Quali sono tre aggettivi che userebbe per descriversi e tre aggettivi per descrivere la vostra struttura?
Mi considero una persona genuina, con una forte passione per l’eccellenza e per la cura dell’esperienza degli ospiti e l’attenzione per i dettagli. Grazie alla mia trentennale esperienza nel settore dell’ospitalità e una carriera che mi ha portato a guidare hotel di prestigio in Europa, Medio Oriente e Asia, come il Waldorf Astoria Jerusalem e l’Hilton Vienna Plaza, solo per citarne alcuni, ho sviluppato una visione globale e una profonda attenzione alla qualità del servizio. L’Hilton Lake Como è un moderno lifestyle hotel, situato in una delle destinazioni più affascinanti d’Italia. Con centosettanta camere eleganti e moderne, una spa esclusiva, una piscina a sfioro panoramica riscaldata e una ricca offerta gastronomica tra ristoranti e bar, offriamo un’esperienza completa e raffinata, pensata per soddisfare le esigenze di ogni tipo di viaggiatore, in ogni stagione dell’anno.
Frutto di una riqualificazione e completa ristrutturazione di due edifici esistenti, uniti da un corpo moderno, Hilton Lake Como definisce nuovi parametri del lusso, operando un’armonia tra la bellezza circostante e l’eleganza dello stile, grazie all’intervento dei progettisti Monica Limonta e Dario Cazzaniga. In cosa si riconosce il Made in Italy?
L’essenza del Made in Italy è profondamente radicata nell’identità di Hilton Lake Como e si manifesta in ogni dettaglio del progetto. A partire dalla riqualificazione e completa ristrutturazione di due edifici, uniti da un corpo moderno, l’hotel rappresenta un perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione. Il lavoro degli architetti Monica Limonta, proprietaria dell’hotel insieme al fratello Paolo, e Dario Cazzaniga ha saputo interpretare con sensibilità e maestria lo spirito del luogo, valorizzando l’eleganza dello stile italiano.
Ogni elemento, dagli arredi su misura agli spazi comuni, è frutto di una cura meticolosa e dell’impiego di materiali pregiati, selezionati per esprimere qualità e raffinatezza. Il design, sobrio ma ricercato, riflette quella bellezza senza tempo che contraddistingue l’estetica italiana, capace di coniugare funzionalità e stile. Anche l’attenzione al dettaglio, che considero una mia cifra personale, è un tratto distintivo del nostro approccio. Ogni scelta – dal concept architettonico fino ai complementi decorativi – è pensata per offrire un’esperienza autentica, che parli il linguaggio dell’ospitalità italiana. Un linguaggio fatto di accoglienza, eleganza e passione per il bello, che i nostri ospiti, italiani e internazionali, percepiscono e apprezzano fin dal primo momento.
La seta, in particolare, è un leitmotiv che si respira in tutto l’Hotel. Utilizzata per i tessuti di design, è protagonista anche nella spa e dei nomi ideati per i ristoranti, dal Lobby Bar Taffeta, che ricorda un tipo di tessuto in seta, al ristorante Satin, dove il termine francese definisce la seta, utilizzata anche nella sala congressi. Una scelta che conferma la stretta connessione con il territorio e la sua storia, datosi la sua originaria funzione di fabbrica di seta.
Avete cercato di conservare un approccio artigianale in virtù di questa sua originaria destinazione?
Assolutamente sì. La seta rappresenta molto più di un semplice elemento decorativo: è il filo conduttore che definisce l’identità stessa di Hilton Lake Como. La sua presenza è tangibile in ogni angolo dell’hotel, dai raffinati tessuti di design utilizzati negli ambienti comuni e nei trattamenti della spa, fino alla scelta dei nomi delle nostre venue. Il Lobby Bar “Taffeta” richiama l’omonimo tessuto in seta, il ristorante “Satin” si ispira al termine francese che identifica la seta, mentre la sala congressi “Gelso” prende il nome dalla pianta le cui foglie nutrono il baco da seta, simbolo della tradizione serica comasca. Questa scelta nasce dal desiderio di preservare e valorizzare la memoria storica dell’edificio, un tempo sede di una fabbrica di seta. Il nostro obiettivo è rendere omaggio a questa eredità locale. Ogni elemento è pensato per raccontare una storia, creare un legame autentico con il territorio e offrire ai nostri ospiti un’esperienza significativa e profondamente radicata nella cultura di Como.
