Il 21 giugno scorso, in Antartide si è celebrato il Mid-Winter, il giorno più corto dell'anno. I dati meteo segnalavano una temperatura di -64.9 gradi che percepita era di -82.3; la velocità del vento di 3.3 metri al secondo. In quei giorni la cronaca peraltro scarna ed essenziale di quelle latitudini, vedeva la partecipe solidarietà di tutti i ricercatori antartici alla difficile operazione di evacuazione medica di uno dei 48 membri del team della Base Americana Amundsen Scott che aveva urgente bisogno di cure ospedaliere. Operazione resa estremamente complessa per le difficoltà tecniche di atterraggio e decollo nella totale oscurità. Ed ecco la seconda parte della nostra intervista a Simonetta Montaguti, ricercatrice PNRA/CNR.

Secondo Lei le scoperte e le conoscenze che emergono nel lavoro di ricerca antartica sono importanti per il nostro vivere su questo pianeta nel suo insieme? Cosa ci insegna il continente ghiacciato sul passato, il presente e soprattutto sul futuro?

L'Antartide ha un importante compito nell'equilibrio climatico-ambientale del pianeta, poiché ogni variazione della calotta si ripercuote sull'equilibrio termico planetario, sulla circolazione oceanica e atmosferica nonché sul livello del mare. Ad esempio, le analisi chimiche, isotopiche e fisiche delle polveri e dei gas contenuti nelle carote di ghiaccio prelevate in Antartide, hanno permesso di ricostruire in maniera dettagliata le temperature e il volume dei ghiacci sui continenti, la composizione dell'atmosfera del passato, l'andamento delle masse d'aria, la frequenza delle eruzioni vulcaniche e l'inquinamento atmosferico prodotto dalle attività umane. In particolare, con il progetto EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica) è stato possibile ricavare una documentazione paleoclimatica degli ultimi 800.000 anni. Da questi studi è emerso che le concentrazioni di anidride carbonica, di metano e di altri gas ad effetto serra erano molto inferiori rispetto a quelle odierne e che tutta l'umanità è minacciata da un cambiamento climatico significativo e accelerato iniziato oltre un secolo fa. In Antartide, è stato possibile studiare anche il buco dell'ozono e monitorare il suo cambiamento nell'arco dei vari anni. Il problema è estremamente importante in quanto una riduzione dell'effetto schermante dell'ozono comporta un conseguente aumento dei raggi UV che giungono sulla superficie terrestre. E questo per l'uomo comporterebbe un aumento del rischio di cancro sulla pelle. Inoltre, i raggi ultravioletti potrebbero avere effetti negativi anche sull'agricoltura e sugli ecosistemi oceanici. Infatti, i raggi UV possono causare un'inibizione parziale della fotosintesi delle piante, causandone un rallentamento della crescita e, nel caso si tratti di piante coltivate, una diminuzione dei raccolti. Alle stesso modo, i raggi ultravioletti possono diminuire l'attività fotosintetica del plancton vegetale che si trova alla base della catena alimentare marina, causando uno scompenso notevole a carico degli ecosistemi oceanici. Ci si deve rendere conto che questi problemi non devono essere ignorati e che tutti dobbiamo agire per impedire che la situazione peggiori e collaborare per avere un clima ed un futuro migliore.

Quali analisi sta svolgendo in questo momento e svolgerà nel lungo inverno sull’Antartide?

