La pittura inglese del periodo barocco, si è ispirata ai grandi maestri italiani e ai fiamminghi, in particolare ad Antoon Van Dych, che visse e operò in Gran Bretagna dal 1632 al 1641, ma anche ad altri olandesi, che, prima di lui, avevano destato l'interesse degli aristocratici inglesi. Anche Pieter Paul Rubens influenzò questa pittura, ma fu soprattutto Van Dych ad ispirare il ritratto barocco, dando origine alla ritrattistica della Corte di Carlo I, con una straordinaria varietà di ritratti, ricchi di sensibilità coloristica e di agile tecnica.

John Michel Wright, il solo pittore inglese che frequentò l'Accademia Romana di S. Luca, non seppe rispondere alle esigenze ritrattistiche di corte, ma riportò, dal suo viaggio in Italia, alcune sue grandi opere d'arte ispirate a fatti naturali, come le esplosioni del Vesuvio, che l'avevano particolarmente, colpito, essendo un artista molto sensibile al chiaroscuro e quindi ai giochi coloristici della notte. Va rilevato che nel 1700 i reali e i nobili inglesi, richiedevano soprattutto ritratti ai pittori più conosciuti e capaci, perchè per le altre tematiche acquistavano capolavori dei maestri italiani e francesi, ritenuti superiori agli artisti nazionali.

William Hogarth fu il ritrattista più famoso a quel tempo, per la calda umanità che esprimeva e per la vivacità del tratto. Joshua Reynolds, dal canto suo, dopo un viaggio in Italia nel 1760, trasformò l'arte inglese, quando tornò in patria. Era stato colpito dalle opere di Michelangelo, di Raffaello e da altri Maestri. Egli fu un grande ritrattista, con una personalità notevole che si rifletteva sulle sue opere. A quei tempi però, cominciava a farsi conoscere un artista che divenne il suo grande antagonista: Thomas Gainsborough, che preferì al ritratto il paesaggio, che dipinse con grande leggerezza, fluidità nel tocco, sensibilità nel colore e ottimo gusto nella resa dei temi trattati, per lo più pastorelle, mendicanti e zingarelle su sfondi agresti. Ne nacque la “pittura di sentimento”, in cui i paesaggi risentivano ancora dell'influenza di Rubens. Le sue elegiache scene pastorali si opponevano alle magnifiche vedute londinesi di Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto, a cui molti artisti inglesi si erano ispirati, interpretando e documentando il distacco tra il vecchio e il nuovo, l'aristocrazia feudale, profondamente legata alla terra e la nuova realtà urbana rappresentata da Londra, dove la borghesia manifatturiera aveva raggiunto una notevole importanza. Canaletto riuscì a dimostrare, nel 1754, al pubblico britannico che il Tamigi si prestava come il Canal Grande alla resa di vedute originali, fortemente scorciate e pervase da una luminosità diffusa che darà origine ad un genere che si diffonderà in seguito.

Tuttavia, proprio per l'amore sconfinato che gli inglesi da sempre hanno avuto e hanno per la natura e per la campagna, i ritrattisti cominciarono a dipingere sempre più paesaggi.

La massima espressione della pittura inglese di paesaggio va dagli inizi del 700 ai primi dell'800 e in quel periodo il paesaggio acquistò un'importanza mai avuta prima, diventando lo strumento principale attraverso cui i pittori concorrevano a definire l'identità nazionale e a dar vita a una delle più alte espressioni figurative: questo straordinario sviluppo della pittura nel 700, anticipò temi, stili e tecniche divenuti in seguito paradigmi della modernità.

Rispetto al resto dell'Europa, la pittura di soggetto storico britannico non ebbe mai risultati brillanti, mentre quella di genere, espresse temi come la casa, il teatro, le scene agresti e lo sport: questi temi furono accettati nelle esposizioni della Royal Academy, amati dai collezionisti e richiesti agli artisti. Wright si occupò di soggetti scientifici, per cui provava interesse, ma poi dipinse, oltre che dei ritratti, paesaggi notturni per meglio rappresentare i giochi della luce che tanto amava.

