La prima volta che entrò nell' edificio di piazza Caiazzo, a Milano, non arrivò nemmeno fino all'appartamento del quinto piano proposto in affitto. Venne ammaliato dallo spazio interno intorno al quale si avvolgono le scale, dall'armonia delle sue proporzioni e dal giusto dosaggio di metalli e marmi che compongono un liberty senza troppe frivolezze, quasi 'austero'. Fu come un colpo di fulmine e prima ancora di varcare la porta dell'ascensore che lo avrebbe portato all'alloggio disse all'agente immobiliare: "Lo prendo".

Quelle scale, insieme a molte altre, sarebbero diventate sette anni più tardi il soggetto di un libro fotografico alla scoperta del fascino di un elemento architettonico che unisce cielo e terra. Quell'appartamento, invece, dal 2010 è diventato la sede di 5 Continents Editions, casa editrice consacrata alla bellezza di cui lui, Eric Ghysels, è il sommo e unico sacerdote, impegnato, più che in un lavoro, in una missione controcorrente. "Ho la fortuna di trasformare la mia passione in mestiere. D'altra parte per fare l'editore bisogna essere pazzi e io lo sono totalmente. Supponiamo che domani qualcuno venga a propormi una pubblicazione su mille e più formati della pasta, per esempio, e io potrei accettare. Basta che scatti quella sorpresa che mi fa entusiasmare e ci dedicherò tutto me stesso".

Infatti, se 5 Continents è la casa editrice al primo posto nel mondo per l'arte extraeuropea e se i suoi cataloghi spaziano dal Medioevo all'età contemporanea e sono un punto di riferimento per musei come il MoMA di New York, il Louvre e il Musée d'Orsay a Parigi, dalla sua tipografia sono uscite pubblicazioni che più che con l'arte hanno a che fare con l'arte della natura o con ciò che l'essere umano dalla natura ha creato. Come le 'magiche' scale fotografate da Luciano Romano e commentate da Michel Serres ne Le Regard Oblique, o la serie fantastica di semi di piante, fiori, ortaggi, quelli da cui nasce la vita, indagati dall'obiettivo di Paul Starosta in Graines e riprodotti ingranditi, rigorosamente su fondo nero. Una scoperta.

E infine l'ultimo nato, Artico, che racconta 6 anni di spedizioni invernali dalla Scandinavia alle isole più settentrionali del Canada attraverso le immagini e il diario di viaggio di Vincent Munier. Un mondo nascosto nel bianco abbagliante della neve che si rivela a poco a poco attraverso l'incontro con i suoi abitanti: orsi e volpi polari, lupi, civette e buoi muschiati. "La natura è la più bella forma d'arte ed è la mia prima fonte di ispirazione. Ora faccio un libro sulle uova. Sì, le uova, perché sono così perfette da commuovere. Vedrete".

E perfetti sono anche i volumi che escono da 5 Continents Editions. Tutto - dai testi, ai titoli alle illustrazioni - deve avere il giusto spazio per dialogare in armonia. Lui, Eric, è come un grande cuoco che dosa tutti gli ingredienti; lo fa al millimetro seguendo la nascita del libro giorno dopo giorno, pagina dopo pagina. Guai agli errori: ne basta uno - uno solo - anche minimo e "il libro per me è morto". Una dimensione, quella dell'armonia degli spazi, che ha ereditato dal padre Jean-Pierre, scultore, e che ora è diventata parte della sua stessa esistenza.

Mentre parliamo nello studio-ufficio al quinto piano, sopra i tetti di una Milano piena di sole, mi mostra un esempio di questa perfezione. Si chiama Rivage, è un'opera in bronzo patinato che suo padre creò nel 1984, dove rotondità e spigoli, curve e angoli si fondono in un ritmo estetico quasi musicale. Rivage è isolata, sopra un piedistallo, ma nella stanza altri oggetti parlano della vita di Eric Ghysels e della sua famiglia un po' speciale. Uno scudo proveniente dal Nord Sudan è appeso alla parete, ma anche sul lungo tavolo rettangolare in vetro per le riunioni appaiono vestigia di altri mondi: un monile tuareg in cuoio, una forca giapponese di legno di epoca ottocentesca, delle strane 'forme' per realizzare calzini in Giappone. Sono tutti ricordi di viaggi in terre lontane, testimoni di una curiosità mai sopita che ha dato origine a una collezione fantastica di civiltà e culture diverse.

Tutto cominciò con un premio che Jean-Pierre vinse a Parigi per le sue sculture. Con quei soldi comprò una '2 cavalli' e si avventurò in India fino ai templi di Khajuraho, dove lo raggiunse Colette, futura madre di Eric e appassionata di etnografia. Furono poi tra i primi occidentali a visitare il Nepal, e lì, a Katmandu, si sposarono il 27 dicembre 1959. Ma era solo l'inizio di una lunga serie di viaggi alle più svariate latitudini; e i figli con loro. Eric non ha mai smesso di esplorare il mondo. Con l'auto, il treno o l'aereo costantemente alla ricerca della meraviglia. Quella stessa meraviglia da cui nascono le sue pubblicazioni. "Per la verità più che un editore sono un umanista, nel senso che amo profondamente l'essere umano e ciò che dall'essere umano ha origine, come la musica, l'architettura, l' arte, la cultura in generale. Mi piacciono le cose fatte bene e mi piace trasmetterle. Amo la bellezza, credo che sia un patrimonio, forse l'unico, che salverà il mondo".

