legami e dialoghi con altri esseri umani e altre specie in una modalità reale ma non se inducono al legame con essi stessi. Il rischio di essere abbagliati dagli schermi retroilluminati come se fossero aureole dei santi è sempre in agguato.