Da Benzema e Kantè, fino ad arrivare a Roberto Firmino e Kalidou Koulibaly, il flusso migratorio verso la penisola araba si infittisce sempre di più, con la UAE Pro League, sempre più leader di questo mercato estivo. Al-Nassr, Al-Ittihad, Al-Hilal e Al-Ahly, autentiche protagoniste di questa sessione di mercato, che grazie al fondo sovrano PIF, ora cercano di sovvertire le redini del calcio mondiale attraverso ingaggi stellari ed offerte faraoniche.

Un paese quello dell'Arabia che non sempre ha navigato nell'oro. Da sempre considerato come una delle culle dell'umanità, per via della sua posizione geografica, inizia a imporsi sulla scena internazionale con la crisi petrolifera del 1973. Una nazione risvegliatasi improvvisamente ricca anche grazie ai numerosi proventi da Europa e soprattutto Nord America. Soldi che portarono poi all'avvio di un imponente progetto di ammodernamento sul modello occidentale, partendo dalla costruzione di imponenti città, in stile nordamericano, fino ad arrivare anche al mondo del pallone. Ed è da questo momento che il movimento calcistico inizia a prendere realmente piede nel paese arabo. Con l'arrivo di Rivelino nel 1978, che fu il vero apripista di questa forte rivoluzione calcistica, il calcio di Riad inizia a farsi conoscere.

Nel corso degli anni, l’Arabia Saudita iniziò a imporsi come l'alternativa al milionario esilio nordamericano, anche grazie all'arrivo di grandi nomi del calibro dell'allenatore Marió Zagallo, campione del mondo con il Brasile di Pelè nel 1970, e del campione Hristo Stoichkov, primo pallone d'oro a giocare in Asia. In seguito ai numerosi passi in avanti fatti dalla UAE Pro League, tramite l'ingaggio di numerosi top player, seppur a passo meno spedito, anche la nazionale dei figli del deserto iniziò a raccimolare i primi successi. Nel 1984 arriva la prima coppa d'Asia, primo trofeo Internazionale per le aquile del deserto, successo ripetuto poi nelle due successive edizioni del torneo. Di maggior impatto fu però la qualificazione ai gironi del mondiale 1998 in Francia. Prima qualificazione assoluta per la nazionale saudita a un campionato del mondo. Risultato non inaspettato in base a quanto visto poi nel corso degli ultimi anni, con l'arrivo nel 2022 della qualificazione agli ultimi mondiali.

Ai fasti degli anni ’70, sotto l'egida del re Khālid Al Sa'ūd, fa ora il suo avvento una nuova “calciomania” in Arabia Saudita. Un rinnovato spirito calcistico nel paese saudita, che vede il suo avvio non tanto, con il trasferimento di CR7 al Al-Nassr nelle prime fasi del mercato di gennaio, bensì con il suo storico rivale Lionel Messi. Il neo campione del mondo, pur riluttante nei confronti delle pompose offerte riservategli dai club arabi nel corso di quest'estate, negli anni precedenti aveva già allacciato dei rapporti, fuori dal campo, con il paese medio-orientale. Il fuoriclasse argentino è infatti ambasciatore del turismo in Arabia Saudita. Quello a cui stiamo assistendo riguarda un massiccio progetto di rinnovamento e accrescimento della visibilità del campionato arabo, con il traguardo di ottenere l'aggiudicazione del Mondiale FIFA del 2030.

Un disegno ambizioso quello portato avanti dal principe ereditario Mohamed Bin Salam, presidente del fondo sovrano P.I.F. fondo detentore del 75% dei 4 principali club del paese: Al-Nassr, Al-Ittihad, Al-Hilal e Al-Ahly. Club i quali, in questa ultima sessione di mercato stanno letteralmente saccheggiando i campionati europei. P.I.F., acronimo che sta per public investment found, è il fondo per gli investimenti pubblici dell'Arabia saudita, il cui compito è quello di rendere quanto più appetibile il campionato saudita agli occhi di giocatori e partner commerciali stranieri. Da gennaio a oggi, sono sempre di più i top player a fare ingresso nella AUE Saudi Pro League. Il colpo di CR7 dal Manchester United all'al Al-Nassr, fa da testa di ponte per quello che è il neonato movimento calcistico saudita.

L'arrivo del campione portoghese dà il via a un autentico esodo che parte dal vecchio continente ed arriva fino in Arabia. Partendo dalle stelle cadenti fino ad arrivare agli astri nascenti, la lista dei nuovi pellegrini si fa sempre più ricca. Karim Benzema e Ngolo Kantè all'Al-Ittihad, Kalidou Koulibaly all’Al-Hilal, Edouard Mendi e infine Roberto Firmino all'Al-Ahli. Questi alcuni dei nomi più altisonanti, di un campionato che è più che mai protagonista assoluto di questo calciomercato estivo. Mercato che non interessa solo i giocatori ma anche gli allenatori, e la bandiera del Liverpool Steven Gerrard non fa eccezione. Messa in archivio la parentesi con l'Aston Villa, è ora di una nuova avventura per "Captain Fantastic". L'ormai ex capitano del Liverpool siederà ora sulla panchina dell'Al Ettifaq, così come confermato anche dai social della squadra stessa, in un post che ritrae la bandiera dei Reds forse nella più iconica delle sue pose. Mani sul cartello "This is Anfield”, ora però dalle tinte più arabeggianti e indicante il nome "This is Ettifaq". Anche la leggenda del calcio inglese Stevie G. entra a far parte del nuovo e lussuoso campionato saudita.

Un mondo quello in cui viviamo, sempre più caratterizzato dalla presenza degli arabi in ogni suo campo. Dall'acquisto di club calcistici, come Manchester City, PSG e in ultimo del Newcastle, sempre da parte del fondo P.I.F., le mire espansionistiche dei magnanti della penisola arabica non si fermano qui. Ora anche il mondo della moto GP entra a far parte delle conquiste degli emiri. Con la costruzione del nuovo circuito di Qiddiya a Riad, la presenza Medio Orientale nello sport è sempre più diffusa. Dall'America al Giappone, passando per Cina e Australia, sono stati molteplici i tentativi di aggiudicarsi il premio per il campionato più stimolante. Che sia questa la nascita di una primavera araba calcistica, o l'ennesimo volo pindarico di un campionato dalle infinite risorse ma dai pochi fatti?