In principio vi era un ambiente in realtà virtuale, poi l’uomo aveva creato tante stanze e di seguito un numero molto elevato di mondi che a loro volta contenevano ambienti e luoghi, tutti erano collegati tra loro, si poteva passare da un posto ad un altro semplicemente premendo un pulsante o muovendo una mano… questo potrebbe essere il primo periodo di un libro cult di fantascienza ed invece a quanto sembra è una realtà in procinto di esplodere, parliamo di qualcosa di cui bene o male tutti hanno sentito parlare, chi ha sentito notizie ridondanti in televisione, chi invece ha trovato link ripetitivi su pagine e pagine di Internet e chi, infine, ha visto cambiare il nome del proprio social preferito, il Metaverso sta nascendo.

Noi tutti siamo abituati a navigare su Internet stando davanti ad uno schermo con la tastiera o il mouse per inserire o relazionare con quello che di volta in volta viene visualizzato sul monitor, per la realtà virtuale invece dobbiamo indossare un visore, qualcosa di simile ad un casco, che imprigiona tutto quello che vediamo, occultando il mondo reale, e creando al suo posto, tramite un piccolo televisore angolare molto vicino ai nostri occhi, un mondo tridimensionale generato al computer con il quale possiamo interagire proprio allo stesso modo in cui ci rapportiamo alla realtà tanto che abbassando la testa riusciamo a vedere il nostro corpo, i nostri piedi e le nostre mani.

Anche le mani a loro volta rappresentate possono avere un’ulteriore capacità funzionale se agganciate a dei comandi che le avvolgono o a guanti particolari, addirittura ci sono tute complete che permettono il collegamento di tutto il corpo fino nell’ordine di pochi millimetri creando una seconda pelle che fa da ponte tra il corpo reale e il mondo virtuale.

Tutte queste apparecchiature permettono lo scambio di azione tra la realtà generata al computer e la persona che le utilizza; nello stesso mondo creato, sia essa una stanza limitata o uno spazio incredibilmente grande, possono trovarsi collegati anche più utenti e con diversi apparati. Questo rende possibile il fatto che possano vedersi, parlare, toccarsi, magari trovandosi a chilometri di distanza, proprio perché la loro percezione di spazio-tempo è alterata dal computer che ne crea una nuova.

Tutte le cose che abbiamo fino ad ora descritto aprono scenari senza limiti, basti pensare che un chirurgo famoso, ad esempio, può operare un paziente che si trovasse in un ospedale sperduto in mezzo alla foresta, oppure degli artificieri potrebbero tranquillamente fare prove di simulazione tante e tante volte e senza correre alcun rischio fino a raggiungere la perfezione, ma non serve usare il condizionale perché tutto questo è già successo, anzi usando la realtà virtuale gli astronauti riescono a conoscere e ad essere familiari con la Stazione spaziale internazionale prima ancora di salirci a bordo.

Applicazioni di questo tipo sono relative ad ambienti piccoli o grandi ma comunque limitati, di volta in volta una stanza, un appartamento, un ufficio, e ad azioni utili o funzionali, allenamento, studio, sicurezza, ma il Metaverso è tutto in uno e senza limiti, la creazione di un mondo ex novo dove si possa eseguire tutto il possibile e l’immaginabile ed anche oltre, dove principalmente ci si possa divertire, ci si possa conoscere, si possano fare scambi commerciali e via dicendo. Ma anche un luogo dove si possano celebrare dei matrimoni come recentemente accaduto in India, dove si è avuto il vantaggio di far partecipare anche il defunto padre di uno degli sposi, appunto virtualmente presente, ricreato al computer e forse lì anche nello spirito.

Il Metaverso è praticamente un insieme di spazio virtuale condiviso da tutti e dove ciascun utente può modificare lo spazio stesso a suo piacimento o creare nuovo spazio, ovviamente la condivisione di uno o più parti può essere limitata per svariati motivi fino alla creazione di ambienti completamente privati e personali, ci possono essere regole, e valute di scambio specifiche o che possono essere cambiate con soldi veri, alla base di questo universo virtuale ci sono degli standard tecnici in comune tra i vari utenti e quindi si può dire che il tutto è una piattaforma informatica complessa e come tale può essere replicata più e più volte, quindi possiamo semplificare dicendo che esistono più metaversi, e che un utente può partecipare a una o più simulazioni praticamente senza limiti.

Uno dei primi esperimenti di questo tipo è stato creato nel 2003 attraverso lo sviluppo di un videogioco chiamato SecondLife dove degli utenti definiti come residenti potevano spostarsi grazie ad avatar che li rappresentavano in un mondo virtuale relativamente esteso, ovviamente non era ancora previsto l’utilizzo massiccio di visori per la realtà virtuale anche se successivamente furono introdotti e gli abitanti raggiunsero il picco di circa un milione di individui, che passavano la maggior parte del loro tempo in questa seconda vita piuttosto che in quella vera, facendo comprendere ai gestori di un grande social network che prima o poi sarebbe venuto il tempo in cui si poteva fare il salto da un social normale ad un social in realtà aumentata, forse quel momento è adesso, in rete ci sono forti avvisaglie a proposito.

Certo non è bello pensare che in un prossimo futuro la nostra realtà verrà sostituita con qualcosa di digitale, le attuali possibilità della grafica computerizzata non rendono assolutamente il grado di nitidezza che si può osservare in natura; tuttavia, è plausibile meditare sul merito che la progressione verso tale risultato sarà esponenziale, quindi la Matrix del domani è dietro l’angolo, sarà talmente vera che piano piano ci si dimenticherà del mondo per come è veramente.

Una nuova frontiera, cosa ci dobbiamo aspettare? Voglio rispondere con una domanda conclusiva che apre l’immaginazione verso ipotesi che chiunque può fare proprie o respingere a priori. Se un domani la realtà virtuale sarà uguale a quella reale tanto che nessuno se ne possa accorgere, come facciamo ad essere sicuri che questo non sia già avvenuto?

Vi lascio con un dubbio o con un sorriso…