La vostra struttura si apre su un paesaggio spettacolare, offrendo la raffigurazione di una bellezza idilliaca con viste mozzafiato. In storia dell’arte, nel Seicento si assiste a uno sviluppo autonomo e cosciente della pittura di paesaggio e della veduta. Quanto secondo lei, in ambito turistico, la natura è diventata parte integrante nella scelta di una determinata struttura?
La natura è diventata ormai un elemento centrale nel processo di selezione dei viaggiatori quando scelgono una destinazione e di conseguenza un hotel. Hilton Lake Como offre un legame autentico con la natura, regalando una sensazione di tranquillità e di fuga dal ritmo frenetico degli ambienti urbani. Le montagne verdeggianti che circondano il lago, con i loro panorami mozzafiato e l’atmosfera serena, contribuiscono a rendere l’esperienza degli ospiti ancora più memorabile. Questa connessione con il paesaggio non è solo estetica, ma anche etica. C’è una crescente consapevolezza e una forte preferenza per pratiche di turismo sostenibile. Abbiamo implementato numerose pratiche per la riduzione degli sprechi alimentari e continuiamo a lavorare per minimizzare il nostro impatto sull’ambiente. In un contesto come quello del Lago di Como, dove la bellezza naturale è parte integrante dell’identità del territorio, crediamo che offrire un’esperienza in armonia con la natura sia non solo un valore aggiunto, ma una vera e propria responsabilità.
“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni”. Nel primo capitolo dei Promessi Sposi, Manzoni offre una accurata narrazione del paesaggio che non serve solo a dare una collocazione geografica degli eventi ma diventa lo specchio dell’animo dei personaggi. Quale stato d’animo e sensazione Lei riflette nel lago di Como?
Il Lago di Como evoca un profondo senso di serenità e bellezza senza tempo. Le sue acque placide, incorniciate da maestose montagne e da una natura rigogliosa, accolgono con armonia pittoreschi borghi e ville storiche, creando un paesaggio idilliaco, perfetto per allontanarsi dalla frenesia della vita quotidiana. Per me, Terrazza 241 è il luogo dove mi sento più ispirato: da lì posso ammirare la vista sul lago e sul paesaggio circostante, che ogni giorno si presenta con sfumature diverse. È uno spazio in cui la natura si fonde con le emozioni, offrendo momenti di riflessione e connessione autentica con l’ambiente. Il lago, con la sua quiete e la sua imponenza, diventa così uno specchio dell’animo, proprio come lo descrive Manzoni: mutevole, profondo, e capace di raccontare storie interiori.
Il filosofo e scrittore francese Paul Valery affermava: “Chi vuol fare grandi cose, deve pensare profondamente ai dettagli”. Quanta cura e attenzione nei dettagli ponete nella vostra struttura?
L’attenzione al dettaglio è un pilastro fondamentale della mia filosofia e del mio stile di management. Credo fermamente che siano i dettagli a fare la differenza tra un’esperienza ordinaria e una memorabile. All’inizio della mia carriera ho lavorato nel settore Food & Beverage, un ambito che mi ha insegnato moltissimo sull’importanza della precisione, della cura e dell’anticipazione delle esigenze degli ospiti. Questo approccio mi accompagna ancora oggi e si riflette in ogni aspetto della gestione dell’hotel: dall’accoglienza alla presentazione dei piatti, dalla disposizione degli spazi alla qualità del servizio. Proprio come diceva Paul Valéry, è proprio l’attenzione meticolosa che ci permette di offrire un’ospitalità autentica, raffinata e coerente con gli standard più elevati.
Cuore pulsante del vostro hotel è la Lobby in vetro e acciaio, che si rifà alla storia delle serre comasche, dove i materiali erano prodotti in serie e portati in cantiere, pronti per essere montati. La volumetria trasparente permette una prevalenza del vuoto rispetto al pieno, eliminando la distinzione tra spazio interno e spazio esterno. Quali altri materiali prediligete nei vostri arredi?
