Amore, morte, essere, dio, verità: sono disparati e numerosi i concetti intorno ai quali l’uomo, fin dagli albori della civiltà, non ha mai smesso di interrogarsi, provando a cercare le radici di certi fenomeni e a fornirne definizioni compiute ed esaurienti. Fra i temi più discussi e controversi incontriamo la felicità, uno stato d’animo dai confini incerti, decisamente soggettivo, rispetto al quale ciascuno di noi – alla luce del proprio vissuto – sarebbe capace di offrire un diverso punto di vista.

Grandi pensatori del passato hanno dedicato i propri studi a questo argomento, ma il problema oggi è ancora aperto, perché – dopotutto – come essere davvero felici? Di cosa è fatta la felicità? E quanto dura? Il problema è ancora aperto e la questione è attualmente oggetto di ricerca in Danimarca, presso l’Happiness Research Institute di Frederiksberg, dove economisti, filosofi, psicologi e antropologi sondano quotidianamente la natura umana. Il team di esperti sembra aver scovato il segreto della felicità e pare che l’abbia rinvenuto proprio nello stile di vita del popolo danese.

La soluzione risiederebbe nella filosofia Hygge, lemma che affonda le proprie origini nell’antica tradizione norvegese e che in italiano potrebbe tradursi con la parola intimità. Questo stile di vita ha destato la curiosità di tutto il mondo, al punto che l’Oxford Dictionary l’ha inserito nell’elenco dei termini più usati nel 2017 e – non a caso – il vocabolo risulta anche fra i più cercati e cliccati del web nell’anno appena trascorso.

A spiegare come vivere felici è lo stesso Meik Wiking, direttore dell'Happiness Research Institute, che ha pubblicato un volume (Hygge – La via danese alla felicità, edito da Mondadori) in cui illustra gli elementi portanti di questo modus vivendi. Il segreto della felicità danese si declina in molte forme, tutte riconducibili al calore e al comfort, alla condivisione e alla comodità. Secondo questa filosofia di vita, la chiave è tutta nella creazione di una particolare atmosfera sociale che ci lasci sentire a nostro agio. Vivere hygge significa sentirsi al sicuro in quel che si fa, magari raccolti in un ambiente accogliente e familiare, circondati da persone che ci facciano star bene e ci trasmettano positività.

Un ruolo importante è indubbiamente ricoperto dall’ambiente, che per l’occasione dev’essere reso il più caldo e intimo possibile. A tal proposito, i designer danesi suggeriscono elementi di arredo morbidi e, dunque, coperte e cuscini a tutto spiano, così da garantire l’assoluto relax del corpo. Quanto al calore, luci soffuse di candele profumate insieme al suono dei tizzoni che bruciano in camino contribuiscono a creare il risultato atteso. Una volta allestito lo spazio giusto, non resta che godersi qualche ora in compagnia – come suggerito nel volume – magari sorseggiando un’ottima cioccolata calda oppure un tè.

Stando a quanto descritto finora, saremmo indotti a pensare che lo stile hygge sia in realtà una forma di felicità stagionale, adatta ai soli mesi invernali e difficilmente applicabile al resto dell’anno. Tuttavia – come ricorda l’ente del turismo danese – la felicità non va in vacanza. Ecco, quindi, che questa filosofia di vita si ritrova anche nelle stagioni estive. Pic-nic nel verde, barbecue con gli amici, concerti all’aria aperta, festival di strada e lunghe pedalate immersi nella natura sono tutte ottime occasioni per vivere momenti di relax all’insegna del benessere e della condivisione.

Sicuramente, in tanti vi starete domandando se – effettivamente – il segreto della felicità sia tutto qui, in poche e piccole cose. Per debellare questo scetticismo vi basti sapere che – da diversi anni – la Danimarca continua ad aggiudicarsi un posto sul podio dei Paesi più felici del mondo secondo il World Happiness Report. L’Italia? Solo 48 esima. Provare per credere, no?