Magari non conserverà l'esclusività degli anni passati, ma se c'è un merito incontrovertibile che deve essere riconosciuto a Umbria Jazz è quello di avere traghettato il genere afro-americano in Italia incontro a una popolarità e un successo prima neanche mai sfiorato. Merito di un lavoro che non conosce pause e di una cornice naturale di ineguagliabile bellezza, doti che hanno fatto di questo festival un esempio dell'eccellenza italiana.

Questo agile ma sostanzioso volumetto, edito da Archi's, mette insieme i manifesti di tutte le edizioni estive e di quelle invernali, ripercorrendo schematicamente la storia della manifestazione attraverso una galleria cronologica di espressioni artistiche e scatti che l’hanno contraddistinta con tutte le più grandi icone del jazz mondiale: da Art Blakey e Bill Evans a Miles Davis, Stan Getz , Oscar Peterson fino a Sonny Rollins, Ornette Coleman, Caetano Veloso, Keith Jarrett (insieme a molti altri), fra gli ultimi, grandi sopravvissuti di una musica sempre avvincente, che giusto qualche mese fa ha oltrepassato con virtù e qualche deprecabile capriccio, l'importante traguardo dei quarant'anni, per un happening che come pochi altri si è identificato con il suo comprensorio innalzandone il valore di entrambi.

A metà degli anni ’70, quando tutto aveva un sapore diverso e i freak provenienti da ogni parte d’Italia dormivano in sacco a pelo sul corso principale di Perugia, un gruppo di appassionati si allineò alle esigenze di una regione che voleva far conoscere il suo splendido territorio, oggi il suo caratteristico marchio su caratteri oro impresso su un fondo nero, ha fatto il giro del mondo. Il patron Carlo Pagnotta e i giornalisti Paolo Occhiuto e Marco Molendini pongono spunti e descrizioni, il ricordo personale di ogni appassionato farà il resto. E se siete alla caccia di altre emozioni in musica, è ormai alle porte la ventunesima edizione di Umbria Jazz Winter, che dal 28 dicembre al primo gennaio nell'incontaminato cuore antico di Orvieto, presenta un cartellone di prima qualità che attira un pubblico trasversale e ugualmente entusiasta, spesso proveniente anche dall'estero.

Oltre cento appuntamenti, dislocati nei palazzi storici della cittadina etrusca, pronta ancora una volta ad accogliere e applaudire un drappello di giovani talenti ed artisti dal valore consolidato. Fra i primi spiccano la cantante afro-americana Cecile McLorin Salvant (già nota al pubblico di Umbria Jazz, in qualità di ospite durante la scorsa edizione della sfavillante Lincoln Center Orchestra, guidata dalla star Wynton Marsalis), il vibrafonista Warren Wolf, il pianista Aaron Diehl e la sassofonista di origine cilena Melissa Aldana, recente vincitrice della Thelonious Monk Competition, concorso internazionale di riferimento che ha premiato per la prima volta dalla sua realizzazione, una donna.

A Orvieto arriverà alla testa di un proprio trio in cui spicca il portentoso batterista Carl Allen e successivamente sarà ospite della band del fenomenale contrabbassista Christian McBride, un asso i cui servigi sono già stati ben apprezzati da icone del calibro di Chick Corea, Herbie Hancock e Pat Metheny. Occhio anche al drappello di musicisti italiani, guidati da Enrico Rava, che si esibirà in doppia veste con il suo nuovo quintetto di giovani che ben lo stimolano e poi con una formazione dedicati agli immortali standards di Broadway, di cui il jazz si è impossessato, durante la notte di San Silvestro, Paolo Fresu (in tandem con l'eclettico pianista americano Uri Caine, tutti i giorni ed in varie sedi), il sommo Maestro Franco Cerri quindi Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani.

Gran chiusura il primo gennaio al Teatro Mancinelli con il Top Jazz, referendum indetto da Musica Jazz, la rivista più longeva del settore, che ha chiamato un ristretto nucleo di giornalisti e critici musicali, che hanno scelto in assoluta libertà i vincitori fra le nove categorie indette dalla direzione della rivista, al fine di premiare dischi, musicisti, gruppi e nuovi talenti del jazz italiano oltre che di quello internazionale. Sul palco saliranno quindi Dino Betti van der Noot, compositore e arrangiatore di vaglia, che si è imposto nella categoria Disco dell’anno con The Stuff Dreams Are Made On, il pianista Franco D’Andrea Musicista dell’anno sulla scia di un sensazionale disco in solo, il miglior gruppo dell’anno è risultato, lo Yatra Quartet di Enzo Pietropaoli, ancora in bella evidenza con un secondo capitolo di suggestioni e memorie pubblicata da Jando Music\Via Veneto Jazz, quindi il Miglior nuovo talento, che ha visto trionfare il giovane pianista toscano Alessandro Lanzoni, per cui sembra fin troppo facile predire un brillante futuro. Una bella alternativa come destinazione per le festività di fine anno.

Per maggiori informazioni:
www.umbriajazz.com

Il prossimo appuntamento è per il 20 Gennaio 2014.

Foto:
1.Christian Mcbride & Inside Straight
2. Melissa Aldana
3. Lewis Nash - Steve Wilson
4. Gregory Porter
5. Enrico Rava
6. Walter "Wolfman" Washington