Infatti, nonostante la fama, non tutti gli artisti subirono il fascino e l'influenza del Canaletto e tra questi vi fu Gainsbourough che ribaltò la visione canalettiana, con un'attenzione idealizzante verso la natura: tra tutti coloro che si opposero ai vedutisti fu il più radicale nel rappresentare una visione fortemente idealizzata della natura e della vita rurale, oltre che dell'equilibrio sociale e politico ad essa sotteso. Benchè traesse spesso schizzi dal vero, l'influenza della grande tradizione del paesaggio classico fu importante per gli esiti della sua pittura, ma ancora più importante fu la sua adesione all'idea che solo dove l'uomo e la natura convivevano in serena armonia risiedevano gli autentici valori civili e morali. Di qui i suoi omaggi alla bellezza della campagna inglese, il suo rappresentare la vita degli abitanti delle zone rurali, come semplice e giusta, scandita dal ritmo naturale delle stagioni e lontana dalle frenetiche attività della metropoli. Al termine della sua vita prese anche a rappresentare il mondo contadino e in particolare la disagiata situazione infantile, con una diversa attenzione per le sofferenze e la miseria che la caratterizzavano.

Il vero fondatore della scuola paesaggistica inglese però fu Richard Wilson, che visitò l'Italia, e che, come tutti gli inglesi che partecipavano al Gran Tour, utilizzò spesso l'acquerello, mezzo facile e veloce per schizzi en plein air.

Ma il contributo più importante alla resa del paesaggio lo diedero John Constable e Joseph M.W.Turner, ispirandosi a Wilson e a Gainsborough: Constable volle rendere la luminosità del paesaggio inglese, i suoi schizzi ad olio hanno una straordinaria freschezza, rivelano una notevole capacità di osservazione come la grande capacità nel disegno, la vivacità del tocco e del colore.

Turner fu ancora più audace di Constable, si ispirò alla pittura di paesaggio dei suoi predecessori inglesi: sentì profondamente il tema della lotta dell'uomo contro gli elementi della natura, che espresse con ricchezza di motivi e con chiaroscuri drammatici e poetici insieme, ricercando uno stile personale. In lui il dramma dell'individuo si fonde col dramma della natura.

Nelle sue opere, specialmente tarde, le ombre si dissolvono in luce e colore, in una pittura di fantasia: da tutto ciò si comprende come irrompa sulla scena artistica una visione romantica della natura. Ed è proprio Turner che compì il passaggio più significativo, quello che influenzerà la pittura moderna europea. Altrettanto importante fu il contributo di Constable: se Turner era stato lo straordinario protagonista di un Romanticismo radicale, tragico e sublime, che col passare del tempo portò ad uno sfrangiarsi e al dissolversi della visione del reale fino alla ricerca di nuove forme, Constable fu il rappresentante di un romanticismo più moderato, ma non meno profondo e innovativo perchè il suo modo di sentire e partecipare la natura, era fonte di vita morale, qualcosa a cui abbandonarsi con spontaneità e fiducia. Molto moderno è anche è il suo lasciarsi andare al flusso naturale, al susseguirsi del ritmo delle stagioni, ad un senso della realtà intimistico e romantico, in un senso preimpressionistico. E preimpressionistica è la sua tecnica nei bozzetti: il suo sorprendere la realtà, ritraendola dal vero, in un'apparizione momentanea, con spatolate veloci e intense, che modellano le masse e i colori, dando vita a contrasti di luci ed ombre, che Constable definiva ”chiaroscuro naturale”. Ugualmente nuova è la sua libertà di composizione e la perdita di importanza del soggetto: tutte anticipazioni di una pittura di là da venire. Furono due grandi artisti e con loro finì l'età dell'oro della pittura inglese.

L'importanza di questi due artisti è stata fondamentale per la crescita successiva dell'arte. A loro guardò la Scuola di Barbizon, la prima attuata “en plein air”, ma furono fondamentali per la nascita e lo sviluppo degli Impressionisti, che guardarono a loro per realizzare una pittura libera di esprimersi e completamente nuova che rivoluzionò tutto il corso successivo dell'arte.