Luca Caccioni [Bologna, 1962] presenta le Onicophagie, un inedito ciclo di lavori che prende il nome dal disturbo compulsivo che l’artista associa all’idea del ritaglio. Le pruri-gini dell’onicofagia rispecchiano l’abitudine di saggiare il limite a cui si può giungere lavo-rando sugli elementi minimi del linguaggio artistico. Già in passato l’artista aveva utiliz-zato grandi fondali di scena, ma questa volta concentra l’attenzione soltanto sulle qualità e i valori di superficie delle stesse carte, ta-gliandole e ricomponendole, senza più cede-re alla tentazione di intervenire con pigmenti, oli e resine.

Il retro dei fondali dipinti per le Opere Liriche vengono ricombinati per ottenere silhouette che evocano particolari architettonici o altri oggetti non meglio identificati. Caccioni sembra spingersi al limite estremo della sua ricerca del segno, dove le cose si smateria-lizzano diventando dei fantasmata. Sovrap-poste e ricombinate tra loro, le carte sono state lavorate il meno possibile, mantenendo la suggestione d’essere fantasmi-frammenti, sgualciti e sbrindellati, sempre evocativi anzi-ché troppo descrittivi.

L’inconscia attività di “rosicchiare le estre-mità” ha portato l’artista ad adottare uno stile lineare, di contorno, che nelle opere raggiun-ge effetti plastici e di sfumato. Addossate alle pareti, le Onicophagie sono accompagnate da micro-installazioni e da scritture calligra-fiche; sono notazioni visive e verbali che non svelano i propri significati. Gli stimoli visivi ruotano intorno all’evanescenza che modifica il campo attentivo: la mente più dell’occhio si dimostra vigile in questa mostra, perché l’aspetto preponderante di queste opere è “quello che sembra” – questo o quello, qualcosa oppure no. L’artista invita il pubblico a seguirlo nel tentativo di accarezzare le for-me che si sfaldano, come fossero ombre vespertine che ci vengono restituite attra-verso un “appetito” (l’onicofagia) che ci sgra-va dalle abitudini e dalle vestigia del mondo.

Tutta la ricerca di Luca Caccioni si è sempre ostinata a mettere in crisi il concetto di forma, “trasgredendo” la bella maniera e i suoi cliché tecnico-stlistici, convinto che è solo dai sensi che derivano le immagini delle cose. Nelle opere dell’artista tutto concorre alla creazione: dall’accumulo fino alla sedimen-tazione, dallo scorrere del tempo fino all’im-previsto e all’imperfezione. In questo senso, le Onicophagie sono il logico approdo di una ricerca che ha sempre sondato i limiti della visione.

Dopo più un decennio, Caccioni torna ad esporre a Lissone. La sua partecipazione alla rassegna “Dal Premio alla pinacoteca” del 2001, svoltasi all’indomani dell’inaugurazione del MAC (allora denominato Pinacoteca), è stata suggellata dall’acquisizione dell’opera Maison de Siz. Due. La mostra personale a lui dedicata sancisce quindi un legame con la tradizione lissonese e la valorizzazione di un percorso che il museo ha svolto in seno al divenire dell’arte italiana.

Museo d’Arte Contemporanea
Viale Padania, 6
Lissone (MB) 20851 Italia
Tel. +39 73 97368
museo@comune.lissone.mb.it
www.museolissone.it

Orari di apertura
Martedì, Mercoledì, Venerdì 15.00 - 19.00
Giovedì 15.00 - 23.00
Sabato e Domenica 10.00 - 12.00 e 15.00 - 19.00

Immagini correlate

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