In occasione dell’80°Anniversario della Liberazione, Rete Fotografia presenta l’XI edizione di Archivi Aperti, dal titolo Fotografia resistente: il ruolo delle immagini nella narrazione storica, in programma dal 17 al 26 ottobre 2025. Un convegno nazionale aprirà la rassegna, seguito da visite guidate gratuite, incontri e laboratori diffusi su gran parte del territorio nazionale, in occasione delle quali, archivi e musei pubblici e privati apriranno le proprie porte a tutti i cittadini e alle scuole.

Tema 2025, fotografia resistente: quando lo sguardo diventa memoria

Punto focale della rassegna è la riflessione sul ruolo del medium fotografico all’interno del processo di costruzione, ricostruzione e sedimentazione della memoria. La fotografia genera memorie personali e collettive, contribuendo alla costruzione delle narrazioni storiche, e va considerata fonte storica a pieno titolo, non solo contenuto iconografico a carattere illustrativo, come spesso accade.

Fondamentale per l’interpretazione e la comprensione della storia, come tutte le fonti, la fotografia può essere documento, ma certamente non lo è in senso neutro: va sottoposta al vaglio della critica, rivendicando oggi più che mai il ruolo etico e civile della riflessione storica.

Fra immagini-icona e reportage meno conosciuti, in dialogo con periodici, materiale filmico e altre tipologie di documenti, verranno affrontati temi legati alla Resistenza, alla lotta di Liberazione, al processo di ricostruzione post-bellica. Ma anche alla memoria dei luoghi e ai processi che portano alla formazione di identità visive, sia nelle comunità che nelle imprese, sottolineando il ruolo cruciale della documentazione storica e visiva nel preservare e costruire memoria collettiva.

Partecipanti: la memoria visiva della liberazione: archivi, sguardi, narrazioni

Tra le proposte di visita in programma, legate al tema della manifestazione, citiamo la visita all’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, dove un racconto che intreccia storia civile, memoria e solidarietà prende forma attraverso i reportage dell’agenzia sull’ingresso dei partigiani a Milano – uno degli episodi più iconici della Liberazione – e le fotografie scattate dagli stessi partigiani. Anche il Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano partecipa con il proprio fondo dedicato ai bombardamenti del 1943 e ai danni subiti da luoghi simbolici come Santa Maria delle Grazie, il Teatro alla Scala e la Ca’ Granda.

Aldo Aniasi, partigiano e comandante della II Divisione Garibaldi Redi attiva in Val d’Ossola, è al centro della visita proposta dalla Fondazione a lui intitolata, che per la prima volta aderisce ad Archivi Aperti. Un’occasione preziosa per approfondire la figura e l’impegno di Aniasi durante la Resistenza.

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia racconta invece la vicenda del suo fondatore, Guido Ucelli, attivo nella Resistenza milanese. La sua storia si intreccia con quella dello scultore Arrigo Minerbi, da lui salvato dalle persecuzioni razziali. La porta del Duomo di Milano, realizzata da Minerbi, diventa simbolo tangibile di rinascita e memoria condivisa. A questa narrazione si collega la partecipazione del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), che propone un approfondimento sugli archivi relativi agli antifascisti e partigiani ebrei, che restituiscono una memoria personale e collettiva della Resistenza ebraica in Italia. Il Museo delle storie di Bergamo, in collaborazione con ANPI, propone un focus sulla sfilata dei partigiani e delle partigiane del 4 maggio 1945 a Bergamo, momento corale e altamente simbolico nella storia della città.

La Cineteca di Bologna contribuisce con materiali fotografici e filmici sulla Liberazione a Bologna e in collaborazione con la Fondazione Alinari di Firenze esplora lo ‘sguardo degli Alleati’, documentando con immagini inedite la Linea Gotica in Emilia-Romagna e la presenza di diversi eserciti nella Liberazione. Lo ‘sguardo’ si amplia poi a Trieste, con la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte. Protagonista dell'incontro sarà il fondo fotografico USIS (United States Information Service), realizzato tra il 1948 e il 1951 e donato alla città di Trieste con finalità propagandistiche. Un patrimonio visivo che racconta la ricostruzione post-bellica e il ruolo degli Stati Uniti nella diffusione del modello democratico occidentale.

