Qualche giorno fa ho avuto modo di essere testimone di un evento molto particolare che è stato per me spunto di riflessione e voglio raccontartelo.

Quante persone sognano di viaggiare nel tempo? Sicuramente moltissime. C’è da precisare che, nonostante i numerosi studi e test, non esiste ancora una vera tecnologia che permetta di effettuare salti istantanei, avanti o indietro nel tempo; ma per 100 bambini di quinta elementare di un Istituto Scolastico in provincia di Roma, questo sogno si è in parte concretizzato.

Grazie a una start-up, la SpaceChain, che si occupa di missioni spaziali, i numerosi bambini e bambine hanno potuto scrivere un messaggio personale, che sarà successivamente inserito nella memoria digitale di un nanosatellite Orbital-Time-Capsule-Nano-Satellite, per poi essere lanciato in orbita e infine raccolto nell'anno 3023, dalla civiltà umana che verrà.

Sogni di un mondo di pace, desideri di un futuro prosperoso, speranze di assenza di sofferenza e persino brevi racconti esilaranti: questo è ciò che i rappresentanti di questa generazione hanno voluto raccontare ai loro coetanei del futuro in una giornata in cui alcuni incaricati della Società hanno incontrato i bambini e hanno dato loro la possibilità di “riempire” questa particolare e futuristica “capsula del tempo”.

La mattinata è stata divertente e commovente, perché non ho potuto fare a meno di riconoscermi in quel folto gruppo di piccoli uomini e donne che costituiranno il futuro prossimo di questa Terra. Quanti di noi, adulti di oggi, ci siamo alimentati di quella stessa curiosità esplicita e di quel senso di appartenenza senza frontiere, di tempo o di spazio, che sembra far parte di un retaggio infantile e che, a nostro discapito, abbandoniamo crescendo? La distrazione o, peggio ancora, la disillusione è ciò che fa dimenticare la vera natura umana, altrimenti non ci sarebbero giustificazioni alle guerre, alle malattie, alle carestie e alle brutture generate da noi, specie umana.

Nell’osservare quei meravigliosi bimbi carichi di speranza e di idee per un mondo migliore, è stato istintivo chiedere a me stessa: “Anche io sono abbastanza bambina, da poter abbattere ogni limite mentale, proiettandomi nel domani che vorrei?” Stessa domanda ecco che mi si ripresenta oggi parlando con una mia amica: mi raccontava di alcune vicende che sta affrontando e con un velo di malinconia domandava se noi adulti siamo ancora in grado di ragionare e proiettarci nei nostri sogni come facevamo da piccoli. La risposta non può essere del tutto affermativa, perché da “grandi” siamo troppo spesso presi da contingenze pratiche e problemi generalmente lontani, per fortuna, dalla vita di un bambino. Però quella scintilla di speranza, quella brama di realizzare una vita che sia il più corrispondente possibile ai nostri sogni, rimane lì, dentro di noi ed è nostro compito alimentarla.

È chiaro che le responsabilità di un adulto, le vicissitudini che si trova ad affrontare, i pensieri quotidiani di situazioni da risolvere, tende ad offuscare la semplicità e la serenità propria di un cucciolo che alla vita si è appena affacciato; ma la propensione a voler avverare e quindi concretizzare i desideri, non sparisce e può acquistare anche più facilmente i mezzi necessari a renderla reale.

Bisogna essere però concreti: se da piccolo sognavi di fare l’astronauta (per rimanere in tema) e ora hai 50 anni e tutto hai portato avanti tranne quella passione, è quanto meno difficile che possa farla diventare il tuo prossimo lavoro; ma se ti domandi profondamente cosa ti piacerebbe davvero fare, oggi, nel tuo presente, tenendo in considerazione i mezzi a tua disposizione, le tue conoscenze e quelle che potresti acquisire, hai la possibilità di crearti un piano d’azione concreto e realistico che ti faccia avvicinare alla vita che desideri. Non significa mollare necessariamente ogni cosa, o sentirsi frustrato perché finora ancora non ti sei mosso in quella direzione; anzi, è un atteggiamento propositivo e assolutamente concreto che ti permette di comprendere come poterti sentire più realizzato nella vita di adesso.

A volte serve una persona esterna che possa aiutarti a mantenerti distaccato e concentrato sui passi che dovrai compiere; altre volte invece basti tu e la tua determinazione. Il fatto però è uno: non è troppo tardi per ottenere ciò che ti rende felice e se sarai flessibile tanto da cambiare gradualmente il tuo piano a seconda delle circostanze che vivi, ti avvicinerai senza dubbio a una realizzazione che permetterà al tuo bambino interiore di dirti: “Bravo, ce l’hai fatta!”