Negli anni settanta del novecento, Humberto Maturana, coadiuvato dal suo prima allievo e poi collaboratore, Francisco Varela, elaborò il concetto di autopoiesi, termine coniato unendo le parole greche “auto” (se stesso) e “poiesis” (creazione, produzione), per rispondere a due domande: 1. Che cosa rende gli esseri viventi organismi viventi? 2. Che cosa avviene nel fenomeno percettivo-cognitivo di un organismo vivente?

Che cos'è un sistema autopoietico

In sintesi un sistema autopoietico è un sistema che ridefinisce continuamente se stesso ed al proprio interno si sostiene e si riproduce. Qualunque sistema che abbia tale caratteristica può, a tutti gli effetti, essere detto vivente, qualora la produzione dei propri elementi di base sia in grado di riprodurre ricorsivamente gli elementi che li producono; ossia un sistema, per essere vivente, deve produrre continuamente se stesso. Noi stessi siamo dei sistemi autopoietici in interazione con tutti gli altri sistemi autopoietici del pianeta. È l’interagire, automantenendo la rete delle relazioni costitutive, la sua organizzazione, la caratteristica di un vivente, per cui vivere è agire e interagire, dunque è anche conoscere, per qualunque forma di vita. I sistemi autopoietici interagiscono fra di loro, costituendo una rete di interazioni, che, per il suo essere rete, non può avere alcuna gerarchia.

Collocazione dei pensatori autopoietici

La parola “autopoiesi”, nuovo vocabolo, ha creato una nuova tradizione di pensiero. La teoria dell’autopoiesi, inizialmente di molto difficile accettazione, ha ben presto travalicato l’ambito della biologia tradizionale andando a costituire un’importante prospettiva nell’ambito della “Complessità”, corrente di pensiero di grande attualità, che propone un superamento dei dualismi di cartesiana memoria e con questo l’abbattimento delle barriere e delle frontiere di qualunque tipo, fra gli umani e fra i saperi.

Diffusione della teoria autopoietica nel mondo

Ora la teoria autopoietica è nota a livello planetario e numerosi sono gli studiosi che si ispirano ad essa, pur provenendo da ambiti disciplinari estremamente distanti, se intesi secondo la tradizione, andando, ad esempio, dalla biologia, ove essa è sorta, alla teoria dei sistemi in informatica, alle teorie sulla vita artificiale e sull’intelligenza artificiale e la robotica, alla psicologia, alla medicina, alla sociologia e, persino, alla danza, tanto per fare alcuni esempi. Ogni espressione del sapere degli umani può essere connessa al concetto di “autopoiesi”. Una rapida ricerca, fatta ponendo il termine “autopoiesis”, ad es. su www.google.com, fornisce circa 408.000 risultati, numero che può dare un’idea della diffusione attuale del concetto in questione.

Alcune possibili riflessioni sul significato e le conseguenze etiche del pensare "autopoietico"

Al cuore della teoria autopoietica sta la riscoperta della relazione, la ricerca di una sintesi che non sia la pura e semplice somma di competenze specialistiche, ma che includa la dinamica continua delle interazioni. Infatti, ogni organismo vivente, in quanto sistema autopoietico, compresi noi stessi, si modifica continuamente attraverso una serie di adattamenti reciproci con un altro essere vivente con il quale entra in relazione, senza una prevalenza predeterminata di uno sull’altro. Questo comporta interessanti conseguenze: le modificazioni dei sistemi in interazione possono far sì che essi diventino irriconoscibili se osservati di nuovo; noi stessi come osservatori e nello stesso tempo sistemi viventi autopoietici, non possiamo restare immuni sia dal trasformare che dall’essere trasformati e per questo noi non possiamo non sentirci responsabili di ogni nostro agire (Mascolo 2014). Secondo la prospettiva autopoietica, l'osservatore, non più al centro, diventa una semplice componente del sistema, che cambia con il sistema stesso, escludendo, pertanto, che qualsiasi descrizione dei fenomeni sia “oggettiva”. Humberto Maturana propone, pertanto, una modalità conoscitiva diversa da quella che fa appello ad una realtà precostituita ed indipendente da chi conosce e che dà a chi vi crede l’arroganza del potere e l’irresponsabilità delle proprie decisioni. Da preferire, secondo lui, è il percorso esplicativo dell’oggettività tra parentesi, nel quale ci rendiamo conto che “la negazione dell’altro e del mondo che comporta con il suo vivere non si può giustificare in riferimento a una realtà o verità trascendente, ma che si può giustificare soltanto partendo dalle preferenze di chi nega. Per questo ogni negazione dell’altro nel percorso esplicativo dell’oggettività tra parentesi è una negazione responsabile” (Maturana 2006, p. 59).

Bibliografia:

Maturana H. R., 2006. Emozioni e linguaggio in educazione e politica. Con Dávila Ximena. Editore Eleuthera, Milano.
Mascolo R., 2014 – La responsabilità di essere coscienti del mondo che produciamo con il nostro vivere. In uscita su AIEMS, N° 10 di Riflessioni Sistemiche, http://www.aiems.eu/.

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