Da quando ho scoperto la bicicletta (purtroppo un po’ tardi: a sessanta anni) e soprattutto il cicloturismo, non mi faccio mancare una ciclovacanza annuale, oltre a tante pedalate anche cittadine.

Le due ruote sono, infatti una formidabile macchina di conoscenza: del paesaggio che ci circonda e ci avvolge nelle nostre pedalate, delle bellezze architettoniche e delle persone che pedalano con noi e di quelle che incontriamo lungo la strada.

Come ha scritto l’astrofisica Margherita Hack nel suo libro “ La mia vita in bicicletta” (Ediciclo Editore). “La sensazione di libertà, di immedesimarsi nella natura, di correre con il vento in faccia e tra il profumo dei fiori e dell’erba solo la bicicletta può darla. In bici si ha il tempo di vedere il paesaggio, di scorgere la lucertola che quasi ti taglia la strada, di sentire il canto assordante delle cicale e quello più armonioso dei grilli…” -

L’ultima ciclovacanza, che ho organizzato, nell’ottobre scorso per Fiab Ciclobby ( www.ciclobby.it) con il supporto tecnico di Ferula Viaggi di Matera ( http://www.ferulaviaggi.it), è stata in Puglia e Basilicata: da Trani a Matera, con una puntatina a Bari. Abbiamo raggiunto (compagno di viaggio è stato Bruno, altro socio di Fiab) Trani con il treno: cuccette, con bici nelle sacche e siamo ritornati da Bari: treno diurno, con bici sempre nelle sacche. Perfetta intermobilità!

E' stato un viaggio nel silenzio, nella luce, nella storia e nei sapori del Sud Italia. Il paesaggio della Murgia, da Castel del Monte a Matera, i profumi ed i sapori dell’uva e dei fichi, raccolti per strada (ricordi d’infanzia), ci hanno accompagnato e rinfrancato nella nostra pedalata. Da Trani, con il suo porto e la splendida cattedrale, si è arrivati a Bisceglie (dove abbiamo gustato i cavatelli ai frutti di mare), Molfetta, Ruvo di Puglia, Corato, per poi ritornare a Trani. Siamo stati a Castel del Monte, con il suo misterioso castello, a forma ottagonale, fatto costruire nel XIII secolo dall'imperatore Federico II, a Venosa, antica città Romana dove nacque il poeta latino Orazio (Carpe Diem), con il suo castello aragonese ed a Melfi. Città adagiata su un colle vulcanico nella parte settentrionale del Vulture, con l’imponente castello normanno-svevo.

Dopo aver attraversato i vigneti del Vulture e gustato il vino Aglianico, anche direttamente dalle Cantine lungo la strada, si è fatto rotta nell'accogliente agriturismo "La Bufalara", dove Edda ci ha accolti nella sua masseria che domina la valle del Bradano. La cucina ( gustoso è il sapore del suo pane cotto: pane raffermo annaffiato da brodo preparato con porri e peperoncino, uova e prezzemolo), l’accoglienza e il vino Aglianico sono stati come sempre (non per niente è la quarta volta che passo in bicicletta da quelle parti!) eccezionali …La visita, questa volta a piedi al tramonto, del Santuario medioevale di S. Antonio Abate ci ha riempito gli occhi di tenui colori.

Il quarto giorno, dopo aver costeggiato il lago di San Giuliano in una splendida strada deserta, che sembra fatta apposta per pedalare, e esserci fermati a visitare la cripta del Peccato Originale, da molti considerata la Cappella Sistina degli insediamenti rupestri, siamo arrivati a Matera. La vista dei Sassi ci ha fatto passare immediatamente la stanchezza della pedalata. Alloggio nel B&B “La Dolce Vita “ che si trova nel sasso Caveoso. Aperitivo in piazza Sedile, cena in piazza Ridola, dove abbiamo degustato il Matera Rosso e terminato con il pasch'nisch (dolce settembrino preparato con semolino e mosto d'uva).

Abbiamo anche fatto un pedalata per Bari, arrivati li per prendere, ahimè!, il treno per Milano, dopo aver però gustato la tiella barese a base di riso, patate e cozze.

Ogni giorno abbiamo pedalato molto, anche in parecchi tratti collinari, ma abbiamo anche visto i tesori dell’arte, gustato la cucina e i prodotti di queste terre, tra cui gli ottimi vini ...Spesso abbiamo avuto l'impressione di viaggiare indietro nel tempo. Compagni, in parte, delle nostra pedalata, ma soprattutto delle cene, sono stati quattro simpatici inglesi: Fiona, Andrew, Sashi e Richard.

Fotografie di Mariagabriella Berti.