In occasione di Art Basel a Hong Kong presso Encounters, un’originale piattaforma dove vengono presentate grandi installazioni e performance andando oltre il concetto di stand fieristico tradizionale, Pearl Lam Galleries presenterà Family Album, un nuovo lavoro di Gonkar Gyatso, artista tibetano di base a Londra. Un lavoro che approfondisce “le mutevoli rappresentazioni della tibetanità in un mondo sempre più interconnesso e globale”.

“Queste fotografie sono in gran parte basate sulla mia famiglia di Lhasa. (Sebbene speri di includere prima o poi la famiglia in Nepal, Stati Uniti, Regno Unito e Canada). Mentre le pose di ogni individuo cambiano con ogni costume, è affascinante notare i leggeri cambiamenti nelle espressioni e nella postura che ognuno assume. Sono basate su una costruzione sociale del sé, un mero simulacro o provengono da qualche luogo profondamente autentico? Con l’aiuto del fotografo tibetano Zhadui, spero di essere stato in grado di catturare questi sottili cambiamenti psicologici. Sono interessato a come la cultura contemporanea sia fortemente legata alla moda e alla cultura pop della Cina e dell’Occidente. Con queste fotografie spero di combattere gli stereotipi di ciò che significa essere “tibetano” e allo stesso tempo esplorare come il ritrarci influenzi il nostro personale concetto del sé” ha affermato Gonkar Gyatso parlando dell’opera Family Album.

Family Album è una serie di fotografie che esaminano la complessità dell'"identità", tenendo in particolare modo in considerazione il punto di vista culturale tibetano. Infatti da 50 anni il popolo tibetano è alla ricerca di una convivenza pacifica che rispetti la propria cultura, la propria storia e tradizione dopo l'occupazione cinese del Tibet e la fuga del Dalai Lama in India. Gyatso compone le fotografie come un album di famiglia che rivela i ruoli diversi e complessi di ogni membro della famiglia. Originariamente creata per il Michael C. Carlos Museum della Emory University di Atlanta, Georgia, questa serie di fotografie è in un certo senso correlata a un altro lavoro creato da Gyatso: My Identity. Una serie di auto-scatti che mostrano l'artista vestito come un artista tibetano di varie epoche: vestito con un pittore tradizionale tibetano mentre dipinge Buddha o con una divisa comunista cinese del periodo della rivoluzione culturale mentre dipinge un quadro di Mao o come un artista tibetano a Londra mentre dipinge un'opera astratta mostrando così come egli è oggi. My Identity e Family Album sono due opere d'arte semplici ma potenti con un forte messaggio politico e sociale legato alla vita di molti tibetani che guardano la loro cultura e le tradizioni assorbite.

Tuttavia, anche se questo lavoro fa riferimento alla famiglia dell'artista e alla condizione del popolo tibetano, queste opere ritraggono un modello universale del comportamento umano contemporaneo. Infatti, dal punto di vista dei seguaci della globalizzazione stiamo esperendo un mondo multiculturale e globale, dove i confini sono dematerializzati, flessibili e permeabili a seguito di una tendenza alla apertura, allo scambio, all'inclusione. Da un punto di vista differente (un punto di vista che preferisce essere locale anziché globale) ci sono nuovi confini che si aggiungono o sostituiscono i precedenti come risultato di una strategia di chiusura in un mondo che cambia troppo velocemente. Dunque gli intellettuali contemporanei sono concordi quantomeno sull’affermare che oggi è davvero difficile costruire una identità che è oramai simile a un processo di somma di elementi diversi che possiamo gestire e modificare in base alle diverse situazioni che ci troviamo a fronteggiare.

Spesso mescoliamo elementi davvero diversi e questa miscela crea un equilibrio temporaneo soggetto a modifiche mutevoli. Secondo il sociologo francese Touraine ci troviamo di fronte al vero paradosso della nostra società: mentre l'economia si sta globalizzando, l'identità cessa di guardare al futuro rifacendosi invece al passato, a un desiderio astorico. Per questo motivo, anche se la pratica artistica di Gyatso è spesso legata alla cultura tibetana è da intendersi come un modo per collegare elementi diversi: Oriente e Occidente, pubblico e privato, cultura alta e cultura pop, religione e politica, ecc. "C'è un filo comune che definisce l'identità di una cultura? O la vera natura dell’identità è un po' ambigua? Troppo complessa, troppo personale, troppo politica per essere davvero capita o definita. Sono sempre stato interessato alle zone grigie; dove il linguaggio spesso ci sembra fallire. L'arte ha il dono di tessere insieme le idee e le emozioni complesse e presentarle in un modo facilmente riconoscibile", dice Gonkar Gyatso.

Non sappiamo se ci stiamo davvero muovendo verso una "società senza confini", cioè una società globale, senza confini politici. In ogni caso speriamo di muoverci verso una società che rispetti i confini culturali cioè le differenze culturali perché tutti noi saremo più vicini non perché viviamo in un mondo senza frontiere, ma in un mondo che rispetta le differenze. E per raggiungere questo obiettivo abbiamo veramente bisogno di una pratica artistica come quella di Gonkar Gyatso che collega Oriente e Occidente, la religione e la cultura pop creando capolavori basati su un'armonia trans-culturale. Per Gonkar Gyatso l’arte è uno strumento di trasformazione sociale e di rigenerazione e dobbiamo considerare la sua pratica come un punto di riferimento nel determinare ciò che nel futuro le nostre società dovrebbero essere.