Tra i castelli che punteggiano le colline dell’Umbria, mi concentro nelle ricerche di quelli che si affacciano sul mio comune, Gubbio. Un comune fiero e dal temperamento sanguigno, racchiude i geni del popolo degli antichi Umbri, tennero testa ai romani, e anzi, ne furono particolarmente ammirati; diedero vita al libero comune che resistette per secoli a lotte, attacchi da parte del comune di Perugia guidata dai suoi forti capitani di ventura e delle sue città alleate.

I castelli che sorsero in punti strategici ancora oggi si ergono fieri e selvaggi a ricordarci le origini, anche se a volte queste affondano in nebbie storiche profonde e per questo forse anche più affascinanti.

Il Castello di Castiglione Aldobrandi lo vedi fiero, possente, come un’ombra massiccia che domina la valle del Tevere. Si erge come una roccaforte su una collina a Sud di Gubbio, linea estrema di difesa verso Perugia a Sud-Est e verso la Toscana ad Ovest, in una linea che in prospettiva guarda verso l’infinito e verso i punti di riferimento strategici che regnavano sovrani in quel tempo.

Colline. Siamo in una zona fortemente collinare, che osservavano campagne silenziose punteggiate da fortezze e torri, che cadevano sotto un signore o un libero comune e diventavano merce di pace; che a Nord Guarda Gubbio e L’appennino, a Sud si dirige verso Perugia e i suoi Possedimenti, tra i quali ricade anche Umbertide, l’antica Fratta. colline che scendendo verso il Tevere hanno fatto da base per altri incastellamenti, tra i quali Rancolfo e la sua Bicocca.

Guarnigione permanenti a difesa, a guardia del territorio, il Castello di Castiglione Ildebrandi rientra in questo incastellamento del territorio, una vera e propria isola, che mette insieme elementi di diritto pubblico e privato, privilegi e concessioni che spesso permettono di ricostruirne la storia. in documenti d’Archivio, nelle Gesta Eugubinorum, viene affermato che molti castelli del comune di Gubbio, furono originati dai nobili scesi in Italia al seguito di Ottone I; origine che però non corrisponde a quella dei Conti di Castiglione.

Sta di Fatto che il territorio di Gubbio è pienamente inserito in quello che all’epoca era il corridoio bizantino, area che univa l’esarcato e da Ravenna giungeva al ducato di Roma, confinante con il Ducato di Spoleto. Le vicende del Castello sono, quindi, fortemente legate a quelle socio politiche ed economiche del comune di Gubbio e a quelle alternanze di guerra e pace che contraddistinsero le lotte per le autonomie territoriali.

Probabile che il Castello sia stato un’antica fortezza Bizantina, ed ebbe un’importanza rilevante nella difesa del corridoio, costruito in un punto strategico nel sistema difensivo dell’Eugubino.

Sembra inoltre, che sia stato acquistato dalla famiglia Ildebrandi nel 774. I primi documenti che si conoscono risalgono al 1071 periodo in cui la res familiaris degli eredi del duca Ildebrando, si identificano con la corte e il castello di Castiglione, che sorge sul colle denominato monte Salaiolo, vicino a Colle Spescie; famiglia che molto probabilmente possedeva anche l'attuale Castello di Ascagnano, posto sulle colline difronte, separate dalla valle del Tevere. È anche noto lo stemma della famiglia, come riportato dall’archivio e dallo storico Lucarelli: tre teste di leone su fondo blu con una fascia sottostante gialla.

Il Castello di Castiglione era, quindi, di proprietà di Guido del fu Ildebrando, che con la moglie Rotilda, donano alla Canonica di San Mariano di Gubbio -come era consuetudine in quel tempo- metà dei loro beni in Curte de Castro quod dicitur Sasso, fatta eccezione per il Castello, il monte su cui sorge, il monte Salaiolo. Dalle carte conosciamo anche il nome dei fratelli di Guido, Ubaldo e Ranieri.