Fondazione Dalmine, Fototeca Gilardi, CDEC – Centro in una vista condivisa dei lori patrimoni mostreranno materiali sulla resistenza operaia, la propaganda e il mondo del lavoro: testimonianze visive del contributo dei lavoratori alla lotta partigiana e dei meccanismi della comunicazione dell’epoca.

L’XI edizione racconta un’Italia che resiste, si rialza e si ricostruisce. L’archivio della Triennale a Milano propone ad esempio un approfondimento del Quartiere Triennale Ottava, il QT8, progetto urbanistico d’avanguardia nato nel dopoguerra su impulso di Piero Bottoni, pensato per migliorare le condizioni di vita attraverso una visione sociale dell’architettura, che comprende il Monte Stella, collina artificiale costituita con le macerie degli edifici distrutti a seguito dei bombardamenti subiti dalla città.

Tra gli esempi di fotografia resistente recente, si segnalano le visite promosse dalla Fondazione Romano Cagnoni, dedicate al tema della lotta per la libertà, anche nei casi in cui non ha avuto esiti positivi. Uno sguardo al lavoro del fotoreporter nell'affrontare conflitti e speranze di popoli in lotta, con particolare attenzione alla dissoluzione della ex Jugoslavia negli anni ’90, tra Croazia, Bosnia e Kossovo. Un confronto aperto su come la fotografia possa ancora oggi essere un atto di memoria e di resistenza.

Infine, segnaliamo l’incontro di Fondazione 3M a Milano, incentrato su storie che raccontano fondamentali aspetti tecnici, solitamente trascurati o poco conosciuti, che hanno caratterizzato la fotografia della Resistenza. Si parlerà ad esempio della Leica IIIb, soprannominata "Leica della libertà", usata da Ernst Leitz per salvare i suoi dipendenti ebrei e di molto altro ancora.

Una rete nazionale di archivi e cultura fotografica

Archivi Aperti ha consolidato negli anni il suo ruolo di iniziativa di riferimento per la valorizzazione degli archivi fotografici in Italia, promuovendo la loro accessibilità e sensibilizzando il pubblico sulla loro importanza storica. Con oltre 400 partecipanti coinvolti dal 2016 a oggi attraverso 10 edizioni, il progetto ha creato una rete di connessioni significative tra realtà diverse, favorendo il dialogo e la collaborazione.

Nel 2025 l'iniziativa segnerà un nuovo traguardo importante: per la prima volta, gli archivi aderenti collaboreranno attivamente in rete, sviluppando progetti condivisi e trasversali in diverse città italiane. Tra le collaborazioni previste, oltre a quelle sopra citate, segnaliamo la visita condivisa tra Fondazione ATM e Fondazione AEM a Milano che mette in dialogo documenti conservati negli archivi delle due aziende milanesi ex municipalizzate, protagoniste della storia cittadina.

Gli incontri si terranno in 13 regioni italiane, con un'ampia adesione in Lombardia, regione d'origine della manifestazione, e una crescente partecipazione in Puglia, grazie alla partecipazione della Sovrintendenza Soprintendenza Archivistica e Bibliografica.

Tra i nuovi partecipanti nel 2025 (le adesioni si chiuderanno a fine luglio), si distinguono tre realtà di grande valore documentario. La Fondazione Paolo e Giuliana Clerici di Genova - nuovo socio di Rete Fotografia – porta l’Archivio Fotografico Francesco Leoni, con oltre tre milioni di immagini che raccontano la storia di Genova dal 1930 agli anni ’90. L’Associazione Gian Butturini presenta l’archivio del fotoreporter Gian Butturini, testimone dei grandi conflitti e delle contraddizioni del Novecento. Infine, la collezione privata di Damiano Carrara, Memory is not a file, offre un patrimonio unico di diapositive vintage dagli anni ’40 agli ’80, accompagnato da un progetto dedicato al recupero e alla diffusione di questo materiale straordinario.