Il sogno è oltre la porta del Tempio, lì esiste la fonte più intima e profonda dell’amore.

Qualche settimana fa a San Vito Lo Capo, nella splendida cornice che circonda il Club El Bahira, insieme al mio amico Andrea Moroni che nella vita di tutti i giorni fa l’ingegnere ma preferisce scrivere canzoni che diventano poesie e definirsi “giovane cantautore” mentre io mi definisco apprendista stregone, abbiamo messo su lo spettacolo dell’Amore. Lui con le sue canzoni ed io con le mie estemporanee esternazioni impersonando così l’amore abbiamo provato a diffondere questa vibrazione a chi l’amore vuole percepire dentro di sé per manifestarlo fuori.

In un’altra occasione ho sostenuto che i monologhi che sovente facciamo con noi stessi bisogna aver il coraggio di trasformarli in “articoli” parlati che tutti possano leggere ed ascoltare perché è così che si diffonde l’amore. Parlandone agli altri ed elevando sempre più nell’uomo la vibrazione che tutto può, si eleva se stessi e si diventa amore. Le esternazioni sull’amore le abbiamo sempre delegate a poeti, cantanti, scrittori ma senza renderci conto che in ognuno di noi c’è quell’artista che attraverso la sua anima può diffondere la percezione che ha dell’amore e farne un capolavoro per sé e per gli altri. È semplice, basta solo volerlo.

Vi sembrerà strano ma in ognuno di noi esiste un cuore che parla, un’anima che profuma le parole. Esiste il cosiddetto “cervello cuore” sia dal punto di vista scientifico che da quello puramente emozionale. Lui parla e comunica con il “cervello testa”. Bisogna solo decidere di creare la coerenza cardiaca per dar vita al sogno che diventa realtà.

Le parole che pensiamo, se impariamo ad esternarle, le possiamo lanciare nello spazio infinito. Chi per noi incarna l’amore e vivifica l’amore può sentirle scendere come da una nuvola carica di una pioggia che non bagna perché ha dentro il sole che riscalda. Non bisogna aver paura di dire perché ogni parola sgorga dal cuore ed è un battito di cuore che diventa un battito di ali per accarezzare l’anima di chi è il destinatario di quell’amore parlato. In quel momento sarà come lanciare un incantesimo all’universo affinché questo compia il miracolo.

Dobbiamo solo lasciare che escano fuori le parole che magari non abbiamo mai detto. Non è giusto tenerle solo per noi. Il pensiero silenzioso se non si fa colore che si espande fuori di noi per diventare musica resta grigio. Non avrà la forza che generano l’espressività nel momento della sua vivificazione e dell’inflessione della voce. In questo nasce quell’appartenenza ai sentimenti che si propagano per far giungere il messaggio d’amore come fosse la freccia di cupido. Nasce l’appartenenza lontana dal possesso a chi questa forma di amore che trascende ci stimola ad esternare.

È quella la freccia che centra il bersaglio dell’amore perché Cupido è dentro di noi e si manifesta con le parole che come d’incanto diventano poesia. Sotto il cielo stellato chiunque può cantare l’inno all’amore e sotto lo stesso cielo qualcuno lo può sentire per entraci dentro, prendersi per mano e andare oltre le stelle e farle brillare ancor di più. Bisogna semplicemente connettersi.

È un po' come andare in “trance” direbbe la mia amica Paola Zocca che sostiene che quando io esterno al pubblico le mie emozioni lo faccio come se canalizzassi quel linguaggio che giunge da qualcuno che non è di questo mondo.

Oltre la volta celeste possiamo entrare in contatto con la parte più intima di noi che ci connette con quella Scintilla Divina che è in noi e che ci rende divini. Ci rende Amore. Paradossalmente, mentre pensiamo che il messaggio d’amore ci arrivi dall’alto, questo, invece, ci arriva da dentro di noi. È in quel momento in cui ci congiungiamo con la Scintilla Divina che di fatto è come entrare nel Tempio dell’amore. Se dentro di noi esiste la parte Divina che può tutto, se dentro di noi esiste quell’anima che diffonde l’amore, tutto questo è contenuto dentro il nostro corpo che possiamo chiamare Tempio. Basta chiudere gli occhi e lasciare che la mente si unisca con la nostra anima e dalla Scintilla Divina ricevere il messaggio da diffondere.

In quello che esterneremo ci potremmo riconoscere, ascoltarci e farci ascoltare perché in quel momento, senza rendercene conto, noi parleremo con noi stessi, con la persona che per noi rappresenta l’amore e parleremo con il Creatore di tutto ciò che è.

Siamo stati abituati a pensare alla canalizzazione conosciuta soprattutto nel suo temine inglese channelling come un percepire voci dall’aldilà, come se in quel momento noi comunicassimo proprio con una dimensione extra-terrena. In verità si può pure pensare di poter parlare con un altro mondo ma la verità vera è che noi, in quel momento, parlando con un altro mondo parliamo con la nostra profonda essenza. È la nostra coscienza che come una vocina fuori campo ci svela chi siamo noi, cosa e dove possiamo andare e fare. È quella “guida” che può indicarci la Via Imperiale sapendo inconsciamente dove questa si trova. Andare in trance, canalizzare, significa mettere in collegamento i segreti del nostro inconscio con il conscio che sovente si trova in disaccordo con il primo.

L’inconscio individuale che diventa inconscio collettivo per determinare uno stato di conoscenza vera, di profonda coscienza che darà vita, a sua volta, alla coscienza collettiva. È da quello che il nostro pensiero d’amore che sapremo esternare, che sapremo diffondere con la voce accompagnata dalle note dell’anima che parteciperemo alla creazione della coscienza collettiva che s’innalza di frequenza, va oltre il cielo stellato e diventa Amore anche per chi l’amore pensa di non conoscere ma che ha solo bisogno di essere illuminato.

Questo channelling lo possiamo fare tutti, facciamolo tutti e partecipiamo a dare al mondo umano la vibrazione sempre più alta dell’ottava nota dove il vero amore viene generato dentro di noi ed è il più elevato raggio di sole che illumina e crea la felicità. È così che renderemo felice il mondo perché così vivificheremo quel sogno che è oltre la porta del Tempio di chi incarna l’amore.