Il turismo in Israele è sempre stato uno dei segmenti più importanti dello sviluppo del Paese. Fino a pochi mesi fa rappresentava circa il 3% del PIL e occupava più di 200000 lavoratori. I luoghi di culto della cristianità, assieme ai paesaggi che uniscono tratti occidentali a quelli orientali, sono sicuramente le attrattive più importanti per i visitatori di tutto il mondo.
Dal 7 ottobre 2023, tuttavia, la situazione è cambiata. Il turismo israeliano ha avuto una flessione inevitabile a causa del conflitto che, seppur non abbia interessato nello specifico il territorio israeliano più interno, ha sicuramente allontanato parte dei turisti. Rischi di attentati tra le strade, cieli non più sicuri come prima e, perché no, anche ritrosie morali di chi non ha condiviso le iniziative bellicose israeliane. Tutto questo ha dato una brusca frenata al flusso turistico israeliano. Una macchina che però gli israeliani stanno cercando di far ripartire e portare ai livelli pre-guerra capovolgendo, ove possibile, la crisi in opportunità.
Una delle strategie utilizzate dai tour operator, infatti, sono i viaggi organizzati nei luoghi dei raid di Hamas e nelle postazioni di confine con la Striscia. Due almeno le offerte turistiche. Una prima opzione riguarda il “Tour della realtà del confine di Gaza da Tel Aviv”. 9 ore di visita, al costo di 140 euro a persona, per ottenere “una visione più approfondita delle realtà passate e presenti della regione dopo il 7 ottobre vedendo la realtà con i propri occhi e coinvolgendo i residenti locali”. Durante il tour sarà possibile visitare il sito del Supernova Music Festival, all’interno del quale i miliziani di Hamas uccisero indiscriminatamente 364 persone, e il cosiddetto “cimitero dei veicoli". Inoltre, è previsto un incontro con un residente locale per “una discussione sulla vita attuale nella zona”, un pranzo tipico e la visita alla barriera nord Gaza-Israele.
L’obiettivo del tour, secondo quanto riferito dagli organizzatori, è quello di “promuovere la comprensione reciproca attraverso narrazioni autentiche e azioni costruttive di speranza e recupero, nonché il sostegno alle comunità locali”.
Un’altra offerta, invece, è quella del tour “7 ottobre - Tour del patrimonio e dell'eroismo al confine di Gaza”. Al costo di 163 euro a persona, anche questo viaggio si presenta come un “tour unico di un giorno che permetterà di assistere in prima persona e ricordare gli eventi e gli orrori del 7 ottobre al confine di Gaza”. Anche in questo caso gli operatori turistici giustificano il tour dichiarando che è volto a “diffondere speranza nell'area della Striscia di Gaza mentre gli abitanti lottano per ricostruire le loro comunità e l'economia”, invitando i visitatori a “vedere con i propri occhi i luoghi principali in cui sono accaduti questi eventi, ascoltando le storie e incontrando gente del posto, volontari da tutto il mondo e soldati”.
Anche in questo secondo tipo di tour sarà possibile visitare i luoghi lungo il confine di Gaza, in particolare quel teatro degli attacchi dell’ottobre 2023, ricevendo anche in omaggio candele commemorative, caffè e pasticcini durante il viaggio. La direzione che si vuole dare alla visita è ben specificata: entrare nel conflitto di Gaza ma dalla parte dell’esercito israeliano e delle comunità israeliane della Striscia, descritte come eroici combattenti al confine e vittime dei terroristi del gruppo Hamas.
È il caso di Aner Shapira, un israeliano ucciso durante l'attacco al festival musicale Supernova che, mentre era al riparo in un rifugio, pare abbia lanciato contro i militanti di Hamas 7 granate esplosive. Durante il tour si potrà visitare il suo rifugio antiaereo dove, si legge nella descrizione, “usando le sue stesse mani e il suo coraggio, salvò molte vite”. E ancora, sarà possibile osservare la Striscia attraverso un punto di osservazione da una distanza di sicurezza, proprio come se si stesse comodamente in visita agli Champs Elysees.
Spazio poi anche a Sderot, dove si potrà fare una pausa caffè in una panetteria locale e visitare la stazione di polizia dove i locali ufficiali combatterono il 7 ottobre contro Hamas. Infine, si potranno visitare i quartieri di Gaza nella parte dei luoghi in cui “è stato violato il confine”. Le nuove offerte turistiche hanno ricevuto già diverse recensioni negative su Tripadvisor. Sono tanti i messaggi che stroncano l’offerta, del tipo “Un tour che trovo abbastanza aberrante. Come si può turistizzare e lucrare su morte e distruzione? A meno che il non sia in realtà un'ulteriore iniziativa di propaganda travestita”.
Ma c’è anche chi invece sembra entusiasta: “Mi sembra un'esperienza interessante, sarebbe da fare e da rifare, anche per dare un supporto fattivo e assistenza dal vivo a tutte quelle comunità colpite”. A prescindere dalle considerazioni sul conflitto, i racconti proposti dai tour operator al confine sembrano offrire una realtà ovattata ai turisti. Nella Striscia le macerie ormai occupano gran parte delle strade e la difficoltà con la quale gli aiuti umanitari riescono ad entrare fanno sì che gli abitanti vengano uccisi tanto dalle bombe quanto dalla fame.
Ad oggi, secondo Emergency che cita uno studio di The Lancet, i morti sono circa il 40% in più di quelli dichiarati, il 90% dei cittadini vive da sfollati e l’aspettativa di vita (che prima era intorno ai 71 anni) è scesa drasticamente a 40 anni. Le vittime sarebbero circa 50mila ma è difficile identificare chiaramente quanti morti ci siano stati ormai a Gaza.
Di questi, quasi 15000 sarebbero bambini, oltre 200 giornalisti e più di 400 operatori umanitari. Numeri che fanno raggelare il sangue e che, dopo l’annuncio di Netanyahu di voler intensificare l’invasione, saranno destinati ad aumentare. Una guerra che si svolge non solo sui campi di combattimento ma anche in prossimità dei fili scoperti dell’opinione pubblica, vulnerabile ai racconti governativi e bisognosa di una dialettica che la metta al riparo dalle responsabilità morali di una guerra che sta assumendo sempre di più le sembianze di un massacro.
Una triste pagina di storia che qualcuno ha deciso di leggere mangiando pasticcini e guardando il fronte da un binocolo.