Nato nel 2016, dalla volontà di tre giovani imprenditori: i fratelli Azzurra e Giampaolo Morelli con Andrea Pucci, il brand Ahirain si contraddistingue per l’eccellenza italiana ma soprattutto per il know how tecnologico costruito nei quarant’anni di Pellemoda, l’azienda italiana fondata dal padre di Azzurra e Giampaolo, Bruno Morelli a Empoli, in Toscana. È qui che il team ha ereditato le preziose capacità artigianali dall’esperienza delle sarte e la passione per la sperimentazione dei nuovi materiali, lavorati da macchinari di ultima generazione.

Sempre pronti ad esplorare nuovi mondi con la filosofia di “Escape the ordinary”, le proposte di Ahirain evidenziano un’essenzialità estetica che scaturisce da una ricerca estrema nella costruzione di capi, realizzati con tessuti speciali e dettagli esclusivi.

Abbiamo incontrato Azzurra, Giampaolo e Andrea per capire come è stato possibile realizzare una proposta così innovativa nel panorama dell’abbigliamento italiano, capace di unire la moda alla tecnologia di ultima generazione e in grado di conquistare, in così pochi anni, le vetrine dei più prestigiosi retailer internazionali, dal Giappone alla Russia.

Ahirain: come nasce questo nome?

Azzurra Morelli. Ahirain racchiude nel nome sia la nostra fantasia, che l’intenzione: il suffisso “rain”, infatti, si rifà a quel mondo di concetti tecnici caratterizzanti del marchio, quali i materiali waterproof e windproof, i dettagli funzionali e pratici tipici del DNA Ahirain.

Moda: passione o professione?

Andrea Pucci. La moda è innanzitutto una passione profonda e condivisa da parte di tutti e tre i co-founders, Giampaolo e Azzurra Morelli e Andrea Pucci, siamo riusciti a coniugare i due aspetti e a rendere questa passione comune una professione dinamica e appagante, attraverso la creazione di un brand di capispalla di design Made in Italy.

Tre aggettivi per descrivere il vostro brand.

Giampaolo Morelli. Ahirain è caratterizzato da un’attenta ricerca, è contemporaneità e funzionalità. Stagione dopo stagione, la sperimentazione di tecniche e tessuti diversi ha fatto in modo di renderlo il brand d’eccellenza che è oggi, incentrato sulla vita del nostro ideale “universal traveller” sempre pronto ad esplorare e superare i confini.

Chi sono per voi gli “universal travellers”?

Azzurra Morelli. I nostri “universal travellers” sono tutti gli amanti del viaggio, non solo inteso come viaggio fisico, ma anche come state of mind, attenti alla ricerca, alla sperimentazione, alle nuove esperienze e alle innumerevoli contaminazioni. Ahirain si rivolge ad una persona aperta al mondo, inclusiva sin dal fit e dai capi genderless.

Cosa della vostra personalità si riflette nel brand?

Azzurra Morelli. Ci rispecchia in tutto, sportività, passione e concretezza si ritrovano in ogni singolo capo. Dal fit, all’occasione d’uso, Ahirain si impegna a esaltare la personalità di chi lo indossa, garantendo sempre performance e stile, con la personalizzazione dei particolari, come le zip e le maniglie, oppure i volumi loose e oversize, modelli di tendenza e spesso genderless.

L’innovazione si riconosce nei materiali, nei macchinari e nella sperimentazione dei tessuti.

Andrea Pucci. L’innovazione è un punto cardine del nostro percorso. La ricerca, fatta stagione dopo stagione di contenuti reali e tangibili, parte e si fonda sull’innovazione, talvolta sperimentazione, dei materiali tutti, dai tessuti alle tecniche costruttive, agli accessori, fino ad ogni singolo e più piccolo elemento di ogni capo presentato. Lo sviluppo è orientato ad uno stretto contatto con ideatori e produttori di tessuti italiani, grazie a soluzioni talvolta create in esclusiva per Ahirain, sempre e comunque funzionali e coerenti con il DNA del brand.

Dove avviene la produzione?

Giampaolo Morelli. La produzione è italiana, come la sperimentazione, la campionatura, la prototipia sono tutte Made in Italy. Ahirain fa affidamento a Pellemoda, azienda produttrice del marchio, per realizzare collezioni che riescano a fondere ed esaltare le capacità artigianali delle sarte con la sorprendente innovazione di macchinari di ultima generazione attraverso l’uso di materiali e accessori d’avanguardia, spesso sperimentali.

“Escape the ordinary”: come mai avete scelto questa tematica per la vostra collezione e cosa significa nella vostra vita quotidiana “fuggire dall’ordinario”?

Azzurra Morelli. Il pay off “Escape the ordinary” racconta del nostro essere sempre alla ricerca di stimoli nuovi, sia si tratti di prodotti, che di soluzioni. Siamo noi in prima persona gli “universal travellers” a cui parliamo, in costante tensione evolutiva.

Viaggio per voi è… ?

Andrea Pucci. Il viaggio è scoperta continua, senso di dinamismo, ricerca di contaminazioni. Anche i nostri mercati esteri sono una fonte d’ispirazione e una conferma delle nostre scelte di design.

