Come sempre cerchiamo di analizzare le risorse che lo yoga ci mette a disposizione per migliorare la nostra pratica, maturare a livello psico-emotivo nella nostra vita quotidiana e far crescere la coscienza collettiva. Oggi in particolare cerchiamo di capire come e perché lo yoga può aiutarci a coltivare e sviluppare il tema della pazienza.

How the body changes the mind & vice versa

La pazienza viene definita come quella “disposizione d’animo ad accettare e sopportare il dolore, il male, i disagi, le molestie altrui, le contrarietà della vita in genere, con tranquillità, moderazione, rassegnazione e senza reagire violentemente” 1.

Apparentemente una virtù da santi, ma attraverso lo yoga possiamo sperimentare ed esercitare la pazienza da molti punti di vista.

Ascolto del corpo

Ricordate le prime lezioni di yoga? L'importanza dell'ascolto di noi stessi e l'accettazione dei limiti che il nostro corpo ci mostra sono le chiavi costanti della pratica. E di fronte a questi limiti, ginocchia dolenti, schiena rigida, spalle a pezzi, mente che vaga, etc., quante volte la sensazione di non riuscire a tenere un asana come vorremmo si trasforma subito in frustrazione e ci rende impazienti? Vorremmo essere sempre più prestanti di quanto siamo, avere capacità fisiche da atleti, non provare mai dolore. Ecco allora che ci rendiamo subito conto di quanto affrontare tutti i giorni questi limiti, tanto più che cambiano e si modificano costantemente come il meteo delle nostre giornate, sia già di per sé un profondo esercizio per coltivare la pazienza. Sì perché coltivare la pazienza con il proprio corpo significa imparare a trovare risorse fisiche (lasciando andare la tensione, portando l'attenzione al respiro e incrementandolo al bisogno) e mentali (restando nel presente della situazione e accogliendola per quello che è senza giudizio) per accettare e superare il dolore o la fatica. Significa capire cosa fare per non farsi male (un passo indietro). Tutte queste micro riflessioni ci resteranno dentro a furia di praticarle e, quando meno ce lo aspetteremo, si manifesteranno. Di fronte alle fatiche e alle frustrazioni della vita di tutti i giorni ci ricorderemo della pratica in modo quasi istintivo e magari riusciremo a calmarci respirando più a fondo o a fermarci in tempo prima di sfuriare. Saremo più capaci di aspettare e di essere più pazienti nei momenti difficili con gli altri proprio perché avremo sperimentato come farlo prima con noi stessi.

Gradualità

La pratica dello yoga, inoltre, ci insegna ad arrivare step by step alle cose. Tutti gli asana vengono costruiti e perfezionati passo passo. Alcuni ci sono fisicamente più congeniali, altri per niente e su quelli magari lavoreremo per anni! Lo scopo nello yoga però, ricordiamolo sempre, non è prestazionale. Il raggiungimento del miglioramento di un asana è legato alla realizzazione del Sé. Si tratta di un lavoro di limatura e pulizia per trasformare la materia grezza in pietra preziosa. Dunque anche questo esercizio graduale, ma costante ci aiuta a sperimentare la pazienza con noi stessi nella pratica e poi via via sempre più anche nella realtà di tutti i giorni. Ci sono giorni in cui ci sembra di non fare progressi o ci allunghiamo forse un millimetro in più di quanto avremmo pensato, ma sul tappetino sappiamo che i veri passi avanti si vedranno più in là, magari da un giorno all'altro, quando improvvisamente il nostro corpo avrà maturato tutto il necessario per conformarsi all'asana in modo naturale, la stessa su cui magari abbiamo lavorato e quasi pianto infinite volte. Da lì in poi non ci sarà più sforzo e fatica. E avremo conferma di quanto, con piccoli passi, si possa andare lontano.

Lentezza

Altra regola non esplicita dello yoga è quella di non scappare dall'asana. A volte gli insegnanti lo ricordano ai loro studenti, ma mai abbastanza secondo me. Spesso può capitare di andare in accelerazione per chiudere un passaggio il più velocemente possibile. Questo perché sentiamo male, facciamo fatica, non abbiamo pazienza! In questo senso diventa utilissimo come abbiamo visto un paio di lezioni fa imparare a praticare al rallentatore. Impieghiamo più energie a trovare soluzioni frenetiche che a imparare ad aspettare, rallentare, pazientare. A tratti sembra un lavoro impossibile o comunque molto difficile. Ci sembra di perdere tempo o non arrivare in tempo al nostro obbiettivo. Scattano spesso pensieri del tipo “se non ci arrivo subito non ci arriverò mai” consci o inconsci che siano, e invece l'operazione mentale da fare dovrebbe essere esattamente l'opposta: vivere il limite come una sfida costruttiva piuttosto che una disfatta imminente!

Sviluppare pazienza attraverso lo yoga significa dunque allenarsi ad essere perseveranti e tolleranti allo stesso tempo. Significa porci in un atteggiamento di umiltà nei confronti di noi stessi e del nostro corpo e per farlo abbiamo bisogno di attivare attenzione e concentrazione rispetto a quanto stiamo facendo, rilassandoci, lasciando andare accanimento e sforzo per osservarci e ascoltarci. Solo così arriveremo a raggiungere quella presenza mentale che ci terrà radicati dentro e fuori dal tappetino!

1 Fonte: Enciclopedia Treccani.