Sono stati in molti a meravigliarsi per il vaccino anti Covid sviluppato a Cuba. Ma come, anche Cuba ha laboratori sofisticati ed è in grado di produrre vaccini contro il Covid?

In realtà la sanità cubana è sempre stata un'eccellenza dai tempi della rivoluzione. Con l'arrivo di Fidel e del Che un medico su due “battistiano” scappò in Florida a far denari. All'Avana rimasero solo 16 professori di medicina. I “non medici” come infermieri, radiologi, fisioterapisti, ostetriche hanno fatto di “necessità virtù” ed hanno sopperito la mancanza per decenni. Sono gli unici “paramedici” che si sono avvalsi della facoltà di far diagnosi e prognosi e ciò spiega come mai siano tutt'oggi tra i più preparati al mondo.

Nella post rivoluzione il Ministero della Salute di Cuba iniziò un programma di nazionalizzazione e regionalizzazione dei servizi sanitari: furono realizzati 50 nuovi ospedali rurali e 160 policlinici in aree urbane, iniziato un programma di vaccinazione dei bambini e fu istruito nuovo personale medico. Vennero assunti 750 medici e studenti di medicina per trascorrere un periodo della loro carriera professionale nelle campagne, sulle montagne e nelle comunità costiere. L'obiettivo del servicio médico rural era quello di garantire “la prevenzione delle malattie e di rivitalizzare i servizi sanitari per i più bisognosi, perché poveri o in precarie condizioni di salute o perché residenti lontano dai centri urbani”. Il mandato affidato a questi medici dal nuovo governo (che definiva la salute e l'educazione come una propria responsabilità sociale e un diritto individuale dei cittadini) era quello di creare un unico servizio nazionale di assistenza sanitaria, e fornire prestazioni sanitarie gratuite e accessibili a tutta la popolazione cubana. Il tutto avveniva con l'inizio e nonostante l'embargo USA che proibì l'importazione di medicine e alimenti.

Negli anni ‘70 il modello di cure primarie basato sulle cliniche di comunità fu potenziato e si accollò l'educazione alla salute, la prevenzione e il monitoraggio ambientale. Furono istituiti quattro programmi nazionali di assistenza multidisciplinare mirati alla tutela della salute materno-infantile (PAMI), al controllo delle malattie infettive, alla prevenzione e cura delle malattie croniche e alla tutela degli anziani.

Ma la vera e propria modernizzazione avvenne solo negli anni '80. Nel 1986 venne introdotto un Programma che mise a disposizione dei pazienti un team costituito da medico e infermiera e garantì, a partire dai primi anni ‘90, l’assistenza primaria al 95% delle famiglie cubane direttamente nel proprio quartiere di residenza. Erano attive 21 scuole mediche in tutto il territorio nazionale. Il sistema sanitario cubano cominciò a essere preso dall’OMS, dall'Unicef e da altre agenzie internazionali ONU come esempio per un servizio sanitario nei Paesi in via di sviluppo. I migliori risultati vennero dal punto di vista vaccinale grazie a ripetute campagne. Alcune malattie non si verificano casi da diversi anni: poliomielite, 1962; tetano neonatale; 1972; difterite, 1979; meningoencefalite post-parotite, 1989; sindrome rosolia congenita, 1989; morbillo, 1993; pertosse, 1994; rosolia e parotite, 1995 e febbre gialla, 2005. Ciò spiega l'avanguardia di BioCubaFarma e del vaccino Soberana 02 che è solo 1 dei 4 vaccini in fase di sperimentazione. Fidel castro aveva deciso ad inizio embargo di essere autosufficiente come industria biotecnologica. E il tempo gli ha dato ragione.

Ma il Covid colpì duramente anche l'Italia e fu proprio Cuba per prima ad inviare medici in supporto. Ce li ricordiamo tutti scendere sorridenti dall'aereo in camice bianco con la bandiera dell'isola caraibica. Anche questo è frutto di un programma sperimentato con successo in passato denominato “Barrio Adentro”. Cuba, nella fase iniziale del progetto, ha inviato circa 18.000 medici in Venezuela; in contraccambio Chavez inviava forniture di petrolio a Cuba. Nel 2008 i medici cubani che lavoravano in Paesi esteri erano circa 37.000, sparsi in più di 70 Paesi. I medici che decidono di lavorare all'estero ricevono compensi maggiorati ed anche questo spiega il sorriso dei medici cubani all'arrivo nell'aeroporto italiano.

Purtroppo, da lì a poco, l'Italia inspiegabilmente si accodò agli USA nel rinnovare l'embargo a Cuba. Embargo che fu tolto da Obama e reintrodotto da Trump.

Se Cuba è un'eccellenza dal punto di vista del personale sanitario non lo è dal punto di vista strutturale. I macchinari sono del secolo scorso e le strutture fatiscenti. Assomigliano al parco auto che si vede circolare nelle principali strade della Capitale. Vecchi, inquinanti ma funzionanti. È sconsigliato ma non vietato al turista occidentale, abituato a certi standard, ammalarsi. Ma ciò, purtroppo, non è colpa dei cubani ma dell'embargo loro imposto e ingiustificato.