Sono ormai tantissimi gli studi scientifici che dimostrano che molte tecniche di meditazione, di rilassamento, di riequilibrio energetico, di preghiera, intesa nelle varie forme religiose o come elemento spirituale che va oltre le religioni, hanno un impatto sull’ansia e sulla depressione e su molti altri disturbi che, partendo dal livello emozionale, si diffondono in ogni aspetto del nostro vivere e del nostro corpo.

Da quando siamo chiusi in casa, quanta ansia abbiamo accumulato e continuiamo ad accumulare? Ci chiediamo cosa ci aspetta dopo, anche perché di quel dopo non sappiamo nulla. L’ansia nasce proprio a causa di quelle cose che ancora devono accadere e di cui pensiamo di non avere il controllo.

Le preoccupazioni, e quindi le ansie ad esse collegate, sono tante. Da come ripartire a quando sarà veramente possibile riprendere la nostra vita in mano senza dover combattere contro il nemico invisibile che non è solo il Coronavirus, ma anche l’incertezza su cosa fare per andare oltre le macerie che questo momento storico ha prodotto.

Ma se sono tante le rovine e le macerie immediatamente percepite (problemi economici, sociali, ecc.), lo sono anche quelle che, già nel presente, rischiamo di cominciare a produrre dentro di noi, senza per questo percepirle immediatamente. Sono proprio quelle create dall’ansia e dallo squilibrio biochimico.

A partire dallo scompenso di quello che in medicina viene definito asse ipotalamo – ipofisi – surrene. La produzione degli ormoni dello stress inizia ad essere sbagliata con una presenza di cortisolo molto più alta della norma che, secondo gli ultimi studi di neuroscienza, provoca una infiammazione del cervello. L’effetto negativo di tutto questo causa una ulteriore disarmonia dell’ipotalamo. I fattori di rilascio ipotalamici prodotti in modo non equilibrato, per via di un circuito perverso che nasce dall’ansia, stimoleranno l’ipofisi in modo errato. Quest’ultima, obbedendo ai segnali che giungono dall’ipotalamo, produrrà in modo errato, sulla base di ciò che ha ricevuto, gli ormoni di competenza. Da qui, ulteriori scompensi, fino ad arrivare a quelli delle ghiandole surrenali o di altri distretti endocrini.

Diventa, in sostanza, il cane che si morde la coda.

Questa forma di ansia per il dopo e per l’adesso si sta cronicizzando. È, pertanto, necessario fare qualcosa per arrestarla. Le misure sanitarie adottate hanno limitato ogni attività e chi è già dentro un processo ansioso si ritrova ad amplificare questo processo anche solo attraverso un sentire in negativo anche ciò che potrebbe non essere del tutto negativo.

Dicevo prima che ormai tantissimi studi scientifici dimostrano l’efficacia sul nostro benessere psicofisico della spiritualità e delle tecniche di meditazione. Fra questi, ad esempio, quelli effettuati dalla Columbia University e pubblicati su Jama Psychiatry nel febbraio del 2014. Da essi, si evince che la spiritualità e la meditazione provocano una risposta di acquietamento di tutte quelle aree del cervello in cui l’elaborazione emozionale può causare uno scompenso ormonale. Avviene come uno switch. È come se si spegnesse quella parte di cervello emozionale che ci provoca sofferenza per attivare quell’esplosione di produzione biochimica di tutti gli ormoni dell’amore e della felicità. Interviene una produzione migliore di ossitocina, l’ormone che, se ci pensate, è quello che viene prodotto in gran quantità nel corso del travaglio per il parto e, successivamente, nella fase di allattamento. È quello della socialità, come viene descritto dagli studi di neuroscienza che si fanno sempre più interessanti negli ultimi anni nel trovare le correlazioni fra mente, corpo, e psiche, ovvero anima.

Questo stato ci consentirà di avere una maggiore fiducia in noi stessi e nella certezza che sapremo governare ciò che sta per arrivare. Ciò ci aiuterà a socializzare con gli altri senza la paura inconscia del contagio. Si attiverà, inoltre, anche la dopamina, quale neurotrasmettitore o messaggero chimico che, per un certo meccanismo cellulare, attiva anche la sensazione di piacere. Quel piacere che possiamo trarre anche da un momento di disagio che avremo avuto la capacità di trasformare in opportunità, per avere quella certezza interiore che, dopo tutti questi sacrifici, ci giungerà una ricompensa e non una ulteriore punizione. Come ulteriore soccorso, arriverà la serotonina, precursore della melatonina. Insieme mantengono l’equilibrio degli opposti, senza dimenticare che la serotonina è da sempre considerata l’ormone della felicità. È questa felicità che dobbiamo attivare dentro di noi e, al di là del proprio credo religioso, possiamo farlo attraverso la spiritualità, tramite la ricerca in noi della Scintilla Divina che può tutto.

