Una prima assoluta con musica dal vivo con lo spettacolo Vivaldi Umane Passioni in co-produzione con il Teatro Ristori, la prima europea di Master of Dance dell’acclamato Tulsa Ballet con uno speciale omaggio a Kurt Joosee e Yo Carmen della Compagnia María Pagés.

Prende il via venerdì 1 febbraio (ore 20,30) la rassegna di danza 2019 del Teatro Ristori di Verona. In prima assoluta sarà di scena la MM Contemporary Dance Company, con musica dal vivo, in “ Vivaldi Umane Passioni” per la coreografia di Michele Merola, il quale mira ad esprimere non solo gioie, tenerezze, rabbia, ma anche i disinganni dell’Uomo, rappresentando senza remore il senso dell’esistere sulla Terra. Ed è indagando nelle pagine dei grandi compositori che Merola ricerca e scopre prospettive, simmetrie, assonanze tra l’umano sentire e le pagine in musica. Nasce da questa volontà, e dalle suggestioni del Maestro Alberto Martini, Direttore Artistico del Teatro Ristori, l’incontro con Antonio Vivaldi, considerato il più importante, influente e originale musicista italiano della sua epoca.

Così, alcune delle pagine più note del compositore si specchiano nei percorsi di Merola: concerti per violino quali, La Follia e L’Inquietudine, esprimono al meglio le “umane passioni” da cui prende il titolo la coreografia. Ma nello spettacolo sono anche “Schubert Frames”, e protagonisti della parte musicale l’Ensamble Teatro Ristori e il pianista Roberto Paruzzo.

Il 28 febbraio sarà la volta de “La Divina Commedia – dall’Inferno al Paradiso” della compagnia No Gravity Dance Company, il percorso dantesco che ci condurrà al 2021, quando si celebreranno i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Le musiche tratte dal repertorio classico e contemporaneo fanno da supporto a uno suggestivo spettacolo di danza aerea e nouvelle magique in 13 quadri, in cui le donne e gli uomini, terrestri e divini, mortali e immortali, che Dante racconta nella Divina Commedia non sono corpi, ma intelligenze, memorie, visioni, desideri, idee e anime.

E giovedì 14 marzo è di scena l’ Aterballetto, con Bach Project, una tappa importante nell’esplorazione della relazione tra danza e musica, tra composizione classica e sua ri-creazione contemporanea. In Bach Project prendono vita sia maestri riconosciuti che giovani talenti. Una nuova creazione, ispirata alle musiche di Johann Sebastian Bach, è stata affidata al giovane coreografo Diego Tortelli, e vede coinvolto nella creazione coreutica l’artista visivo Massimo Uberti. Ma lo spettacolo si completa anche con un pezzo di Jiří Kylián del 1990, Sarabande, anch’esso ispirato dalla musica di Bach. Una creazione dall’affascinante struttura circolare, e con una capacità di muoversi tra livelli musicali ed espressivi diversi che ne evidenzia la straordinaria contemporaneità̀. Bach Project si dimostra essere l’espressione di una visione intergenerazionale che muove all’interno della creazione coreografica.

E una prima esclusiva italiana è quella della compagnia di danza Rioult Dance New York che martedì 26 marzo sarà di scena con lo spettacolo “da Arvo PÄRT ai Deep Purple”. Dalla coreografia di Te Deumè, creata sulla partitura del compositore estone Arvo Pärt, rivisitazione di uno dei primi lavori di Pascal Rioult, con un’aurea spirituale che accompagna il personaggio principale nel suo viaggio verso la verità e la bellezza. A seguire “ FIRE IN THE SKY”, omaggio infuocato alla giovinezza ed alle serate in discoteca di Rioult, quando i successi della band Deep Purple lo ispirarono nell’intraprendere uno stile di vita in continuo movimento. E sabato il 6 aprile è di scena con una prima europea il Tulsa Ballet , in cui celebrare il meglio della coreografia del passato e del presente. “Master of Dance” è un omaggio a Kurt Joosse e al suo capolavoro Table Verte, raramente rappresentato. Gli altri due lavori in scena sono Who Cares? di George Balanchine e Shibuya blues della pluripremiata coreografa colombiana Anabel Lopez Ochoa.

E in chiusura di rassegna, giovedì 11 aprile, è lo spettacolo “Yo, Carmen” della María Pagés Compañía, che presenta anche musiche dal vivo. “Yo, Carmen” è una rilettura del personaggio dell’opera di Merimée. La creazione di María Pagés è una voce di donna che si alza con forza, in forma nitida e risoluta per esprimere la realtà che affronta. Una figura che si caratterizza sotto un profilo fortemente contemporaneo legato a quotidianità, contraddizioni e vicissitudini del nostro tempo.