Oltre al vetro e all’acciaio, protagonisti della nostra iconica Lobby ispirata alle storiche serre e giardini d’inverno comaschi, prediligiamo materiali naturali che si integrano armoniosamente con il paesaggio circostante. Il legno, in particolare, è un elemento ricorrente nei nostri ambienti: lo utilizziamo per trasmettere calore e senso di accoglienza, creando un filo conduttore tra le diverse aree dell’hotel. Dalla Lobby alle camere e Suite, il parquet in Rovere Fumè dona continuità e raffinatezza agli spazi. Anche i tessuti rivestono un ruolo centrale: abbiamo scelto fibre naturali come lino e cotone, declinate in tonalità neutre o ispirate ai colori del lago e della natura, per evocare un senso di calma e benessere. Non mancano dettagli di pregio, come il marmo bianco nei bagni delle camere, che aggiunge un tocco di eleganza senza tempo. Per la realizzazione degli arredi ci siamo affidati a prestigiosi brand del territorio, tra cui Limonta, Poliform e Cassina, che condividono con noi l’attenzione per la qualità, il design e la sostenibilità.
È diplomato alla scuola alberghiera di Monaco, come nasce la sua passione per questo ambito?
La mia passione per l’ospitalità è nata molto presto, già durante gli anni della scuola alberghiera a Monaco. Ciò che mi ha davvero spinto a intraprendere questa carriera è stato il profondo interesse per le relazioni umane e la curiosità verso culture diverse dalla mia. L’hotellerie rappresenta per me il perfetto equilibrio tra professionalità e umanità: ogni giorno ho l’opportunità di incontrare persone provenienti da ogni parte del mondo, ascoltare le loro storie, anticipare i loro bisogni e contribuire a rendere il loro soggiorno speciale. Inoltre, la possibilità di viaggiare e lavorare in contesti internazionali mi ha permesso di crescere non solo professionalmente, ma anche a livello personale, ampliando la mia visione del mondo. Credo che l’ospitalità sia, prima di tutto, un atto di connessione umana. E questa convinzione è ciò che continua a motivarmi ogni giorno nel mio ruolo.
Data la sua esperienza professionale internazionale, quali sono le differenze che nota maggiormente tra il turismo europeo e quello asiatico e perché secondo lei molti si orientano sull’Italia come meta di vacanza?
È difficile fare una comparazione netta tra i diversi continenti e Paesi, perché ciascuno ha le proprie peculiarità culturali, abitudini di viaggio e aspettative. In generale, credo che il turista sia sempre più alla ricerca di esperienze autentiche, spesso legate alla cultura locale, all’enogastronomia e alla scoperta del territorio in modo più “slow”. C’è una forte attenzione alla qualità del tempo trascorso, alla sostenibilità e al contatto con la storia e le tradizioni. Per quanto riguarda l’Italia, credo che il suo fascino sia intramontabile. La nostra forza risiede nella combinazione unica di storia millenaria, patrimonio artistico e culturale, tradizione culinaria e paesaggi straordinari. L’Italia è un Paese che riesce a parlare al cuore dei viaggiatori, offrendo emozioni autentiche e un senso di bellezza diffusa che si respira ovunque, dal piccolo borgo alla grande città d’arte. In un mondo sempre più globalizzato, l’Italia continua a distinguersi per la sua identità forte. E questo, oggi più che mai, rappresenta un valore aggiunto per chi cerca un’esperienza di viaggio memorabile.
La vostra posizione sul territorio è sicuramente un vantaggio in termini di rendita, ma nel corso della sua carriera professionale, è mai successo che questo si trasformasse in svantaggio, in seguito ad un accomodamento eccessivo o non curanza di altri servizi?
La posizione privilegiata di una struttura può certamente rappresentare un vantaggio competitivo in termini di visibilità e rendita. Nel corso della mia carriera ho però imparato che la chiave del successo è continuare a reinventarsi, analizzare le nuove tendenze e ascoltare le aspettative di tutti gli stakeholder, a partire naturalmente dai nostri ospiti. Anche la location più straordinaria perde valore se non è accompagnata da un servizio eccellente, da un’offerta coerente e da un’esperienza memorabile. Per questo motivo, il nostro impegno quotidiano è quello di mantenere alti gli standard, innovare con intelligenza e curare ogni dettaglio, affinché l’ospite percepisca un’attenzione autentica e costante.
