Negli ultimi decenni sono stati fatti enormi passi avanti nella comprensione delle parentele tra forme di vita e nella loro classificazione. Nonostante ciò, progressi come quelli relativi alle analisi genetiche stanno permettendo agli scienziati di studiare forme di vita a livelli mai visti prima. Per questo motivo può capitare che alcune ricerche riservino ancora sorprese mostrando che ci sono ancora lacune nella nostra conoscenza delle forme di vita.

Un articolo pubblicato recentemente sulla rivista Proceedings of the Royal Society B descrive uno studio effettuato da un team di ricercatori dell'Università di Exeter sui funghi marini microscopici. Un sequenziamento del DNA a vasta scala ha permesso di scoprire la diversità e l'abbondanza di funghi negli ambienti marini. In realtà, esse sono inferiori rispetto a quelle esistenti nei funghi terrestri suggerendo che la loro evoluzione è avvenuta soprattutto sulla terraferma.

Vari studi erano stati condotti in passato sui funghi terrestri ma quelli marini erano ancora poco conosciuti. Campioni di funghi marini sono stati prelevati in aree vicino alle coste di Bulgaria, Norvegia, Spagna, Italia e Francia. Il sequenziamento del loro DNA ha permesso di capire meglio la loro evoluzione, le parentele tra di loro e con i funghi marini, fornendo anche qualche sorpresa.

La diversità e l'abbondanza di funghi marini possono anche essere relativamente limitate ma sono comunque notevoli, tanto che il professor Thomas Richards, uno degli autori di questo studio, ha commentato che quelli analizzati rappresentano parecchi gruppi mai descritti prima. Tra gli oltre settanta funghi marini identificati ce ne sono alcuni così diversi tra loro dal punto di vista genetico che devono rappresentare rami dell'albero della vita davvero unici che si aggiungono a quelli conosciuti.

I funghi non sono le uniche forme di vita marina che si sono diversificate in maniera estrema. Un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences descrive infatti uno studio su una medusa che si è evoluta in un parassita microscopico. Sarebbe forse più appropriato parlare di involuzione dato che in questo caso c'è stata una degenerazione di creature che hanno mantenuto solo alcune caratteristiche fondamentali dei loro antenati.

In termini scientifici, le meduse fanno parte del Phylum Cnidaria. Questi parassiti che discendono da meduse formano un gruppo chiamato* Myxozoa* e in origine venivano classificati come protozoi. Ciò perché le loro dimensioni sono tra le 20 e le 40 volte inferiori a quelle della medusa media. Le discussioni sono andate avanti per molto tempo, ma grazie ad analisi genetiche sempre più accurate è stato possibile scoprire le parentele corrette anche se la loro forma fisica è ormai molto diversa da quella delle meduse.

Le ricerche genetiche sono culminate con questo studio condotto da un team di scienziati dell'Università del Kansas e dell'Università di Tel Aviv guidati dal professor Paulyn Cartwright è stato possibile stabilire la loro parentela con le meduse oltre ogni dubbio. La loro conclusione è che ci sono le prove necessarie a inserire anche i parassiti Myxozoa nel Phylum Cnidaria.

Ricerche come quelle sui funghi marini e sui parassiti Myxozoa mostrano quali tipi di lacune ci siano ancora nelle nostre conoscenze nel campo della biologia. Nel caso dei funghi marini si tratta di capire bene le parentele che esistono tra di loro e con i funghi di terra. Nel caso dei Myxozoa il problema era capire da quali organismi fossero derivati. Le ricerche genetiche sono indispensabili per fare chiarezza ma chissà quanti risultati sorprendenti ci saranno ancora!