È coraggioso e trascorre una buona parte del suo tempo a risolvere i crimini del mondo tra scazzottate, inseguimenti, duelli, acrobazie e simili. Quando nacque, negli uffici newyorkesi della Dc Comics, le due penne congiunte di Bob Kane e Bill Finger lo vestirono con un mantello nero da cui spuntavano due enormi ali da pipistrello e lo chiamarono The Bat-Man. Era il 1939. Gli Stati Uniti stavano uscendo dalla grande depressione mentre l'ombra di una nuova guerra diventava sempre più minacciosa. La fame e la povertà provocata negli anni bui della crisi economica dalla chiusura delle fabbriche e dalla disoccupazione generarono sconforto e panico, ma anche una criminalità dilagante. Affidarsi ai supereroi - uomini soli contro le ingiustizie, l'immoralità e la corruzione sfrenata delle grandi città - fu un antidoto contro l'insicurezza diffusa. E forse non è per caso o soltanto per affetto se oggi il mito di Batman è ancora vivo al punto tale da rendere omaggio ai suoi 80 anni con onori quasi reverenziali. Così a settembre il suo Bat-segnale è stato proiettato nelle piazze principali di 12 città, tra le più importanti del pianeta, da Melbourne a Johannesburg, passando da Londra, Roma, Berlino, Tokyo e naturalmente New York. Iniziative editoriali, film, mostre, maratone, imprese sportive si sono unite a T-shirt, calzini e gadget vari per festeggiare il Cavaliere oscuro. Un'eccitazione collettiva che ha portato l'albo di esordio del fumetto a quotazioni da psichiatri: 1,4 milioni di dollari.

Ma chi è dunque Batman? Se lo sono chiesto alla Scuola Superiore di studi universitari di Pisa e la risposta dei giuristi è stata netta: “Batman è un criminale”. Pur se la sua forza e la sua determinazione nascono da uno choc subito quando era bambino e un ladro uccise entrambi i genitori, lui si trasforma in un fuorilegge andando a far parte di quella stessa delinquenza che vuole combattere. “Infrange la legge in maniera seriale: percosse lesioni, sequestri di persona, in alcuni casi anche tortura. C'è solo l'imbarazzo della scelta...”, ricorda Giuseppe Martinico, docente di Diritto pubblico comparato alla Scuola Sant'Anna. “Al massimo con un buon avvocato potrebbe sperare in qualche attenuante sia perché, a differenza dei criminali a cui dà la caccia, lui per scelta non uccide mai, sia perché spesso ha un rapporto di collaborazione con la polizia, aiutando gli agenti nei casi più difficili. Da questo punto di vista, tuttavia, lo stesso commissario Gordon ha le sue colpe davanti alla legge, visto che protegge un criminale come Batman. Tra i due, infatti, il rapporto è molto ambiguo”.

Ma i supereroi sono un po' come le antiche divinità trasportate nell'era pop. Anzi Batman, che non ha poteri soprannaturali e combatte con la forza dei suoi muscoli e il potere della sua mente superintelligente potrebbe essere il pronipote degli omerici Achille e Ulisse. Con una differenza: il codice etico. D'altra parte la società con cui il moderno giustiziere si trova a fare i conti è assai meno epica di quella dei suoi predecessori. Gotham, alias New York, è una città infestata dal male, dove criminali e assassini nascono come funghi e si propagano come mosche. Le peggiori infamità vengono commesse giorno dopo giorno e lui, Batman, pur usando i metodi violenti dei suoi nemici, si erge a difensore della Giustizia e a vendicatore del Male, in nome di un Bene superiore. Ma se questo è il messaggio dei fumetti che ogni volta lo assolvono dai suoi atroci delitti per meriti contro una società putrida e corrotta, la storia degli anni Trenta ci racconta anche un'altra America. Quella della fantasia e della speranza. Ci racconta di un'America che dopo la crisi sta riconquistando fiducia nella sua energia positiva diventando il sogno di migliaia di immigrati europei. In fondo mentre Batman cominciava la sua attività di giustiziere, un romantico Fred Astaire aveva appena finito di ballare Cheek to Cheek con la bionda Ginger Rogers sussurrandole 'Heaven, I'm in heaven'. È l'altra faccia della stessa America, quell'umanità un po' chic e un po' leggera che con frac, cilindro e bastone conquistò il mondo al suono del tip-tap. Il Paradiso di Fred di fronte all'Inferno di Batman.

“Certo, perché Batman è il rovescio della medaglia. Quando non si traveste in incognito da pipistrello per spaventare i nemici lui è Bruce Wayne, giovane rampollo della famiglia più ricca della zona ed è quindi anche l'emblema del capitale e del patrimonio. L'emblema di una società ricca”, spiega Marco Teti, docente di Letteratura, arte, musica, spettacolo all'Università eCampus. D'accordo anche Giuseppe Martinico: “Questi aspetti di leggerezza appaiono chiaramente nella vita normale di Bruce, playboy ricco di alto ceto. In alcuni racconti lo si ritrova alle feste dove balla e persino canta pezzi di blues. Nel fumetto si può leggere però un biasimo verso quell'America 'grassa' e piena di speranze mal riposte perché le coltiva su uno sfondo che invece è marcio”.

Se dunque i giuristi condannano Batman, in fondo sono comunque solidali con l'uomo che, in quanto supereroe senza poteri sovrannaturali, ha almeno la consapevolezza di compiere crimini, seppure alla ricerca di un mondo migliore. E poiché dal Gattopardo abbiamo ormai imparato che tutto cambia perché tutto resti uguale, si spiega bene il motivo di tante celebrazioni per il personaggio di un fumetto. Non solo c'è chi, in varie parti del mondo, ha cercato di emularlo nella vita reale vestendo i suoi abiti e combattendo da solo come volontario per ridurre la violenza di oggi, ma c'è anche una mania collettiva che continua a guardarlo come un fantastico, per quanto improbabile, salvatore. Tempi di crisi e tempi di supereroi si affiancano. Perché quando oltre la siepe si vede solo il buio, allora tutto sembra permesso. D'altronde quel nostrano paladino di imprese poco valorose dell'ottimo film di Mainetti Lo chiamavano Jeeg Robot ha fatto cassetta ai botteghini. Era solo un ladro con poteri 'soprannaturali' derivati da barili radioattivi smaltiti nel Tevere, eppure ci ha fatto tanta simpatia. Il fatto è che senza più sicurezza nel lavoro, nel 'mattone' o nei Bot, bisognerà pure cercare una soluzione. E la cura-Batman è a portata di mano: affidarsi ancora una volta ai supereroi del fumetto non costa niente e dà i risultati voluti, almeno nella fantasia.

Così Batman, criminale o meno, distende ancora una volta le sue ali protettive e ci viene a salvare. Guardandolo con gli occhi di Magritte si potrebbe dire: “Questo non è un fumetto”. O almeno non è 'solo' un fumetto.