Sono nate Mall in tutto il mondo. Ciascuna con le sue caratteristiche, accomunate dall'offerta di acquisti di marca, in negozi raggruppati in un'area shopping da percorrere a piedi. Non un supermercato, ma il regno del lusso che qui in Toscana ha potuto essere ovviamente costruito fuori dal capoluogo.

Una gran parte dei turisti stranieri che fanno una breve visita a Firenze non la utilizzano per un primo sguardo alle sale delle Gallerie degli Uffizi o della Galleria dell’Accademia (per dirne due delle più famose nel campo delle raccolte d’arte), o per farsi un’idea della città percorrendone il centro a piedi. Prendono piuttosto una navetta che li porta a The Mall, e lì trascorrono la maggior parte del loro tempo fiorentino.

Situato nella località il Leccio, a circa 35 km da Firenze, The Mall Firenze ha disposto i negozi a pochi passi l’uno dall’altro, con grandi prati verdi all’inglese tutt’intorno.

Forse pensando a un certo straniamento che si prova a passare del tempo in un luogo, sicuramente piacevole, dotato di ristorazione eccellente, ma senza rimandi alla vicina città, l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte(OMA), da sempre impegnato nella tutela e promozione dell’alto artigianato italiano, si è confrontato con la direzione di The Mall, per studiare un sistema che facesse capire ai visitatori di altre culture che cosa è il lavoro artigianale che sta dietro ad oggetti fatti in Italia che si trovano in vendita a Firenze. È stato creato quindi un box vetrato in cui i vari artigiani che hanno abbracciato la proposta si potessero avvicendare per lavorare davanti ai turisti. Una bottega, di volta in volta attrezzata con le apparecchiature specifiche di ogni artigiano, in modo che fosse possibile a ciascuno di essi lavorare alla produzione di un suo oggetto. Questa serie di Live show con protagonisti alcuni dei migliori maestri artigiani fiorentini, battezzata Italian Maestro, si è svolta come un racconto animato, in tempo reale, per esaltare l’operosità e la maestria dell’artigianato Made in Italy.

Appena conclusa, dopo circa due mesi di attività, lascia i filmati come patrimonio documentario, sempre utilizzabile in The Mall Firenze per divulgare fra i suoi clienti il saper fare di lunghissima tradizione che sottende al Made in Italy. Questo The Mall toscano, oltre a confermarsi luogo di shopping ed eleganza, ha assunto così una specifica connotazione culturale, nella misura in cui tiene conto del territorio cui appartiene, culla dell’artigianalità fin da tempi lontani, alle cui manifestazioni dà oggi spazio, per pubblicizzarne le modalità di esecuzione.

Si sono avvicendati artigiani di molti tipi. Abbiamo visto occhiali ergonomici interamente realizzati a mano in oltre ottanta fasi di lavorazione - in legno di essenze pregiate come la radica di sequoia, l'ebano d'Africa, il frassino olivato o il palissandro d'India – cappelli dell’azienda Grevi, storico marchio attivo a Signa già dal 1875, indossati in molte produzioni cinematografiche americane come Pretty Woman o Un tè con Mussolini di Zeffirelli. Si è potuto ammirare l’antica arte medicea del commesso fiorentino che trasforma pietre dure accuratamente e personalmente scelte in capolavori unici di grande valore. Ornamenti d’arredo dal gusto antico, ma anche in versione contemporanea, che compaiono nelle case più importanti del mondo: sono le scagliole di Bianco Bianchi che dell’arte nobile e nota già in epoca romana, ha fatto la sua personale ragione di successo. Ma anche carta con la tipica decorazione fiorentina o con la coloratissima tecnica della marmorizzazione. L’esperienza olfattiva con il profumo realizzato, scegliendo fra le oltre duecento essenze della sua collezione, dal maestro profumiere Sileno Cheloni su richiesta del visitatore, è stato uno dei momenti creativi più intensi della kermesse del fatto a mano. Si sono avvicendati anche orafi e argentieri fiorentini, così come maestri di tradizione sartoriale divenuti icone nel mondo.

Come si è visto, The Mall compie una decentralizzazione dello shopping da Firenze, città che per le sue dimensioni e per l’amore che tutto il mondo nutre per visitarla, non sopporterebbe l’altissimo numero di “foreign shoppers”. Ci colpisce che nessuno abbia ancora pensato a creare un parallelo decentramento di bar, trattorie, ristoranti, invece di dare la licenza in centro a nuovi, che giorno dopo giorno si aprono o trovano posto in negozi che erano librerie, cartolerie, profumerie, o comunque, generi diversi dal cibo. Questo comporta spiacevoli spettacoli di turisti seduti in modo precario per le strade, nelle piazze, appoggiati alle facciate o sui gradini dei palazzi, delle chiese, a sgranocchiare panini di grandi dimensioni, lasciando spesso tracce di carte, bottiglie, bicchieri nel luogo dove hanno consumato il pasto. Se venisse creato un Centro Cibo decentrato, le agenzie di viaggio avvertirebbero i turisti che nel centro di una Città Museo come Firenze non è permesso usare l’ambiente urbano come fosse un campeggio. Si aspetta di aver visitato la città e poi una navetta porta ad un luogo fuori città dove ci sono tutte le possibilità di cibarsi, a prezzi differenziati a seconda del locale e del cibo da esso proposto.

A Firenze si dovrebbe poter mangiare solo all’interno di un locale (ovviamente un certo numero di bar, ristoranti e trattorie dovrebbe rimanere). Ma, come per rispetto non si mangia in chiesa, non si dovrebbe poterlo fare neppure per le strade del centro storico di una città di bellezza unica e delicata come Firenze.