La contemplazione delle opere d’arte può rappresentare un’efficace terapia per chi soffre di disturbi come ansia, rabbia o stress. Già in passato gli studi di neuroscienza hanno dimostrato che durante l’osservazione dei capolavori d’arte si attiva l’area celebrale del piacere suscitando emozioni tali da alleviare i cosiddetti mali dell’anima.

Si tratta del potere terapeutico della Bellezza che, già nel ‘700, dai medici inglesi era considerata efficace nel contribuire a migliorare l’umore dei propri pazienti ai quali veniva consigliato, ad esempio, di raggiungere l’Italia e visitare i siti archeologici e le gallerie di dipinti. Contemplare La notte stellata di Van Gogh o la Primavera di Botticelli potrebbe sollecitare un cambiamento nel percorso dei neuroni e nella produzione di sostanze chimiche.

Nei primi anni del ‘900 il neurobiologo Semir Zeki, dell’University College di Londra, ha indagato sui meccanismi dell’esperienza estetica attraverso la risonanza magnetica funzionale (fonte: rivista Plos One) sul cervello di 21 persone intente a guardare un quadro ritenuto meraviglioso. Lo studioso aveva infatti notato una forte intensificazione dell’attività neurale registrata nella corteccia orbito-frontale mediale ovvero quella che elabora le emozioni. Ad attivarsi nell’osservatore dei dipinti era anche il nucleo caudato, un’area molto profonda che è messa in moto dall’amore romantico. Zeki ha pertanto dedotto una correlazione fra la bellezza dell’arte e quella della persona desiderata.

Gli studi sull’argomento sono molteplici, come quello norvegese (pubblicato dal Journal of Epidemiology and Community Health), in base al quale l’umore può essere migliorato visitando le mostre d’arte: per tre anni sono state prese in esame cinquantamila persone che hanno risposto a questionari sulle proprie attività creative e culturali e sul loro umore. I risultati hanno infine dimostrato che la contemplazione dell’arte può essere un valido strumento per combattere gli stati depressivi.

In Italia molto è stato fatto in tal senso, basti ricordare che alcuni anni fa l’arte è entrata nelle corsie dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano con il coinvolgimento di diversi artisti famosi che hanno dipinto gratuitamente stanze e spazi. Nelle Marche la Fondazione Ospedale Salesi onlus e l’Unità operativa di neuropsichiatria di Ancona hanno avviato progetti per ragazzi fra i 13 e i 18 anni affetti da problemi alimentari che, settimanalmente incontrano un’arte-terapeuta, una psicologa e una nutrizionista. È recente inoltre l’idea di un ambulatorio artistico che realizza pienamente i princìpi ispiratori dell'arte-terapia: si tratta della M.A.G. – Mood Art Gallery che utilizza i quadri come veri e propri rimedi terapeutici rivoluzionando il settore delle esposizioni artistiche e creando un ibrido tra galleria espositiva e studio di psicanalisi. Il progetto nasce da un’idea di Nazareno Bresciani in collaborazione con alcuni critici d'arte che ne hanno condiviso lo spirito. “Lavorando per anni a Milano in contesti particolarmente dinamici e trascorrendo anche dieci ore al giorno in ufficio e poi ancora altre due o tre ore imbottigliato nel traffico cittadino, stress ed esaurimento sono diventati inevitabili. Ho avvertito così la necessità di trovare degli strumenti che mi consentissero di gestire al meglio questo disagio, e ho deciso di seguire dei corsi di counseling – ha dichiarato Bresciani - Ho trovato poi una efficace sintesi tra le competenze da counselor e la mia passione per l’arte in occasione dell’isolamento obbligato nel quale mi sono ritrovato a causa dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Coronavirus. Dopo un colloquio necessario per inquadrare la personalità dell'interessato, proponiamo alcune opere d'arte da contemplare, una pratica con finalità curative che permette di rafforzare stati di debolezza quali stress, ansia o stanchezza mentale. Le opere possono essere acquistate oppure anche solo noleggiate per essere poi restituite una volta terminato il ciclo terapeutico”.

Gli esperti della Mood Art Gallery ricorrono dunque all’opera d'arte come fosse un vero e proprio farmaco prescrivendo talvolta un quadro del Rinascimento da osservare per venti minuti al giorno, talvolta un’opera impressionista per placare i disturbi d’ansia e quant’altro. Certamente effetti collaterali non ce ne sono.