Hilton è stata la prima compagnia alberghiera a rendere la misurazione e il miglioramento della sostenibilità uno standard di brand per tutte le sue proprietà. Come singola struttura, avete infatti ottenuto diverse certificazioni che attestano l’impegno verso l’ambiente, tra cui Green Key e Marevivo. Sono stati inoltre attivati numerosi progetti dedicati alla sostenibilità, tra cui la collaborazione con l’APP Too Good To Go per ridurre gli sprechi alimentari. Oggi siete parte integrante dei programmi LightStay e Travel with Purpose della catena Hilton, un sistema avanzato di gestione dei dati sulla sostenibilità, progettato per misurare e analizzare le performance di responsabilità aziendale. In ambito di responsabilità, nella permanenza dei vostri ospiti ritrovate comportamenti virtuosi?
Siamo molto orgogliosi di far parte di un gruppo come Hilton, che ha fatto della sostenibilità un pilastro strategico a livello globale. Programmi come LightStay e Travel with Purpose ci permettono non solo di monitorare con precisione le nostre performance ambientali, ma anche di tradurre i dati in azioni concrete e misurabili. Le certificazioni Green Key e Marevivo sono il risultato di un impegno quotidiano che coinvolge ogni reparto dell’hotel, dalla gestione dei rifiuti alla riduzione dei consumi energetici e idrici. Tra i progetti che ci stanno più a cuore c’è sicuramente la collaborazione con l’app Too Good To Go, che ci consente di combattere lo spreco alimentare in modo innovativo e accessibile, coinvolgendo anche la comunità locale. Per quanto riguarda i comportamenti degli ospiti, notiamo con piacere una crescente consapevolezza e partecipazione. Sempre più viaggiatori scelgono strutture attente all’ambiente e adottano comportamenti virtuosi durante il soggiorno: dal riutilizzo degli asciugamani alla preferenza per prodotti locali presenti nella nostra offerta ristorativa, fino alla richiesta di informazioni sui nostri progetti green. Questo dialogo attivo con gli ospiti è per noi una fonte di ispirazione e ci motiva a fare sempre meglio.
La sua giornata tipo all’Hilton?
A dire il vero, non esiste una vera e propria giornata tipo, ed è proprio questo il bello del mio lavoro. Ogni giorno mi immergo nella quotidianità dinamica dell’hotellerie, incontro ospiti provenienti da ogni parte del mondo e mi confronto con colleghi internazionali, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze. È un ambiente stimolante, in continua evoluzione. L’energia che si respira tra i corridoi dell’hotel è quella di un luogo dove l’ospitalità si rinnova ogni giorno, tra accoglienza, cura del dettaglio e passione per il servizio. Amo profondamente ciò che faccio, perché ogni giornata porta con sé nuove sfide, nuove storie e nuove opportunità di crescita. È questo che rende il mio lavoro così speciale.
Dove vive attualmente e in quale città si sente a casa?
Como non è solo il luogo in cui vivo e lavoro, ma è anche la città che sento più vicina al mio cuore. Con il suo fascino senza tempo, il ritmo rilassato e la bellezza che si rinnova in ogni stagione, rappresenta per me molto più di una semplice destinazione: è una fonte quotidiana di ispirazione e appartenenza.
Come riesce a conciliare vita personale e vita professionale?
Conciliare vita personale e professionale non è sempre semplice, ma vivere e lavorare a Como rende tutto più armonioso. Questa città ha un ritmo unico: è dinamica ma mai frenetica, elegante ma autentica. Il lago, i paesaggi e la qualità della vita aiutano a ritrovare l’equilibrio anche nelle giornate più intense. Lavorare in un contesto internazionale come Hilton Lake Como significa essere costantemente immersi in un ambiente stimolante, fatto di ospiti da tutto il mondo e colleghi con background diversi. È un lavoro che richiede energia, flessibilità e passione. Ma sapere che, a fine giornata, posso tornare a casa e godermi la mia famiglia, magari con una passeggiata sul lungolago o una cena in centro, fa davvero la differenza. La chiave sta nel saper dare valore al tempo. Como mi ha insegnato a rallentare quando serve, a godermi i momenti con le persone care e a trovare ispirazione anche nella quotidianità. È questo che mi permette di dare il meglio, sia sul lavoro che nella vita privata.
