21 Marzo 2017
Ti bacio tutte le rime, ciglia mie piegate di poesia. E continuo a farti una domanda, senza volere mai, mai, mai una risposta.

24 Marzo 2017
Mi stendo al buio, su una fitta che ti ricalca il cuore, a ricordarmi che ci sei anche quando non voglio. E ti sento arrivare, di corsa, come fai sempre la notte, capobranco di tutti i miei rimpianti, a sbranare ogni mia buona intenzione.

28 Marzo 2017
Camminarti accanto è come uno di quei giochi che si fanno per strada da bambini: saltare su numeri di gesso, lanciando via lontano tutti quei sassi che mi pesano dentro. Rubarti baci con rincorse spericolate di fiato, far girare una bottiglia di vino tra la tua lingua e il mio palato.
Perché fino ad ora io ho contato per un numero infinito solo su di me, guardando un muro, mentre tutti intorno sparivano. Poi mi sono voltata e c'eri, non ti eri mai nascosto, ed eri libero per me.

6 Aprile 2017
Più mi toccavi e più io mi consumavo. La tua pelle si induriva perché toglieva via la mia. Come suonare uno strumento a corde. I polpastrelli mettono su strati, per scordare il dolore, si fanno resistenti. La corda, invece, si fa lenta, singhiozza, si tira fino allo spasmo e poi si lacera, perde tutta la voce, non rispetta più gli accordi presi, lasciando il posto ad un nuovo suono.

8 Aprile 2017
Ti cerco nei bassifondi delle nostre ore, tra gli scarti dei miei desideri esauditi. Qui mi rapinano ad ogni passo gli occhi, mi privano di te, puntandomi coltelli alle costole. Sei tutti i miei risparmi, che ho contato mille volte con le dita, che ho tenuto dentro il seno, sopra il cuore. Sei tutto ciò per cui ho studiato, il mio investimento migliore, il bene che ho lasciato in eredità al mondo.

5 Maggio 2017 La pornografia dei fiori recisi. Forzare, strappare, per appagare gli occhi, le mani, per impossessarsi di un odore. Non c'è niente di romantico, niente di delicato. Solo un taglio netto, l'abbandono della linfa, un buco nella corolla che risucchia il dolore. Dare da bere da un ventre di vetro, sostituirsi alla terra. Terribile, superfluo, per questo estasiante. Perché imita l'onnipotenza. L'estremo senso del possesso dilatato fino al marcio, alla morte, fino ad un secchio della spazzatura.

15 Maggio 2017
Il tuo passato è un film che voglio vedere, anche se il tuo sguardo mi racconta ogni giorno il finale.

18 Maggio 2017
Esistono dolori che ci superano, che sono ciclopi e noi l'occhio cieco. Ti chiedono "chi è stato?" e rispondi "Nessuno".
Sei tu Nessuno. Ti ho trovato.

24 Maggio 2017
L'esattezza delle previsioni del tempo che ho perso a credere nel tuo cuore terso.

26 Maggio 2017
Ma perché devi vivere a rilento, come quella pioggia che arriva e non arriva. Che non ha rabbia per essere temporale, che non ha il coraggio di tuonare. Da te non è necessario ripararsi, non vali nemmeno il peso di un ombrello. Sei uno sputo che evapora, che tocca la fronte un istante, che con un soffio si dimentica.
Io voglio la bufera. Essere bagnata fino alle mutande. Ecco perché non servi a niente. Perché non sai esagerare.

7 Giugno 2017
Faccio pagare a tutti la colpa di somigliarti, nel sistema circolatorio, nelle valvole cardiache, nel movimento degli occhi. Come si permette un qualsiasi uomo, una qualsiasi donna, di appartenere al dono della tua carne. Mi disturba saperti della stessa materia di cui sono fatti quelli che distruggono i miei sogni.

11 Giugno 2017
Ti vedo accanto a me in questo specchio, e siamo un rebus mai risolto, in cui i miei occhi sono solo un articolo indeterminativo, una sillaba finita dentro i tuoi.

14 Giugno 2017
È quando la sostanza mi uccide, mi fa sparire, che sento il bisogno di apparire, scoperta, esposta. Un trucco di magia al contrario, che mette dove ha tolto, che sorprende per il ritorno. Mi rompo in mille pezzi, ci metto secoli a ricompormi, e poi mostro il lavoro finito, dico: ecco. Semplicemente.
Per ripagare il mio sforzo.
E anche se manca tutta quella parte a forma di te, che va dagli occhi all'anima, passando dalla gola, anche se l'incastro vacilla, qualcosa dentro regge, salda, salva.
Io sono l'ottimo lavoro che ho fatto per mantenermi intera, viva. Sono la mia opera d'arte incompresa, scadente, insostenibile, che metto in vendita agli occhi di chi compra col debito il mio debito. E siamo ricchi, tutti, del saperci vedere. Siamo i migliori contrabbandieri dei più miseri dei piaceri.

10 Luglio 2017
Mi fanno da corredo, li espongo al paese, i tuoi mille occhi ed i fuscelli delle ossa, che non scaldano neanche un secondo d'inverno. E credo di essere ricchissima, ma mi chiamano povera, mi dicono "non hai niente". Perché ti vedono da sotto, rosa altissima. E da sotto sembri un filo spinato, una prigione. Non il mio letto di seta che bacio tra i petali. Non il solo odore che il mondo vorrebbe indossare.

16 Luglio 2017
La logorrea che mi prende quando dal nulla mi esplode il dolore dentro. Un fungo atomico di parole, una spinta che mi scalcia fuori dal silenzio. E mi circondo di risate, ne faccio un nastro segnaletico intorno al mio luogo del delitto, il bianco e il rosso della mia bocca per dirti di non entrare, di fermarti appena prima della mia lingua, che pronuncia, arrota male, e ti difende da quel sangue che mi attraversa in rivoli di vene che partono e tornano nel cuore.