Abbiamo bisogno di essere rassicurati e, per essere rassicurati, occorre avere “fede”. Fede in noi stessi con l’aiuto del Creatore di tutto ciò che È. Fede nella consapevolezza che le risposte sono già tutte dentro di noi e che, per trovarle, abbiamo bisogno di momenti di un silenzio speciale per iniziare a disconnetterci dal rumore delle cose che ci stanno accadendo per connetterci con l’Universo dentro di noi. È nella spiritualità che dobbiamo entrare attraverso la meditazione. Molti, in questo momento, potrebbero pensare che la meditazione sia qualcosa che provoca l’assenza di pensiero. Non è così perché, almeno per i comuni mortali come me, l’assenza di pensiero è qualcosa di veramente difficile da ottenere. È nel pensiero che solo dopo diventa non pensiero che, invece, dobbiamo entrare per creare un raccoglimento che, se volete, possiamo chiamare meditazione. È una meditazione che non impone l’assenza del pensiero, ma dentro cui il pensiero diventa ciò che ci serve per creare la forma-pensiero. È qualcosa che io faccio per attivare tutte le mie capacità di capovolgere tutte le sensazioni che mi farebbero produrre attività biochimica alterata. Ognuno di voi può farla in qualsiasi momento, immaginando uno scenario spirituale che sente prevalente dentro di sé e che rilassa la mente, cambiando la vibrazione dei pensieri per creare un solo unico pensiero: quello dell’Amore che può tutto. In questa occasione, non voglio dirvi come fare, ma voglio rivelarvi come ho fatto io nel giorno della Resurrezione di Cristo.

Le esperienze che si vivono personalmente hanno il sapore di una verità che gli altri, a loro volta, possono ascoltare e sperimentare su se stessi. Quindi, vi racconto la mia esperienza personale e la mia verità. Non potendomi recare nel luogo dove ci si può raccogliere e pregare, ho chiuso gli occhi ed ho iniziato il viaggio, abbandonandomi alle immagini che l’energia addensava per me. Sono giunto in un luogo che per me è Sacro, l’Oratorio di San Rocco a Trapani. In quel momento, non immaginavo, ma vivevo e respiravo il silenzio che mi avvolgeva per sentire dentro che non ero solo. C’era il Sacro Femminino con me. Si apriva davanti a noi l’immagine del Cristo Danzante. Il cero pasquale illuminava ogni cosa pur avendo una piccolissima fiamma che si elevava verso il cielo infinito e che rappresenta la resurrezione, il passaggio ad una nuova visione della vita. Quel Cristo Danzante ci prendeva per mano e ci conduceva, con un leggero passo di danza, oltre le sofferenze di questo momento per tornare ad abbracciarci, sorriderci, guardarci negli occhi e dentro gli occhi. Lasciava che respirassimo in modo che due tiepidi aliti diventassero un solo respiro. Il mio nel suo. Entrare nel suo tempio e iniziare a percepire la magia della vibrazione dell’Amore che può tutto. È dentro questo pensiero generato dal libero fluire dell’anima che avviene la commutazione. Il cervello abbandona gradualmente i pensieri che provocano ansia e inizia a produrre attività di rassicurazione. Quell’area del cervello, deputata all’elaborazione delle emozioni, si rafforza, i neuroni si infittiscono e la corteccia celebrale aumenta la sua consistenza. Diventa più densa, come a non voler far passare nulla se non frequenze che provocano benessere.

È proprio nel momento in cui questo avviene, attraverso le immagini che la mente ha creato, che si entra nel non pensiero che lascia spazio solo al linguaggio del cuore. Si accede a quelle che, se vogliamo ancora richiamare i dati scientifici, vengono chiamate “onde theta”, cioè quelle che si possono rilevare con l’elettroencefalogramma e che corrispondono alla condizione di profondo rilassamento, di sonno o di sogno. Servono a stimolare la nostra autostima e ad avere “fede” in noi stessi per generare frequenze che aiutano e aiuteranno a superare le ansie del dopo.

Quando si è in questo stato cerebrale, si attiva un’altra connessione: quella della coerenza cardiaca. In questo stadio, si può tutto. Bisogna semplicemente continuare a lasciar fluire i pensieri che dal battito del cuore si fanno immagini.

Io riuscivo a sentire il suo odore mescolato al profumo dell’incenso che rendeva grazie al Tempio dell’Amore. Quel Tempio dell’Amore che presto potrete leggere nel mio prossimo libro sul Sacro Femminino. Il Cristo Danzante continuava a tenerci per mano per condurci lungo la Via Imperiale, alla scoperta che dentro di noi non ci sono limiti né grate che ci separano da ciò che vogliamo. Lo spazio non ha confini, i cancelli dell’anima sono spalancati per fare entrare l’Amore che cura tutto… Anzi… di più! Buona Rinascita.