La Galleria Alberto Peola è lieta di presentare ‘o databàs, la quarta mostra personale di Perino & Vele.

Archiviare significa fare ordine, collezionare e poi conservare. In ambito culturale musei, biblioteche e archivi custodiscono oggetti, documenti e opere, per tramandarne il valore semiotico alle generazioni future. Ma la pratica di archiviare, nella società dell'oggi, è diventata una prassi comune. Ciascuno, quotidianamente, ordina cartelle con documenti personali in archivi virtuali. Database, cloud e server raccolgono file privati sostituendosi ai tradizionali album di fotografie e ai fascicoli impolverati. Un database è una raccolta di dati, ma anche di esperienze di vita privata, un insieme che a volte si vorrebbe celare, chiudere e non rendere più accessibile. Innumerevoli sono invece i casi nei quali la tutela della privacy è negata e la riservatezza dei dati personali annullata, di fatto, dalla divulgazione senza il consenso dell’utente.

Perino & Vele aprono i loro archivi privati con la mostra ‘o databàs, un insieme di "dati", in questo caso disegni e sculture, nel quale è evidente l’idea di raccolta, conservazione e al tempo stesso dispersione. L'inedita Big data (2019) è un’installazione realizzata attraverso l’archiviazione di bozzetti, uno zibaldone di schizzi, di idee e di lavori prodotti in 25 anni di attività, mai esposti e ora finalmente accessibili alla fruizione del pubblico. Gli artisti recuperano tematiche del passato, partendo dal concetto di archivio: proprio la grande installazione Big Archives, attualmente nella collezione del MART di Trento e Rovereto, fu presentata per la prima volta alla Galleria Alberto Peola nel 2002. In essa Perino & Vele evidenziano già tutti gli elementi fondamentali delle azioni dell’archiviazione - ordinare, collezionare, conservare - per poi rileggere, rimodellare e divulgare la loro personale idea di archivio nell'epoca della contemporaneità digitale.

Big Archives coinvolgeva l'intero spazio della galleria, trasformata in appendice dello studio dei due artisti, dove era custodito un enorme cumulo di cassette contenenti cartapesta fresca, non ancora utilizzata, ricavata dalla macinatura di quotidiani e riviste, la stessa che spingeva contro una saracinesca chiudendo l'accesso al deposito: la cartapesta rimaneva semplicemente ammassata nell'attesa di essere plasmata. Perino & Vele mostravano in quell’installazione la modalità del loro lavoro e la materia delle loro opere. ‘o databàs ci riporta nel loro studio attraverso il percorso che ha caratterizzato negli anni la loro ricerca e la realizzazione delle opere a partire da oggetti e forme del vissuto quotidiano, fatti di cronaca, temi di denuncia sociale, stereotipi e luoghi comuni, mostrati in una dimensione sempre imprevista e ironica, giocando con la capacità dell'osservatore di riconoscere nelle loro sculture la realtà circostante.