“...il poeta trasfigura con il suo linguaggio l'essenza psicologica della realtà... il pittore l'essenza visiva” (Roberto Longhi)

Il Performer entrambe...

L'Arte parla in un tempo al tempo che scorre e sappiamo che per essa c'è la perfetta emozione di chi crea e di chi ne fruisce.
L'Arte non è mai imitazione della realtà ma interpretazione individuale di essa.
Il punto è che per fruirne si deve vivere del tempo della creazione e del tempo della conservazione.
Dagli anni '60 e '70 del secolo scorso ad oggi, la creazione artistica si è aperta ad un divenire temporaneo attraverso quella che viene definita la “Performance Art”: la prestazione artistica di un corpo in relazione ad un contenuto assoluto che vive solo dell'atto medesimo e non del suo risultato materico concreto.

Nell'Ottocento l'idea dell'arte romantica riferiva alla linea, al colore e alla plasticità l'insieme della figurazione e rappresentazione.
Uno storico dell'Arte come Roberto Longhi aggiungeva nei primi del Novecento lo spazio e il volume e noi, oggi, anche il calore, l'atmosfera e il suono.

La Performance Art “avviene”.
Non si manifesta al nostro apparire ma alla volontà di esprimersi in un dato momento.
Si modula per il tempo di chi la esegue e non di chi la osserva, ascolta e medita.
Come conservare e rivivere dunque l'emozione di questo momento?
Come stabilire, nel divenire dell'arte, un movimento imperituro che stimoli la curiosità e l'emozione?
La risposta sta nella fruibilità dell'arte quando diviene diffusa nel suo essere riprodotta.
Il concetto è POP e si sposa perfettamente con il principio di valore assoluto di un solo atto o gesto che lascia un segno, in quanto tale, nel suo movimento.

La Performance Art è dunque conservabile attraverso testimonianze video e riproducibile nel suo valore assoluto.
E' studiabile ed analizzabile nel suo applicarsi al senso delle cose.
In questo Agosto 2013 si fonda l'azione a favore della tutela e conservazione delle Performance Art voluta da colei che ne è il simbolo universale attraverso la Body Art: Marina Abramovic.

Con MAI, Marina Abramovic Institute, si è appena conclusa la raccolta di fondi per dare spazio e struttura a questo enorme patrimonio rappresentato dalla Performance Art.
Un “mondo” dove percepire l'atmosfera dell'atto creativo e la sua perpetuazione negli anni a venire.
Il valore dell'attimo, del momento del movimento.
Il suono, il silenzio, la luce, l'ombra, l'aria, il calore, l'umido, il secco, la materia, il contatto sono alcune delle parti costitutive della prestazione artistica.

La Performance Art esprime la sostanza del pensiero per come esce dal corpo e nel suo mentre.
E' uno stato di coscienza dell'uomo sull'ambiente e nell'ambiente attraverso la sua azione.
L'atto è la forza di un corpo in atmosfera, di un'idea nel pensiero.
L'atto ha una fine apparente nel chiudersi del gesto, ma in quanto tale non è esonerato da un risultato vibrato nell'animo.
Attraverso il dialogo tra la stasi e il movimento si è già nel pensiero vivo dei contenuti espressi.
Non tanto la posa dell'arte, ma la sua messa in opera, dona la sequenza emotiva di chi si concede in prestazione fisica nella totalità del senso espressivo della vita.
Così “MAI” diviene “Per sempre”...