La mostra ripercorre la straordinaria carriera di questo artista italiano, principe russo di nascita e parigino di adozione, che ebbe allo stesso tempo una brillante carriera negli Stati Uniti. Per il suo grande talento di ritrattista fu molto richiesto da un’élite cosmopolita, dalle celebrità, dal jet set parigino e persino dalle prime star del cinema americano. La sua vita è scandita da incontri e amicizie decisive con letterati, Tolstoj in Russia, Georges Bernard Shaw a Parigi, con i quali condivide lo stile di vita vegetariano, piuttosto insolito per l’epoca. Al di là dei ritratti a cui deve la sua reputazione, la mostra metterà in luce le sue sculture di animali, come pure le sue sorprendenti opere legate alla causa animalista di cui fu uno strenuo difensore ante litteram.

Realizzata in collaborazione con il Museo del Paesaggio di Verbania, la mostra è l’occasione per esporre parte della collezione dello studio di Troubetzkoy, lasciata in eredità al museo italiano dopo la sua morte. Ci invita inoltre a guardare con nuovi occhi la sua pratica artistica e il suo stile ben riconoscibile. Il modo in cui Troubetzkoy lavora i suoi modelli con piccoli tocchi energici che, nelle versioni bronzee, catturano e fanno vibrare la luce sulla superficie del metallo, solleverà chiaramente la questione dell’impressionismo nella scultura.

I visitatori scopriranno così un artista sensibile e moderno, particolarmente sottile nella sua capacità di rendere la fluidità dei corpi, l’energia del movimento e la forza dei caratteri. La sua opera, che si colloca a cavallo tra Ottocento e Novecento, consegnerà peraltro un quadro molto vivace della Belle Époque. Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo, la prima opera in francese su questo scultore che ha trascorso parte della sua vita a Parigi.

Difatti, sebbene Parigi diede a Troubetzkoy la possibilità di lanciare la sua carriera a livello internazionale, Milano, dove si stabilì all’età di 18 anni nel 1884, fu la città che gli permise di scoprire sé stesso, di formarsi e di definirsi come artista libero da vincoli accademici. Lì frequentò le figure di spicco del movimento letterario e artistico degli Scapigliati, i pittori Ranzoni e Cremona e lo scultore Grandi, che svolsero un ruolo importante nei suoi primi anni di formazione. Lì si fece conoscere partecipando alle principali mostre (Brera, la Famiglia Artistica, la Permanente) ogni anno dal 1886 al 1897, prima di partire per la Russia. Lì realizzò i suoi primi capolavori e in particolare il busto del pittore Giovanni Segantini modellato nel 1896, la cui versione bronzea conobbe un immenso successo. I primi committenti di Troubetzkoy furono milanesi (per i ritratti o per alcune tombe al Cimitero Monumentale). Ed è sempre grazie a un ingegnere milanese che otto sculture dell’artista furono esposte alla World’s Columbian Exposition di Chicago nel 1893, e che quattro di esse furono poi esposte l’anno successivo alla California Midwinter International Exhibition di San Francisco, dove furono acquistate dall’uomo d’affari Michael Henry de Young per il museo civico, cosa che spinse lo scultore a recarsi in California nel 1917. Per tutta la sua carriera Troubetzkoy continuò a esporre a Milano, fino al 1936, due anni prima di morire. La Galleria d’Arte Moderna non solo possiede importanti sculture di Troubetzkoy, ma annovera nella propria collezione anche opere degli artisti della Scapigliatura che lo guidarono nei suoi primi passi.