Parole che potrebbero sembrare incomprensibili nell'epoca dell''usa e getta'. Eppure all'idea del 'monouso' Ghysels ha contrapposto TailorMade, un progetto editoriale raffinato, rivolto all'eternità. Il primo 'numero' è dedicato a Le danzatrici della villa dei papiri, cinque mirabili statue bronzee trovate a Ercolano sotto la cenere del Vesuvio. Le fotografie di Luigi Spina e il racconto dell'archeologo Stefano De Caro su queste affascinanti giovani donne sono raccolti in un cofanetto prezioso che accompagna il lettore passo dopo passo alla scoperta delle origini della bellezza. In tutto 192 pagine e una tiratura di sole 300 copie al prezzo di 950 euro ciascuna. Una sfida al 'less is more', un omaggio alla storia su cui ha scommesso e vinto. "Non ho un centesimo e non voglio finanziamenti. Le banche mi cercano per darmi i soldi, ma io non li voglio. Se accettassi perderei la libertà. Qual è infatti lo scopo di un finanziatore? Il guadagno, naturalmente. Invece per me i maggiori guadagni sono proprio le perdite. Certamente ho perso all'inizio con l'arte africana, ma sono diventato tra i maggiori editori di questo settore e dopo è nato il guadagno. Gestisco questa azienda come un padre di famiglia e i miei finanziatori sono gli esseri umani: artisti, autori, direttori di musei, collaboratori".

Eric Ghysels ha 55 anni e 5 Continents Editions quasi 16. Ha fondato la casa editrice nel 2002 dopo aver lavorato per Franco Maria Ricci e poi per Skira. Il suo paese di origine è il Belgio e lì ha vissuto fino a quando non si è innamorato di Roberta e si è trasferito a Milano. Ma il 25 per cento del suo sangue è armeno, eredità di sua madre. Nonostante i numerosi viaggi, però, Eric in Armenia non c'è mai stato, anche se si sente più orientale che occidentale, sia nel fisico che nel carattere. "Sono passionale e ipersensibile. Per questo mi angoscio e divento irascibile", dice di sé. Dall'infanzia si porta dietro il terrore del buio e delle aquile, ma quello che gli fa veramente paura è la morte. "È come un treno in marcia", spiega. "Parte lentamente dalla stazione, ma poi comincia a viaggiare a velocità esponenziale".

Però le difficoltà gli piacciono perché lo mettono alla prova e non si lamenta delle sofferenze della vita perché sente che lo hanno aiutato a crescere. I compromessi invece no, quelli vorrebbe evitarli, anche se qualche volta non può respingerli. "Purché non riguardino l'etica. Su quella non transigo: si è onesti o disonesti e con i secondi non voglio avere a che fare". La sua 'squadra umana', quella che lavora con lui, è interamente italiana. L'ha scelta non solo per le capacità, ma anche, appunto, per l'etica di ogni componente. "Niente curriculum: una stretta di mano, uno sguardo e la spina dorsale dritta. Questo è il mio metodo".

Si sente quasi un maestro d'orchestra che utilizza essere umani per chiamare a suonare i vari strumenti. Ce ne vogliono più di 20 per fare un libro e lui, artista tra gli artisti, deve dargli l'anima. Però fare l'editore è anche un po' come fare il padre perché un libro è materia viva, cioè carta, alberi tagliati. E dopo averlo creato, il figlio-libro deve essere curato e aiutato a crescere. Eric di figli ne ha due, Giorgia e Matteo, ma ogni anno dà la luce a una trentina di volumi: in francese, in inglese, in italiano, ma anche in russo e in cinese oppure in giapponese o tedesco. Non mancano le collane economiche, ugualmente diffuse in tutto il mondo, per tramandare ai giovani un patrimonio artistico e farli stupire. Come si stupisce lui: in fondo anche lui dentro è un po' bambino. Lo sa. Lo sa e sogna. Sogna il Grand Palais a Parigi dove poter organizzare una mostra di disegni di infanzia e poter dire che sono il frutto acerbo di artisti come Picasso e Cezanne.

E sogna alla fine di chiamare tutti i giornalisti e svelare il mistero. "Signori, io sono un impostore", direbbe loro. "Quei disegni li hanno fatti i bambini di tutto il mondo, non i grandi pittori". Intanto progetta di pubblicare una collana singolare, dedicata sì ai più piccoli, ma non composta di libri scritti da adulti per i bambini, bensì da bambini per gli adulti. Attenzione, a Milano, in piazza Caiazzo, è in arrivo il 'sesto continente'.