La Bianchina Cabrio nasce nel 1959 e porta la firma dell’ingegner Luigi Rapi, il progetto realizza il desiderio di un miliardario americano che voleva un’automobile scoperta derivata dalla “Bianchina Trasformabile” del 1957.

I primi esemplari escono dalla catena di montaggio a partire dal 1960, diventando così la più piccola cabrio al mondo, la presentazione ufficiale avvenne al salone di Ginevra del mese di aprile dello stesso anno. La Cabriolet diventò l’auto ideale per le calde serate estive, un vero e proprio oggetto del desiderio nelle località di villeggiatura alla moda e nel traffico caotico delle grandi città. La realizzazione, apparentemente semplice, parte dall'eliminazione dei montanti metallici della versione “Trasformabile”, mentre la base meccanica è la stessa della Nuova Fiat 500, nata anche lei nel 1957. A differenza della piccola utilitaria torinese, la capote nera in tela gommata della Bianchina si può aprire completamente.

Sulle fiancate era presente una bellissima fascia smaltata in nero lucido, un altro particolare che la rendeva appetibile, da parte dei giovani, erano i cerchi delle ruote con la doppia colorazione alluminio al centro ruota e il canale nero lucido. La tappezzeria interna era in vinilpelle a supporto semielastico, molto in voga in quel periodo, realizzato dalla Pirelli Sapsa e disponibile in azzurro, beige, avorio e corallo. La parte alta dei sedili non si presentava più a forma di V ma diritta, con delle inedite e caratteristiche cuciture a coste verticali imbottite. Quest’ultimo dettaglio era assente nelle versioni per il mercato estero. Il rivestimento bicolore delle portiere era caratterizzato da una lunga fascia bassa nera con inseriti una tasca portadocumenti e due bottoni.

La produzione della Cabriolet prima serie proseguì per otto mesi con un notevole successo commerciale (circa 1.050 esemplari prodotti) fino alla fine del 1960, quando le novità tecniche introdotte dalla Fiat per la 500 D furono riprese dall’Autobianchi per realizzarne una versione modificata e migliorata che arrivò nella primavera del 1961 e fu identificata dalla sigla “Cabriolet Seconda Serie A”.

La casa automobilistica si convinse che quella vettura potesse rappresentare un sicuro investimento per i mercati stranieri, soprattutto grazie alla ricca dotazione di fregi, faretti con forma circolare, cromature e la splendida mascherina grigliata. Nei primi sei mesi ne furono venduti molti esemplari, nonostante il prezzo di 635.000 lire e l’abitabilità interna ridotta a soli due soli posti. Il target dell’auto era chiaramente quello dei giovani benestanti e di chi desiderava una vettura per la città o da mostrare nelle località di mare più chic. Oltre agli Stati Uniti, i mercati di maggiore assorbimento sono stati quelli di Francia, Germania, Olanda e Inghilterra, alcuni esemplari sono stati esportati anche in Africa e Australia.

Qualche anno fa, a Firenze, si è tenuto il primo concorso nazionale di eleganza per autovetture “Bianchina”, la cosiddetta “eleganza discreta degli anni Sessanta”. Per l’occasione sfilarono 40 autovetture d’epoca, grazie all’organizzazione del Bianchina Club con la collaborazione del Club Auto Moto d’Epoca Toscano. I partecipanti indossarono l’abbigliamento in tema con il periodo dell’autovettura presentata. In quell’occasione si calcolò che in Italia vi erano ancora circa 2.500 Bianchina non radiate. Le regioni dove erano più diffuse risultarono il Veneto e la Sicilia. Il Club ha il maggior numero di soci in queste regioni ma tutte le delegazioni sono attive e organizzano ogni anno una decina di raduni in Italia e all'estero.

Le quotazioni della Bianchina sono salite sensibilmente negli ultimi anni, forse proprio per l'intensa attività del Club che ne ha rinnovato l'immagine e promosso la conoscenza tra gli appassionati di auto d'epoca e non. I prezzi, approssimativamente, vanno dai 5000 euro per berlina e la panoramica ai 10.000 per la trasformabile ed anche oltre 15.000 euro per la cabrio. Ovviamente conta molto lo stato di conservazione e originalità, potendo essere il costo di un restauro ben fatto superiore al valore commerciale. Il Bianchina Club è molto conosciuto all'estero, con soci in Francia, Svizzera, Germania, Danimarca, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Sudafrica e Stati Uniti.

Il mondo del cinema non è rimasto insensibile al fascino della Bianchina, era l’automobile del Rag. Fantozzi, interpretato da Paolo Villaggio, mentre una bellissima cabrio rossa è apparsa nel finale di La Pantera Rosa, guidata da un attore mascherato da Gorilla. La Bianchina Panoramica compare in Thrilling, un film in tre episodi del 1965 diretto da Carlo Lizzani, Ettore Scola e Gian Luigi Polidoro, in quello intitolato Autostrada del sole, con Alberto Sordi.

Nel 1967, l’aumento delle vendite convinse il reparto commerciale (ormai sotto il controllo della Fiat) a continuare la produzione della Bianchina cabriolet, che cessò nel 1969, sostituita dalla nuova A112. L’auto non ha visto la luce degli anni settanta, dove probabilmente avrebbe avuto ancora mercato, restando nell’immaginario collettivo ed entrando di diritto nel mito.