Quattro artisti filippini - Olan Ventura, Ej Cabangon, Ruel Caasi e Igan D'Bayan - si confrontano con la loro città natale presentandola come un universo alternativo, dove ogni cosa è straniera ma familiare, iperrealista e astratta, bella e bizzarra allo stesso tempo. Una mescolanza di passato, presente e possibile. Una visione dall'esterno di ciò che è più profondo: una cornucopia di notizie quotidiane, leggende urbane, cieca fiducia, adorazioni di celebrità, realismo magico, filosofia virtuale, tanto quanto crisi d'identità trasportata attraverso secoli di colonialismo, decadi di dittatura e confusione contemporanea.

L'esposizione "Vortex Manila" è, inoltre, un'esplorazione dello status dell'artista filippino e dell'arte asiatica contemporanea, in relazione ai paradigmi assodati del pensiero, del gusto e dell'estetica occidentale.

Cabangon riprende immagini di cartoni animati per trasformarle in lavori "rapiti" in un costrutto liquefatto, a metafora di perdita di innocenza o di un mondo di liquefatti giocattoli disadattati.La strategia del "rapimento" può essere letta politicamente (la pericolosità di vivere in una nazione del terzo mondo) o in maniera interamente esistenziale e universale.

D'Bayan è ossessionato dalle vecchie, strane Filippine: come eventi storici, cultura pop, truffe internet, attualità e horror movies, convergano in una zona d'ombra crepuscolare, uno specchio oscuro, una zona di gotico esotico. In Iluminacion, la mitologia personale si fonde con mostri del folklore filippino, simboli degli Illuminati, cover di album rock progressivo, l'arlecchino di Picasso, mascotte di basket e lo spettro del terrorismo che si aggira per l'Europa.Queste immagini formano un'apocalisse quiete - senza il fuoco e lo zolfo biblico, ma ancora più sinistra. I ritratti Flipinas sono decostruzioni di antichi lavori di maestri filippini in uno sventurato negozio sari-sari (minimarket).

Olan riconfigura la tradizionale natura morta (elemento basilare dell'arte filippina) attraverso una ricostruzione d'immagine come fosse "immagine di un'immagine"- gli oggetti diventano un flusso, un moto, dove gli errori di stampa alterano le immagini acquisite e colori e ombre scorrono incessantemente in questa visione frenetica.In questi dipinti, la natura morta, diviene una contraddizione di ciò che dovrebbe essere, mostrandosi in tutta la sua instabilità e imprevedibilità.

Caasi investiga il non-fisico nei suoi astratti Untitled - meditando sulla forma all'interno di una forma, su forme strane che interagiscono con forme ancora più strane, e sullo spazio che si intromette in altri spazi.L'artista è sempre stato attratto da come le forme e le forze si influenzino a vicenda: una danza di geometria, gesti e strutture.