Difficile dimenticare l’inverno precampionato per i tifosi, quando le speranze sono state accese a suon di intense promesse e aspettative. Un precampionato di attesa e trepidazione, con sogni più grandi di quanto le parole possano descrivere e i cuori possano reggere. Una piazza milanese dalle tinte rosse, accesa dall’emozione di tutti i sostenitori del cavallino, dove hanno riecheggiato i sorrisi dei piloti e del team principal. Un sogno a misura perfetta per la squadra, in poche parole.
Tutt’altro, invece, è stato il vero inizio della stagione 2025. Sin dai test invernali si poteva sentir soffiare l’aria amara di un duro ritorno alla realtà per la Scuderia Ferrari, quando la vettura numero 44 non ha potuto nemmeno concludere la giornata finale. Il team è sembrato trovarsi a combattere con imponenti problemi di prestazione e il peso di una delusione che ferisce, a partire dall’Australia, dove qualifiche deludenti ed una gara ancor più complessa hanno riportato tutti con i piedi per terra. È una realtà difficile da accettare, specialmente in seguito alle affermazioni delle figure principali della squadra e così tanta attesa. Charles Leclerc aveva apertamente sostenuto che quest’anno sarebbe stata forte la delusione di non ottenere almeno uno dei due titoli – se non entrambi, ad esser sinceri. I punti interrogativi nascono spontanei.
Dopo le prime gare, la verità è che il sogno di un mondiale si è presentato più lontano di quanto si potesse mai immaginare: a 150 punti di distanza dalla McLaren, leader del campionato costruttori, la possibilità di una tarda rimonta sembra molto ardua già da Miami. Per quanto le gare siano molte, in queste recenti stagioni formulistiche – 24 Gran Premi e 6 Sprint nel 2025 –, il tempo a propria disposizione sembra scivolar via molto facilmente. Specialmente se si guarda al futuro: il 2026 porta con sè un cambiamento di regolamenti, con maggiore instabilità e ancor più richiesta di certezze. I team fanno bene a scegliere saggiamente le proprie battaglie, come una Williams che decide di cestinare la corrente stagione nella speranza di un migliore futuro, puntando le proprie risorse alla futura vettura (nonostante la FW47 del 2025 non si dimostri per niente scarsa, iniziando una stagione con ben 37 punti in campionato!).
Le delusioni del Cavallino sono ben visibili, specialmente da parte dei piloti. “Ho già tirato fuori tutto il potenziale della SF-25. È stata una giornata molto difficile. Ero arrabbiato, ho cercato di parlare il meno possibile via radio. Sono quattro gare che lo ripeto: stiamo già spremendo tutto dal nostro pacchetto. In altri weekend abbiamo dimostrato di poter fare di più, ma qui no. Dobbiamo capire perché non siamo abbastanza veloci.” Ha affermato il monegasco Leclerc, in seguito al Gran Premio di Miami. Sembra difficile trovare speranza, mentre il lavoro da fare invece è molto. Anche Vasseur, il team principal, si ritrova costretto ad ammettere che qualcosa non va – e che questo dovrà cambiare in fretta, se si vuole salvaguardare la stagione.
I tifosi guardano alla squadra con il proprio cuore in mano, ormai. Dopo tante aspettative, tanta attesa (ben 17 anni in cui la Scuderia si è ritrovata senza un singolo titolo), forse quel che ferisce ancor di più è l’esser stati soggetti di promesse irrealizzabili. Una stagione come quella del 2024, conclusasi a soli 14 punti dai campioni del mondo da Brackley, non avrebbe mai potuto preparare per ciò che ha presentato l’inizio del nuovo campionato. Sarebbe stato forse meglio muoversi in silenzio, e sperare per il meglio, piuttosto che porre tutti in una situazione nella quale le persone che ne potranno uscire soddisfatte saranno davvero poche?
La verità è, però, che la speranza è davvero l’ultima a morire. Fred Vasseur rivela che c’è molto lavoro da fare, Lewis Hamilton sostiene che il potenziale la vettura lo possiede, è semplicemente difficile da mettere a punto, e l’eterno romantico Charles Leclerc promette che “continuerò a crederci fino alla fine”, perché è quello l’importante. È quasi idillico, come scenario, ma il monegasco guarderà sempre e per sempre a quel cavallino con gli occhi di un bambino – ricordando la vettura rossa che sfrecciava sotto i balconi dei palazzi di Monte Carlo e il suo stringere le mani in preghiera che un giorno, alla guida, ci sarebbe stato lui.
E nonostante questo sia avvenuto, non si può esattamente definire il compimento di un sogno, con tutte le difficolta che questo ha trascinato con sé.
La Scuderia ha molto lavoro da fare ancora, credendo costantemente in quella stella polare che li possa guidare verso la giusta isola, verso il campionato tanto agonizzato, che sembrava così a portata di mano. Lavorare e lavoreranno a Maranello, nella speranza che la prossima volta che sfrecceranno, le rosse possano lasciare il loro marchio nell’asfalto e portare a Maranello molti altri trofei e lacrime di gioia.