In Italia, gli studenti iscritti all’indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera” imparano ad attivare sinergie tra servizi di ospitalità-accoglienza e servizi enogastronomici valorizzando, anche attraverso la progettazione e programmazione di eventi, il patrimonio delle risorse ambientali, artistiche, culturali, artigianali e di costume del territorio. Presso la vostra struttura ospitate studenti per tirocini e formazione e su cosa puntate maggiormente, in termini di benessere dei vostri clienti?
All’Hilton Lake Como crediamo fortemente nell’importanza di investire nelle persone, sia attraverso programmi strutturati di inserimento per nuovi dipendenti e tirocinanti, sia tramite percorsi di formazione continua dedicati ai talenti già presenti in azienda. Il nostro obiettivo è quello di costruire una squadra solida, motivata e sempre aggiornata, capace di offrire un servizio d’eccellenza in ogni momento dell’anno. Collaboriamo attivamente con istituti scolastici e professionali sia nazionali che internazionali, accogliendo regolarmente studenti provenienti da vari indirizzi di studio. Questi percorsi formativi sono fondamentali per il nostro settore. All’interno della nostra struttura, gli studenti hanno l’opportunità di affiancare professionisti del settore e contribuire attivamente alla vita dell’hotel. In termini di benessere dei nostri ospiti, puntiamo su un approccio olistico che unisce comfort, autenticità e attenzione al dettaglio. Dalla qualità del sonno all’esperienza gastronomica, dal relax nella nostra Eforea Spa alla cura dell’accoglienza personalizzata, ogni aspetto è pensato per far sentire ogni ospite non solo accolto, ma davvero valorizzato.
Il Dlgs 61/17, revisiona i percorsi dell’Istruzione Professionale con la ridefinizione degli indirizzi e il potenziamento delle attività laboratoriali. Il nuovo sistema, entrato in vigore a regime, dall’anno scolastico 2018-2019, mira a creare Scuole Territoriali dell’Innovazione, aperte al territorio e concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica. Data la tua trentennale esperienza nel settore dell’ospitalità, su cosa le Istituzioni scolastiche dovrebbero soffermarmi maggiormente e quali secondo Lei le qualità di un buono manager?
Dal punto di vista alberghiero, ritengo fondamentale che le istituzioni scolastiche si concentrino su un aspetto chiave focalizzato sulle competenze trasversali: oggi più che mai, servono giovani capaci di lavorare in team, comunicare efficacemente, gestire il tempo e risolvere problemi in modo proattivo. Quanto alle qualità di un buon manager nel nostro settore, credo che debba essere prima di tutto un leader empatico, capace di ispirare e valorizzare il proprio team. Deve avere visione strategica, ma anche attenzione al dettaglio, flessibilità, capacità di adattamento e una forte etica del lavoro. E, soprattutto, deve saper mettere sempre l’ospite al centro, perché l’ospitalità è, prima di tutto, un’esperienza umana.
Progetti futuri?
Ho la fortuna di lavorare in una compagnia internazionale che ha sempre messo al primo posto la valorizzazione delle risorse umane, sia dal punto di vista dell’ospite che da quello del dipendente. In Hilton, l’attenzione alla persona è parte integrante della cultura aziendale: ogni collaboratore è incoraggiato a crescere, a formarsi e a costruire un percorso professionale su misura. Con un portafoglio di 8.400 strutture in oltre centoquaranta Paesi e territori e ventiquattro brand differenti, Hilton rappresenta un universo di opportunità. Lavorare in un gruppo così ampio e strutturato significa, in un certo senso, poter scegliere: scegliere dove crescere, in quale contesto mettersi alla prova, e con quali strumenti costruire il proprio futuro. È un privilegio raro, che vivo ogni giorno con passione e senso di responsabilità. Il bello è che il futuro resta aperto: vedremo dove mi porterà.