Le attività che sto svolgendo in questo momento a Concordia s'inseriscono nell’ambito di una collaborazione tra i settori dell’Osservatorio Meteo-Climatico e quelli di Fisica dell’Atmosfera e hanno come scopo principale la gestione delle attività sperimentali meteo-climatiche, radiometriche e di caratterizzazione aerosol. I progetti seguiti sono denominati rispettivamente BSRN observatory (Baseline Surface Radiation Network), CoMPASs (Concordia Multi-Process Atmospheric Studies) e Antarctica Meteo-Climatological Observatory, Meteo RMO. Tutti i dati ricavati dai vari progetti sono messi a disposizione della comunità scientifica internazionale che le utilizza per svariati scopi, quali ad esempio, fare previsioni meteorologiche a breve termine, realizzare modelli dell'atmosfera non solo dell'Antartide ma di tutto il mondo, studiare l'inquinamento atmosferico, il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici a lungo termine. La BSRN è una stazione che fa parte di una rete mondiale e che permette di misurare la radiazione solare incidente in onda corta e la radiazione termica in onda lunga. Ad essa sono collegati vari strumenti (radiometri, albedi, webcam ad alta risoluzione) distribuiti nei diversi laboratori esterni o su strutture realizzate ad hoc al di fuori della base stessa. Questa stazione cerca di rilevare gli eventuali cambiamenti nel campo della radiazione solare terrestre che, possono a loro volta, essere legati ai cambiamenti climatici. Il CoMPASs si pone l'obiettivo di estendere la comprensione dei meccanismi del sistema atmosfera mediante uno studio multi-processo che utilizza la regione antartica quale osservatorio privilegiato. La porzione di atmosfera oggetto dell'indagine si estende dallo strato limite planetario fino alla stratosfera (cioè fra la superficie terrestre e i 50km di altezza). Sono studiati i processi micro-meteorologici dello strato limite atmosferico, i meccanismi di formazione delle nubi e la loro influenza sul bilancio radiativo terrestre, le problematiche relative al ciclo dell'ozono all'interno del vortice polare. Rientrano in questo progetto anche gli strumenti DMPS (Differential mobility particle sizer), PSAP (Particle Soot/Absorption Photometer) e OPS - TSI 3330 (Optical particle sizer) che permettono di misurare rispettivamente la distribuzione dimensionale delle particelle di aerosol, il coefficiente di assorbimento dell’aerosol, la taglia e la concentrazione in numero delle particelle in sospensione nell'atmosfera per lo studio dell'inquinamento terrestre. Le attività relative all’Osservatorio Meteo-Climatico, Meteo RMO, riguardano sia la gestione e la manutenzione di una stazione meteo, denominata MILOS 520 e utilizzata per scopi scientifici che l’esecuzione giornaliera di un radiosondaggio, effettuato alla solita ora, 12:00 UTC. La stazione meteo fornisce in tempo reale i valori della temperatura, dell'umidità, della pressione dell'aria, della direzione e della velocità del vento. Dall'elaborazione di tutte queste informazioni è possibile anche ricavare dei particolari dati chiamati METAR che vengono utilizzati per l'aviazione. Il radiosondaggio fornisce, lungo un profilo verticale di atmosfera, i valori della temperatura, dell'umidità, della pressione dell'aria, della direzione e della velocità del vento. Il fatto di avere altre stazioni nel mondo che effettuano il radiosondaggio alla stessa ora permette di confrontare tutti i dati anche sul piano orizzontale e quindi avere una conoscenza globale dell'atmosfera e poter effettuare delle previsioni meteo. Quest'anno, alcuni colleghi italiani e francesi hanno, inoltre, richiesto la mia collaborazione per i loro rispettivi progetti, IRAIT (The International Antarctic Infrared Telescope) e PAIX (Photometer Antarctica eXitinction).

Come descriverebbe il contributo di una ricercatrice donna? Al di là delle competenze professionali, c’è uno specifico femminile anche in un ambito come quello nel quale si trova impegnata?

Posso dire poco di questo inverno appena agli inizi tranne il ritrovarmi a fare da "sorella maggiore" alla mia collega francese di 23 anni che si rivolge a me per confidarsi o esternarmi i suoi dubbi. Riferendomi al precedente winterover ricordo che noi donne presenti in base facevamo da punto di riferimento per gli uomini che si rivolgevano a noi anche per essere supportati e rincuorati nei momenti difficili oppure anche per scambiare solo due chiacchiere. Feste e momenti conviviali erano da noi organizzate per cercare di rinforzare il gruppo. A volte, però, le nostre gentilezze e la nostra amicizia sono state fraintese scatenando incomprensioni, gelosie e talvolta scontri verbali. Gli stessi componenti maschili hanno, però, riconosciuto che noi donne dimostriamo più forza d'animo e siamo capaci di affrontare il periodo invernale con maggior determinazione. Inoltre, da racconti di amici che hanno vissuto altri inverni senza la presenza femminile, è emerso che con il passare del tempo aumentava l'incuranza verso l’igiene personale e i comportamenti diventavano più rudi.

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