Come mai un’ambientazione visionaria ripresa dal mood dei videogiochi anni ’80 e ’90 per la creazione del vostro sito online?

Giampaolo Morelli. Il nostro nuovo sito rappresenta per noi allo stesso tempo la contemporaneità massima e il richiamo a una generazione e dei ricordi traslati in una prospettiva futura come, ad esempio, la realtà aumentata, il 3D, gli avatar, è un mix & match di vintage autentico in chiave futurista. Inoltre, gli anni Ottanta e Novanta hanno avuto ultimamente un importante revival con un mood che attraversa un po’ tutti i campi artistici e i trend.

In quale città vi sentite a casa e da dove prendete ispirazione per le vostre collezioni?

Andrea Pucci. Chiaramente la Toscana è la nostra terra, quindi partiamo da qui, contornati dalla bellezza e dalla maestria artigianale conosciute in tutto il mondo, ma nell’ottica di seguire una visione più ampia e internazionale, che va dal Giappone, ad esempio, dai tagli a kimono, sino ai grandi freddi del Nord Europa. L’ispirazione parte da un concetto a-geografico e a-fisico arriva dal mondo cosmopolita.

Il capo che non mai manca mai nel vostro guardaroba?

Giampaolo Morelli. Un capospalla contemporaneo e avanguardista, di stile, ma sempre funzionale in quanto costruito intorno alle reali necessità e quindi perfettamente fruibile nelle molteplici occasioni d’uso.

Lusso per voi è… ?

Azzurra Morelli. Sportività understated: Ahiran trasmette un lusso fatto di sostanza, attraverso un progetto outwear ambizioso nella ricerca, ma con i piedi per terra nella realizzazione, con modelli ripresi dai mondi del wellness, dell’activewear e delle utility.

Connubio moda e tecnologia?

Andrea Pucci. Sintesi perfetta del marchio, a partire da come viene pensato ogni stagione, progetto dopo progetto, sviluppato e realizzato con la ricerca a partire dalla moda, ma dove la tecnologia non viene mai meno. Ad esempio, il piumino in “Drip Dye” sarà il tessuto di punta per la collezione uomo Autunno-Inverno 2022-23; nasce da un nylon molto sofisticato studiato in esclusiva per Ahirain e successivamente trattato con una tecnica di tintura artigianale estremamente innovativa a “sgocciolatura” monocromatica localizzata, che crea un effetto tie-dye per luce e variazione colore.

Protocollo ZDHC: quanto è importante per voi la sostenibilità?

Giampaolo Morelli. Ahirain, insieme a Pellemoda, si impegna ogni anno maggiormente a realizzare collezioni che possano essere sempre più sostenibili nel futuro. Proprio con questo sentiment è stata lanciata nella per la collezione Autunno-Inverno 2021-22 ora negli store, il progetto AFF, Animal Friendly Fur. Una capsule donna, composta da un caban corto, una sciarpa e un cappellino, completamente progettata e realizzata con un tessuto molto speciale e unico con sembianze di pelliccia ma realizzato con fibre naturali che provengono dalla tosatura degli animali e la struttura è realizzata con poliestere riciclato e certificato.

Mercato italiano ed estero: differenze e i vostri maggiori clienti.

Azzurra Morelli. Il mercato italiano è per noi importante in termini di business al 30% e ricopre un ruolo fondamentale anche per il nostro posizionamento, essendo Ahirain un brand italiano d’origine e Made in Italy. I mercati esteri sono il restante 70%, divisi tra uomo e donna, soprattutto in Giappone, Germania, Korea, Russia e in altri Paesi europei. Siamo attivi nell’espansione su nuovi mercati: abbiamo infatti da poco stretto una partnership per lo sviluppo del mercato della Cina con un player affermato che lavora con marchi di ricerca e di nicchia.

Quanto vi ha aiutato la tecnologia, durante la pandemia?

Andrea Pucci. Come brand, Ahirain era già improntato sulla ricerca ed implementazione di progetti tecnologici sia sul lato front office che back office; il mese scorso infatti è stato lanciato il nuovo sito con lo sviluppo dell’e-commerce; già da tre stagioni l’intero catalogo di offerta wholesale è completamente digitalizzato e procede in modo parallelo e complementare con l’offerta fisica; sul lato back office sono stati potenziati gli investimenti in acquisto di macchinari altamente specializzati, nel rispetto del DNA specifico del brand, in più viene ogni stagione incrementato l’utilizzo di materiali d’avanguardia, oltre a soluzioni e applicazioni particolari, ad esempio, il coating e la tintura in capo. La pandemia per noi ha rappresentato un acceleratore di processi già in atto.

Progetti futuri?

Giampaolo Morelli. Il prossimo appuntamento è Pitti Uomo a Firenze dall’11 al 13 gennaio 2022 dove presenteremo la collezione Autunno-Inverno 2022-23, per approfondire le nostre novità in termini di sviluppo prodotto e riguardo le tecniche applicate. Contemporaneamente contiamo molto sullo sviluppo del mercato in Cina per ampliare la distribuzione e confermare l’importanza internazionale.