Non so perché scrivo questo articolo. Credo che non ne ricaverete niente. Mi vien voglia di scrivere frasi annotate, pensieri ribelli, spettinati, come diceva un famoso libro di qualche anno fa, ricordi indelebili cancellati dalla vita, riunioni noiose con poesie a margine del foglio degli appunti decisioni prese e sbagliate, decisioni non prese e sbagliate lo stesso, casualità, disordine e bellezza. Amicizia. Amore.

I pensieri sono diversi da quello che si fa, e quello che si fa è diverso dal pensiero che… si aveva intenzione… forse per questo l’insieme va male… il fatto, liberato dal pensiero di tutti (il “senso comune”), diventa ingranaggio senza timone, che troppo pieno, s’incaglia al primo banco di sabbia, alla prima metafora che incontra in un canale, già finanziato da un mercante d’armi, il Barone triestino, Pasquale, appunto, “Revoltella”, e blocca i traffici di un mondo, bussola senza lancette né Nord magnetico…

Il pensiero.

Ci dev’essere, quello buono, finalizzato al bene, di tutti… la vita è un sogno in cui spesso ci dimentichiamo l’inizio, la fine e quello che sta in mezzo, ma ci vengono in mente, in occasioni inattese, particolari insignificanti, allora, e importantissimi oggi, che aprono a significati inesplorati di quello che ci è accaduto e di quello che, forse, ci sta per accadere. Esperienza piallata dagli impegni della nostra vita standardizzata, dall’orgoglioso pensiero cosiddetto coerente, razionale, meccanicista, riduzionista, finalizzato alla produzione ed al profitto di altri, quasi mai al nostro (“noi” siamo stupidi ma onesti) che, strumentalizzato, il nostro obbligato socialmente pensiero ufficiale mette in fila quello che ha voglia di stare sparpagliato, riduce a numeri ciò che non si può contare, che come lo conti perde il suo valore, ma ha valore se lo conti, può essere comprato. Ma puoi comprare anche un pensiero e farlo tuo, puoi anche rubarlo ad un altro, e metterci sotto la tua firma, così facendo ammazzando il pensiero stesso e il pensatore. Ma che cos’è il pensiero? Il tafano che arriva ronzando da chissà dove sul culo del cavallo, attirato dal suo calore, pensa di andar a succhiare il sangue al cavallo sul suo culo? Chi ha detto che non pensa? Che non “sa pensare”? Perché, quello che vuol fare eleggere i ben/mal pensanti pro domo proprie che stanno nel suo gregge e che gira il suo paese a far comizi senza mascherina, pensa? Per tutti o per sé? Il tafano maggiore, principe di tutti i tafani, potrebbe dire che quello non pensa come un tafano, quindi non “sa pensare”. Il tafano però ha un vantaggio. Non si prende il Covid.

Notate la differenza fra un pensiero ordinato razionale espresso con stile e classe e quello che parla di culo (di cavallo). Con il primo, quello dei conigli d’amministrazione, ci si addormenta, il secondo tiene svegli, incuriosisce, evoca immagini e fantasie, consente di elaborare pensieri liberi, soddisfacenti. Il culo di un cavallo beccato da un tafano vs i conigli d’amministrazione, quelli che seguono il capo coniglio perché, come tutti i capi conigli, fa molto sesso. Ooops…

Che volete, oggi i pensieri impertinenti scappano, non si riescono a trattenere, e man mano che scappano l’umore migliora, anche se abbattuto da 380 giorni di isolamento per salvarsi la vita. Anche per salvarsi il torace, la guancia, la coscia, la caviglia. I capelli. Salvarsi la coscia per quasi 400 giorni di isolamento è importante. La coscia è importante ma anche la vita, che da vecchi si degrada, diventa pancia, diventa tartaruga rovesciata, diventa moscia se non fai esercizio. Ma anche la coscia, senza esercizio, diventa moscia. La coscia moscia. E l’esercizio mentale può salvarti la coscia, soprattutto in tempo di isolamento. Se lasci correre il tuo pensiero, giù dalle discese inesplorate del ricordo, della connessione impertinente, del motto di spirito, il “Witz” freudiano ti salva dalla tristezza e dalle conseguenti pillole o dai bagni di grappa, rigorosamente bianca e secca o dalle fetenzìe del porno via web che viene sempre dal Nord del mondo, le porno notizie, produzioni, scuole, politiche, pubblicità e marketing, televisioni, virus... Il Witz parte direttamente dall’amigdala, questa pallottolina di cellule nervose del diametro di neppure cinque millimetri, ma che presiede al dolore, all’allegria, all’orgasmo, al piacere, al dispiacere connettendosi con tutti i miliardi di cellule nervose e ai miliardi di miliardi di miliardi delle nostre cellule della coscia e del resto, affidando loro il compito di esprimere quello che sentono qui, oggi.

Così se unx piange perché ha perso il povero babbo escono lacrime, parole, bestemmie, ricordi, dolcezze, se unx si accoppia con un partner affettuoso escono gocciole di piacere da tutti i pori, iperventilazione, esplosioni catartiche e, anche no, ma succede - solo a una certa età - ovulazioni imperiali. Se una partorisce in libertà, assecondando i movimenti del suo bambino escono non solo urla di dolore, ma pure di piacere, soddisfazione, pienezza di vita, orgoglio, se unx muore esce la paura residua della morte che non sei riuscitx ad eliminare del tutto ben prima, facendo il possibile per star bene con te stessx, esercitare il tuo diritto, anche da poveri, al piacere, al godimento intellettuale, materiale, fisico, spirituale, amicale, sociale, ecologico di ogni secondo di questa vita che ci è arrivata senza che lo volessimo e che ci sfugge senza che lo possiamo evitare. Succede e basta.

Così vita, morte, miracoli, connessioni, storie, amicizie, tradimenti, alleanze, pensieri, fatti uscire liberi fanno, speriamo, felici le tante vostre amigdale, innescando pensieri sui pensieri (epistemiologicamente cantando), alleanze, tradimenti, amicizie, storie, connessioni, miracoli, morte, vita, in tutti voi che state leggendo, attaccati da una lettura che non vi ha promesso niente che non vi sta portando a nulla, dalla quale non ricaverete niente, forse solo una fiammella di pensiero che ne accenderà altre, e altre ancora e altre ancora e ancora, solo per farvi sentire vivi e passare indenni questa indegna situazione da noi creata, con le nostre azioni senza pensiero. W Giuseppe Mazzini!