Il Festival Terra e Laghi compie tredici anni: com'è nato, quale storia ha vissuto in questo lungo periodo e qual è il segreto della sua longevità?

Il Festival è nato nel 2006, dalla volontà di offrire qualcosa di più al pubblico, sulle orme del Maestro Gian Carlo Menotti, creatore del Festival di Spoleto nato proprio a Cadegliano, nella casa che da 30 anni è sede di Teatro Blu. Abbiamo voluto, insomma raccogliere in qualche modo la sua eredità, con un festival a ingresso gratuito e itinerante, per raggiungere il maggior numero di persone possibile. Oggi, partecipano al Festival più di 100 enti pubblici e privati e il cartellone conta circa 80 spettacoli programmati dal 1 giugno al 30 novembre in tutta l’Insubria e la Macroregione Alpina con circa 30.000 presenze ogni anno. Il segreto della sua longevità sta nella proficua collaborazione tra gli innumerevoli enti pubblici e privati che sostengono il Festival e l'ottima qualità degli spettacoli offerti. A questo proposito dobbiamo ringraziare le istituzioni che ci hanno sempre sostenuti, la collaborazione degli artisti e della stampa e soprattutto l’affetto e la costanza del pubblico.

Il Teatro Blu, di cui lei è fondatrice, che ruolo ha nell'organizzazione e nella realizzazione del Festival?

Teatro Blu, oltre ad aver ideato il Festival, se ne occupa totalmente, a 360 gradi. Dalla programmazione degli spettacoli, alla creazione del network internazionale, all'allestimento di nuove produzioni, alla comunicazione, alla logistica, alla pubblicità, insomma ci occupiamo di tutti i singoli aspetti del festival. Gli enti collaborano all'accoglienza degli artisti e alla diffusione degli eventi.

Gli spettacoli di Terra e Laghi contemplano classico e popolare, un connubio non così scontato, né facile da realizzare...

Occupandomi della direzione artistica, cerco sempre di offrire spettacoli per un pubblico trasversale, senza trascurare nessun genere. Abbiamo diviso il programma in tre macroaree: Prosa, Family e Circo per facilitare il pubblico nella scelta degli eventi. Dalla prosa, al teatro per famiglie, passando per il teatro di strada, il teatro concerto, il teatro danza, il teatro opera, il teatro comico e molto ancora, tutto, comunque, nel segno della qualità e della professionalità. Selezioniamo i migliori spettacoli delle migliori compagnie professioniste di tutto il mondo. Terra e Laghi è un festival inclusivo e vuole raggiungere il maggior numero di persone possibili per offrire un’esperienza di svago, ma anche artistica e culturale di alto livello.

Il Festival è anche un progetto culturale internazionale, transfrontaliero, particolarmente indirizzato alla Macroregione Alpina: ci può sintetizzare il significato di questa scelta?

Da 3 anni, alla programmazione tradizionale nell'Insubria si è affiancato un tour di spettacoli teatrali nei 7 Stati europei che compongono la Macroregione Alpina, grazie a una rete di collaborazione fra Ambasciate, Consolati italiani, Istituti italiani di cultura, Società Dante Alighieri e Teatri europei in EUSALP. La sfida del Festival è trasformare il grande territorio transfrontaliero in un laboratorio di sperimentazione di nuove forme di sviluppo culturale in un contesto ambientale meraviglioso e variegato, unico in Europa, ricco di montagne, laghi, torrenti e fiumi da valorizzare come poli di attrazione turistica. Estendere il Festival a tutta la Macroregione Alpina è stata un’evoluzione naturale e necessaria, soprattutto in un mondo in evoluzione in cui in questi ultimi tempi si tendono a tracciare così nettamente i confini, noi vogliamo portare avanti un progetto di inclusione.

L'attuale edizione di Terra e Laghi è sottotitolata Cadegliano Festival, piccolo paese delle Prealpi varesine affacciato sul Lago di Lugano: quanto il territorio, con la sua geografia, la sua storia, la sua società ha influenzato la costruzione e la conformazione del Festival?

Sicuramente un territorio con caratteristiche sia geografiche che culturali così marcate e peculiari ha influenzato moltissimo lo sviluppo del Festival. Probabilmente, anzi, lontano da qui il Festival non sarebbe nato o sicuramente avrebbe avuto caratteristiche e finalità completamente diverse. L’Insubria e la Macroregione Alpina sono un grande mosaico di luoghi, culture, persone tutti da scoprire.

La manifestazione presenta anche un sottotitolo particolarmente evocativo: Piccola Spoleto...

Volevamo festeggiare in modo speciale i 30 anni di Teatro Blu, abbiamo quindi pensato di riproporre Cadegliano Festival - Piccola Spoleto, che nella precedente edizione del 2011 era stato molto amato e seguito. Quattro spettacoli con artisti di grande pregio, quattro serate per ricordare che proprio qui, in questo piccolo paese sul confIne italo-svizzero, in questa bella casa rosa nacque il Maestro Gian Carlo Menotti, grande compositore e fondatore nel 1958 del Festival dei due Mondi di Spoleto. Grazie a lui e ai suoi preziosi insegnamenti tutto è cominciato.

Il pubblico come ha interagito con le proposte teatrali del Festival?

Il pubblico segue il Festival sempre con grande interesse e affetto. Abbiamo spettatori di tutte le età e di tutte le nazionalità, che spesso seguono in modo itinerante gli spettacoli. Ormai le serate con Terra e Laghi sono un appuntamento fisso e riconoscibile ed essendo concentrate soprattutto nel periodo estivo e presentate all’aperto, l’affluenza è altissima.

Quali sono le opere, i personaggi, gli spettacoli più caratterizzanti di questa ultima edizione?

Avremo grandissimi artisti come Moni Ovadia, Tindaro Granata, Arianna Scommegna, Gardi Hutter, Lucilla Giagnoni, Gabriele Vacis, solo per citarne alcuni, oltre alle migliori compagnie provenienti da tutto il mondo.

Sognando il futuro... quali immagini per la ribalta?

Sogniamo un teatro sempre più inclusivo, che possa raggiungere tutti; dunque, speriamo che Terra e Laghi cresca sempre di più tenendo sempre alti i suoi standard di qualità e professionalità.