Un articolo pubblicato sulla rivista Science riporta un calcolo del ripristino delle foreste necessario a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in atto ed evitare peggioramenti della situazione globale. Un team di ricercatori guidato da Jean-François Bastin del Politecnico federale di Zurigo, in Svizzera, ha calcolato che alle condizioni attuali c'è spazio per 4,4 miliardi di ettari coperti dalla parte superiore delle comunità di piante, in gergo chiamata canopia. Escludendo gli alberi esistenti, le aree urbane e quelle agricole, c'è spazio per ulteriori 900 milioni di ettari di canopia, i quali potrebbero assorbire 205 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in aree che supporterebbero in modo naturale boschi e foreste.

L'utilità di piantare nuovi alberi per assorbire anidride carbonica è talmente nota da costituire un'ovvietà assoluta; tuttavia, si tratta di un'affermazione generica se non supportata da valutazioni numeriche per stimare quanti alberi sarebbero necessari per fermare i cambiamenti climatici. In sostanza, conosciamo la strategia migliore per combattere i cambiamenti climatici ma c'è bisogno di avere qualche dato preciso per poterla applicare in modo utile.

Il Crowther Lab al Politecnico federale di Zurigo è un gruppo di ricerca interdisciplinare che ha lo scopo di sviluppare una comprensione dell'ecologia a scala globale per capire e affrontare i cambiamenti climatici. I ricercatori del Crowther Lab indagano su soluzioni naturali ai cambiamenti climatici e un team guidato da Jean-François Bastin ha cercato di capire dove potrebbero crescere nuovi alberi escludendo aree urbane e agricole, necessarie per la vita umana, e quanta anidride carbonica potrebbero assorbire i nuovi alberi.

La ricerca tiene conto anche delle proiezioni future riguardanti la crescita di nuovi alberi grazie e al riscaldamento globale. In particolare fa notare un problema nei modelli che prevedono tale crescita dovuto al fatto che essa riguarda aree come la Siberia, dove la copertura degli alberi è tra il 30% e il 40%. Ciò sarà assolutamente insufficiente a compensare la deforestazione in atto in aree tropicali, dove la copertura degli alberi è tra il 90% e il 100%.

Secondo i ricercatori, nel mondo ci sono 900 milioni di ettari di territorio che non sono utilizzati per attività umane dove potrebbero essere piantati nuovi alberi. Una volta cresciuti, essi potrebbero assorbire 205 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Le nazioni con i territori più vasti ancora utilizzabili sono la Russia con 151 milioni di ettari, gli USA con 103 milioni di ettari, il Canada con 78,4 milioni di ettari, l'Australia con 58 milioni di ettari, il Brasile con 49,7 milioni di ettari e la Cina con 40,2 milioni di ettari.

Il professor Thomas Crowther, uno degli autori della ricerca e fondatore del Crowther Lab, ha dichiarato che i risultati che ha ottenuto con i suoi colleghi mostra chiaramente che il ripristino delle foreste è la miglior soluzione ai cambiamenti climatici. Tuttavia, avverte dell'urgenza necessaria nell'agire perché nuove foreste impiegano decenni per maturare e raggiungere il loro completo potenziale nell'assorbire in modo naturale l'anidride carbonica.

In sostanza, il ripristino delle foreste è una soluzione ma è necessario portare avanti anche altre strategie come il passaggio dai carburanti fossili alle fonti rinnovabili. Questa ricerca ha escluso le città, ciò non vuol dire che non sia necessario aumentare la vegetazione presente anche in quelle aree. L'effetto di assorbimento dell'anidride carbonica della vegetazione cittadina è limitato rispetto a quello delle foreste ma vanno tenuti presenti anche altri benefici.

Varie ricerche hanno mostrato come le città piene di strade asfaltate e costruzioni in cemento assorbano calore generando nelle stagioni calde una sorta di effetto forno. Case molto calde ci costringono a usare condizionatori per non stare male ma essi richiedono molta elettricità con tutte le conseguenze del caso. Città con poca vegetazione possono irradiare il calore assorbito al punto tale che i satelliti in grado di rilevare emissioni infrarosse le vedono come aree più calde rispetto al territorio circostante.

Viali alberati possono mitigare notevolmente il riscaldamento delle strade nelle città durante la stagione calda. Se un palazzo ha un lastrico solare, crearvi un orticello o anche solo farvi crescere erba permette di far calare la temperatura degli ultimi piani fino a qualche grado. Città costruite in armonia con la natura assicurerebbero ai loro cittadini una qualità di vita molto migliore.

La vegetazione è fondamentale per la salute della Terra e per quella degli esseri umani. Quest'ovvietà deve rappresentare un punto di partenza per una serie di azioni che invertano la tendenza al degrado di molti territori per riportare l'ambiente a uno stato più favorevole alla vita umana.