Un viaggio lento e raffinato tra la bellezza capace di far fermare gli occhi e il tempo. Una Arcadia immaginaria, popolata da animali fantastici che si muovono tra architetture e spazi, in perfetta coabitazione e costante dialogo con la natura. È leitmotiv dell’artista giapponese, Kazumi Yoshida, tra i designer contemporanei più conosciuti al mondo che, negli ampi saloni del seicentesco Loggiato San Bartolomeo a Palermo fino all’1 settembre, espone “Utopia” la prima grande antologica in Europa, curata da Paola Nicita, che poi si sposterà alla Borghini Arte contemporanea di Roma e alla galleria Andrea Ingenito Contemporary Art di Milano. Il lavoro di Yoshida, pittore e scultore, art director di Clarence House di New York, punto di riferimento internazionale per il design, è un elogio all’arte e all’umanità nel privilegio di appartenere al cosmo e nell’importanza di proteggere la sua bellezza.

La mostra presenta oltre 40 creazioni, alcune inedite, tra opere pittoriche e arazzi, che ridisegnano il Loggiato nei tre piani, ravvivandolo di vitalità e colori. Animali di un paradiso reale o immaginario, fiori di ogni tipo e stelle dello zodiaco, diventano gli elementi di questo mondo fantastico e festoso. La grande pittura, una Utopia volta alla trasformazione della realtà più che alla fuga nell’immaginario, è stata realizzata da Kazumi a New York e completata a Palermo, per un lavoro a più mani in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, coinvolti dal versatile maestro, dalla sua energia, a dipingere una decorazione attorno al quadro che da il titolo alla mostra, nel segno del suo stile e della sua immaginazione. Yoshida aveva visitato Palermo per Manifesta, nel 2018, e ne era rimasto folgorato dalla sua architettura e botanica tanto da dedicargli, per i sessant’anni di Clarence House, una preziosa carta da parati ispirata ai motivi della Palazzina Cinese. Un sentito omaggio alla città che il designer nipponico, con le sue magiche mani, prova a dipingere per la ricchezza dei paesaggi e colori, con un’armonia di monumenti ed esseri viventi, un contesto irreale, tra scimmie blu e tigri al colore dei lillà e galli gialli, il tutto animato da un unico spirito “ ristabilire equilibrio e dare gioia e speranza in un periodo difficile”.

Una ricerca artistica che riprende le iconografie dell’Oriente e del Liberty palermitano, volta alla creazione di mondi attraverso un idealismo che si nutre di storia antica, variegata e stratificata. Il capoluogo siciliano è uno scrigno d’ispirazione costante per Kazumi che, secondo la sua poetica “soltanto respirandone l’aria, si avverte l’anima della città, il passato che fu insieme con il presente per ciò che è e con il futuro per ciò che sarà. Ispirazione costante”. Una forte sinergia con Palermo che materializza anche con la raffigurazione di uno dei monumenti più iconici, Piazza Pretoria (o della Vergogna), con un volto di uomo che domina la scena, animali fantastici tra i capelli, i pensieri liberati dalle angosce della vita, bestie feroci che si impadroniscono di Palazzo delle Aquile e cantano gioiose alle finestre.

“Rintracciare i legami con la natura e con le forme viventi nel segno di una armoniosa convivenza- a parere della curatrice Paola Nicita - appare sempre più frutto di una immaginazione che desidera realizzare l’impossibile, in cui la felicità si materializza in un battere d’ali o in un balzo felino, in una sorta di regesto archetipico della relazione tra natura e manufatto umano”. Yoshida crea opere d'arte e poi le traduce in tessuto e carta da parati, o viceversa: tra i suoi ultimi lavori una scultura in legno interamente bianca, realizzata per la Cheryl Hazan Gallery di New York. I grandi arazzi, di cui due raffigurano l’albero della vita, i tessuti con tecniche antiche da artigiani vietnamiti, creati esclusivamente per l’esposizione palermitana, nascono dalla sua collaborazione con la Fondazione Antonio Ratti di Como, tra le più prestigiose aziende tessili italiane. E la collezione di scialli in cashmere e seta che riprendono i suoi disegni e dipinti, con un uso audace del colore e di forme astratte in bianco e nero a contrasto, sono un richiamo all’Art Deco e al pittore francese cubista, Fernand Léger.

Arrivato a Palermo per l’esposizione della sua “Utopia” al Loggiato San Bartolomeo, uno degli spazi espositivi della Fondazione Sant’Elia (organizzata da MLC Comunicazione di Maria Letizia Cassata, con la partnership tecnica di Ratti, Hermès, Villa Igiea Palermo – Rocco Forte Hotel, Accademia di Belle Arti di Palermo), l’artista giapponese ha anche partecipato ad alcuni eventi collaterali che hanno coinvolto la maison Hermès, con vetrine dedicate alla sua Utopia. Una collaborazione con la maison francese che intraprende nel 2010 sotto la direzione di Pascale Mussard, membro della sesta generazione della famiglia Hermès, per la realizzazione della collezione Petit H, oggetti unici ricavati dalla “ricreazione” di materiali Hermès.

Per Petit H, Kazumi Yoshida ha utilizzato la pelle proveniente dagli scarti dell'atelier, dimostrando tra i primi l’interesse per i temi della sostenibilità ambientale. Nelle sue composite produzioni, si percepisce l’influenza di Jean Cocteau, Raoul Dufy, Fernand Léger, Marie Laurencin, Picasso e Matisse.