“Si tratta di una collettiva che – anticipando l’evento “Il Comprensorio dell’Altissimo” curato dal Comitato Archivio artistico-documentario Gierut (avente la gratuita collaborazione della Galleria/Studio “La Meridiana) che si terrà a Cardoso di Stazzema ed inserito nelle celebrazioni dedicate al Lodo di Papa Leone X – rende omaggio a un territorio in cui la cava marmorea, sinonimo di lavoro e di sacrificio, viene letta e interpretata tramite opere di alcuni artisti sia dell’immediato passato, sia dell’oggi, “vestita e vissuta” in un percorso figurativo e astratto in cui prevale la forza e il sentimento”. - Lodovico Gierut

Opere di: Pietro Annigoni, Franco Miozzo, Eugenio Pardini, Virgilio Poli, Arturo Puliti, Leone Tommasi, Marcello Tommasi, Sergio Vatteroni, Giuseppe Viner, Alberto Bongini, Loretta Brizzi, Angela Careggio, Franco Del Sarto, Luigi Falai, Sigifredo Camacho B., Carlo Ferrari, Silvana Franco, Giampiero Frediani, Riccardo Luchini, Renzo Maggi, Liliana Marsili, Tito Mucci, Bruna Nizzola, Marcello Scarselli, Mario Soave, Sergio Suffredini, Roberto Valcamonici e altri.

Sul piano della sensibilità artistica, le cave sono luoghi/soggetti complessi, capaci di muovere pensieri e attenzione diversi. E questo ben si vede dalle diverse interpretazioni artistiche, dal figurativo al simbolico e all’astratto, contenute nelle opere dei tanti artisti presenti nella mostra. Spesso sono considerate come divinità metafisiche, regno incontrastato di un altrove fatto di silenzio, di naturali geometrie, un insieme magmatico ed entropico di materia e colori. Le ardite architetture in frantumi del sempre mutevole paesaggio delle cave apuane appaiono come il più realistico dei luoghi astratti, capace di disvelare sul piano dell'inconscio gli enigmi e gli evidenti legami con gli spazi interiori sepolti in ognuno di noi.

La realtà accidentata delle cave, le tracce dai toni ferrigni-rugginosi che ricordano il sangue, le profonde ferite inflitte dall'uomo operoso alla montagna, sono una evidente metafora del destino amaro e doloroso dell'uomo. E allo stesso tempo, in una dimensione puramente mentale, da quel “dolore-profanazione” della natura, attraverso un processo metamorfico del dominio del bianco e della forza immobile della luce delle cave, viene a compiersi una sublimazione che, attraverso il percorso dell'arte, consente di ricreare infinite nuove vite. In ultima analisi, quel paesaggio esprime la pienezza della solitudine e della libertà conquistate con sofferenza e ben rappresenta il luogo dove albergano la Verità e solo sentimenti essenziali.

Dal compiersi di questo percorso intellettuale, risulta completamente modificata la convinzione di molti che la cava sia la testimonianza evidente dell'azione profanatoria dell'uomo nei confronti della natura e, al contrario, trova giusta collocazione l'idea che le cave sono il luogo dove si è svolta e continua a compiersi un'azione dell'uomo come strumento catartico della propria esistenza. In questa ottica, le cave posseggono una dimensione intima e spirituale e rappresentano il luogo dove si celebra una natura senza peccato, dove l'uomo ha lasciato tracce indelebili della sua forza, della fatica del vivere e della sacralità del lavoro.

Galleria La Meridiana
Via P. E. Barsanti, 29
Pietrasanta (LU) 55045 Italia
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Orari di apertura
Dalle 18.00 alle 24.00
Lunedì chiuso