È poco meno di un secolo dopo, nel 1163 che Raniero Ildevrandino e sua madre Forestia donano alla suddetta Canonica tutte le loro proprietà possedute nel comune di Gubbio, compresa la parte del castello che possedevano, le terre e tutti i coloni. i discendenti, Rainutius di Pietro di Castiglione, con i figli Guidone e Andrea, vendono nel 1214, ad Armando Casmundine - che per altro risulta proprietario di un altro castello, quello di Carbonana, sempre in territorio eugubino, posto nella direttrice che conduce ad Umbertide -.

Tra il 1090 e il 1150 Gubbio sottomette quasi tutti i castelli del suo comitato, tra questi anche quello di Castiglione Ildebrandi, che di fatto lo designano a stretto contatto e a confine con il comune di Perugia; nel 1191 è infatti incluso nel diploma di Enrico VI, come castello su cui l'imperatore riconosce la piena giurisdizione di consoli della città di Gubbio.

Il rilievo altamente strategico lo si nota soprattutto nelle guerre tra i due comuni negli anni 1151, 1183, 1216, 1258, dato che i perugini erano sempre attenti ai movimenti degli eugubini, sui quali avevano mire politiche e militari tra le quali volevano il possesso del castello di Castiglione, insieme ad altri confinanti, sotto la loro giurisdizione. Quelli che si misero nelle mani di Perugia furono attaccati e rasi al suolo, è l’inizio delle guerre, Perugia attacca Gubbio, invadendo il territorio attraverso il fiume Chiascio, ad Est.

Castiglione è occupato dai Perugini che sono altamente più forti e costringono Gubbio a trattative di pace, tra le quali la distruzione completa del Castello di Castiglione Ildebrandi, con la chiara volontà di smilitarizzare la zona di confine meridionale. Cosa che gli eugubini non fecero, anzi, di contro rafforzarono tutto il loro territorio, stipulando alleanze o addirittura acquistando castelli confinanti, o rinnovando antichi patti, nonostante la politica Papale, sostiene attivamente la Guelfa Perugia, contro la Gubbio Ghibellina. Insomma un popolo fiero, che non temeva il Papa e nemmeno una delle più forti città confinanti.

Ma il 22 luglio del 1259 Gubbio dovette cedere, almeno in parte, consegnando a Perugia il girone del castello, ma non il cassero e nemmeno la torre. Ma la posizione Guelfa intanto si era andata facendo pericolosa dopo la riscossa dei Ghibellini a Montaperti, che ne segnò il suo risorgere; ma Gubbio cambia partito e si mette dalla parte del Papa, rendendo complessa la situazione politica in relazione al castello. Da una parte il Papa che vieta di abbattere Castiglione Ildebrandi; dall’altra Perugia che non può disobbedire al Papa.

È nei documenti trecenteschi che la situazione sociale e politica appare mutata quasi completamente e Castiglione Ildebrandi, assume la denominazione di Villa, venduto poi alla cattedrale di Gubbio. Ma Gubbio, nel 1384 ne ritorna proprietario, attraverso un atto con Antonio di Montefeltro; anno in cui il libero comune si mette nelle mani politiche dei Duchi, che ne decidono le sorti e decidono di rafforzare le difese della città e le fortificazioni del territorio.

Il castello di Castiglione Aldobrando, come è conosciuto oggi, resta fino al Cinquecento un importante punto militare, un posto avanzato di osservazione e difesa della città di Gubbio e dello stesso Ducato di Urbino. Il 1° febbraio 1582, Il Duca Francesco Maria Della Rovere, premia per la sua fedeltà l’eugubino Conte Ubaldo Beni, con il feudo di Castiglione Aldobrando, tutte le sue pertinenze, i fossi, fiume, acquedotti, pascoli, cacce, boschi e selve, concedendo la riscossione di tasse e imposte giuste e oneste.

È difficile seguirne le vicende per carenza di documenti; sicuramente nel tempo aveva perso del tutto quegli elementi materiali difensivi di castello che tanto lo avevano contraddistinto, a partire dalla sua molle, a causa delle mutate condizioni politiche e militari che attraversarono l’Italia e vedevano altri centri di potere e altri equilibri.