Si potrebbe definire così la corrente empatica che si sviluppò tra Josephine Baker e Brigitte Bardot, in un momento in cui Baker si trovava, forse, nel frangente più difficile della sua vita.

Siamo negli anni Sessanta. L’istrionica ballerina creola che aveva affascinato la Parigi degli anni ’20-’30 con la sua danza che riprendeva i ritmi dell’Africa ironizzando in modo intelligente sulla questione razziale.

L’incontro tra le due donne, in realtà, nasce senza che le due si fossero mai conosciute personalmente. Nel corso della sua straordinaria carriera Freda Josephine Baker nata a Saint Louis negli Stati Uniti da una famiglia povera, con un padre inesistente, ha raggiunto i livelli più alti nello spettacolo e nell’impegno nei confronti del suo paese, gli Usa, e della France, terra d’elezione. La giovanissima Josephine, sin dalla più tenera età, di una cosa è certa: adora danzare. E già a 16, pressoché autodidatta, entra in una compagnia e si esibisce a Broadway. Non passa molto tempo e nel 1925 ha l’opportunità di lasciare gli Stati Uniti e attraversare l’oceano atlantico per approdare a Parigi con lo spettacolo di varietà “La Revue nègre” al Teatro degli Champs-Elysées di cui divenne in breve tempo la prima ballerina.

Tornando all’incontro con BB, la ragione si cela nell’estrema generosità che contraddistinguerà l’intera esistenza di Baker. Bellissima e adorata da oltre 1.500 uomini che la leggenda racconta le abbiano dichiarato il loro amore, la Venera nera nel 1947 sposò il direttore d’orchestra Jo Bouillon e insieme acquistarono il castello di Milandes in Borgogna dove accolsero e adottarono dodici bambini provenienti da diversi paesi del mondo, che lei definirà affettuosamente "la mia tribù arcobaleno".

Dopo la separazione da Bouillon, Baker conservò il castello e la sua onerosa gestione. Tuttavia, le spese di manutenzione del castello di Milandes oltre al mantenimento dei 12 bambini aveva prostrato Baker e ridotto all’osso le sue finanze, malgrado la vedette continuasse ad esibirsi anche in età avanzata. Disperata colei che fu “Zou Zou” decise di rivolgere un appello alla televisione francese, certa che la Francia suo paese d’elezione che aveva servito anche dal punto di vista dell’impegno per la liberazione dal nazifascismo, avrebbe accolto il suo grido di dolore.

La prima ad essere colpita dalla situazione di Baker fu proprio la diva del momento, Brigitte Bardot all’apice del successo. Nel corso di un’intervista in diretta sulla televisione francese BB decide di aiutare finanziariamente Josephine. “Non la conosco personalmente”, spiegava l’attrice al conduttore ma “riconosco la sua generosità e il suo impegno nei confronti di questi bambini che sono stati adottati e che per lei sono dei figli a tutti gli effetti”.

Bardot lancia a sua volta un appello a tutti i francesi, sicura che il cuore della Francia non resterà insensibile alla vicenda dell’artista americana ormai cittadina francese. Baker non potrà più vivere nel castello di Milandes ma anche grazie all’aiuto della principessa Grace di Monaco troverà prima una sistemazione a Parigi e, infine, a Montecarlo nel Principato di Monaco dove morirà nel 1975. Il 30 novembre 2021 il presidente francese Macron ha inserito Josephine Baker nel Pantheon di Parigi per tutti i suoi meriti, l’artista sarà vicina a Victor Hugo e ai grandi di Francia; era già stata insignita della Legion d’onore dal presidente De Gaulle per la sua attività di controspionaggio durante la Seconda Guerra Mondiale. La povera ragazza del Missouri sarà ricordata come una delle più luminose stelle dell’arte e dello spettacolo.