Prefazione
La tradizione non è il culto delle ceneri ma custodia del fuoco. (Gustav Mahler)

L’opuscolo descrive la proposta di Beyond Entropy per una Kunsthalle del Mediterraneo come epicentro geopolitico, che sviluppa nuovi modelli d’insediamento della costa, attraverso la produzione artistica. La proposta, sviluppata in accordo con il Comune di Calasetta e con il supporto dell'Agenzia Regionale Conservatoria delle coste della Sardegna, si concentra su tre principi cardine: Mediterraneo, produzione e partecipazione. Calasetta, un piccolo villaggio nel sud ovest della Sardegna, è il paradigma delle trasformazioni territoriali che si stanno susseguendo in tutta la costa del Mediterraneo e che spesso si risolvono in un’occupazione bipolare della costa: la coesistenza del villaggio turistico sovraffollato con la riserva naturale deserta ne sono testimoni. Invece di costruire nuovi spazi, Beyond Entropy trasforma le strutture esistenti al fine di liberarne il potenziale latente: rimuovendo il tetto di una caserma dismessa, la possibilità di una galleria all'aperto si è rivelata. Attraverso l'interazione con installazioni temporanee, il museo Comunale di Arte Contemporanea si trasforma in un laboratorio permanente di produzione culturale.
Infine, impegnandosi con la comunità locale e con la creazione di una rete con le istituzioni all'interno del Mediterraneo e in altre regioni, la Kunsthalle si pone simultaneamente come laboratorio artistico e un esperimento di geopolitica in grado di favorire la produzione di alternative soluzioni abitative del territorio costiero.

Stefano Rabolli Pansera
Direttore, Beyond Entropy

Beyond Entropy
Mediterraneo
Beyond Entropy è un’agenzia di ricerca urbanistica, architettonica e di analisi culturale.
Beyond Entropy utilizza il concetto di energia come strumento per concepire nuove forme di architettura al di là della retorica della sostenibilità. L'energia non può essere ridotta solo a un problema tecnico, ma è un principio di trasformazione che informa la nozione di spazio. Beyond Entropy opera a livello globale nelle situazioni di crisi territoriale: dall’espansione urbana delle zone più industrializzate del pianeta alle infrastrutture abbandonate delle isole deserte; dagli sviluppi urbani incontrollati dei paesi emergenti fino alle aree protette dei centri storici.
Beyond Entropy individua diverse aree d'indagine, analizzate attraverso le corrispondenti problematiche territoriali incluse nel paradigma dialettico della trasformazione e della resistenza, della materia e del moto, dell’energia e dell’entropia, che caratterizzano un dato territorio in termini di forma. Attualmente Beyond Entropy sta lavorando in Europa, nell’area del Mediterraneo e in Africa.

Beyond Entropy considera la Sardegna come un campione d’indagine valido per tutta la regione del Mediterraneo, un territorio di conflitti in cui condizioni inconciliabili coesistono: riserve naturali e sfruttamento turistico, grandi infrastrutture e arcipelaghi incontaminati, coste affollate durante l'estate e villaggi abbandonati durante l'inverno. Calasetta è un piccolo paese situato sulla costa meridionale della Sardegna, fondato nel XVIII secolo da mercanti genovesi come scalo sulla rotta per la Tunisia. Mentre il paese mantiene ancora la forma urbana originaria, la costa circostante è punteggiata da villaggi turistici decadenti, siti industriali in via di dismissione, parchi naturali, aree militari, raffinerie di petrolio, vecchie miniere e centrali eoliche. Questa condizione spaziale non riguarda solo la Sardegna, ma si ripete lungo tutta la costa del Mediterraneo, dalla Spagna fino al Libano.

Kunsthalle del Mediterraneo
Come possiamo immaginare un futuro per la costa mediterranea oltre la dialettica della protezione e dello sfruttamento del territorio?
Beyond Entropy propone una Kunsthalle del Mediterraneo come modello alternativo di sviluppo della costa: attraverso il ricorso a produzioni artistiche, interventi diretti e azioni performative, programmi di cooperazione culturale, che superano la dimensione temporale della stagionalità.
Come si confronta la produzione artistica con la complessità di un territorio, che è allo stesso tempo ai margini dei flussi globali e nel cuore delle trasformazioni geopolitiche?
Può l'arte contemporanea creare nuovi modelli di pratica spaziale e partecipazione politica?
Pur evitando eventuali argomenti vernacolari sul lavoro site specific, il nostro intento è quello di mostrare come l'arte contemporanea delinei meccanismi complessi per lo sviluppo territoriale, avviando dibattiti pubblici, la partecipazione e la pratica della cooperazione al di là della retorica dell’identità locale. Alla visione geopolitica della Kunsthalle del Mediterraneo sottende un’intensa vocazione per l’arte intesa come apertura a nuovi mondi possibili; il censimento sistematico di tutti i musei e istituzioni culturali presenti nell’area ha reso la Kunsthalle del Mediterraneo un arcipelago territoriale: la nozione di centralità lascia così spazio a una costellazione di istituzioni che, se in relazione, plasmano simultaneamente le attività e le produzioni.

Nuove tipologie degli spazi per l’Arte
Il contesto del Mediterraneo e la vocazione verso la produzione richiedono la riconfigurazione degli spazi convenzionali per l'arte. La Kunsthalle del Mediterraneo gestisce due spazi che distano cinque chilometri l'uno dall'altro: la Galleria a cielo aperto di Mangiabarche e il Museo di Arte Contemporanea di Calasetta; due spazi indipendenti ma complementari, attorno a cui il programma curatoriale della Kunsthalle si svolge. La galleria a cielo aperto è un nuovo spazio per l'arte, mentre il museo è attivo dal 2001. Anziché lavorare sulla composizione fisica dei volumi nello spazio, Beyond Entropy ha articolato per le strutture esistenti trasformazioni minime che ne sovvertono il loro uso convenzionale. La galleria a cielo aperto, nascosta dalla vegetazione mediterranea, è lo spazio per i progetti effimeri, mentre il Museo, nel centro della città, è un laboratorio urbano, la camera di risonanza della Galleria e il palinsesto del suo sviluppo futuro.
Nella galleria a cielo aperto, le opere subiscono lo scorrere del tempo perché esposte ai processi naturali. Nel Museo, gli spazi sono trasformati dalla possibilità di azioni ed eventi, ma si attualizzano attraverso l'incontro con le produzioni di artisti, eventi e installazioni. Attraverso la produzione artistica, data dal susseguirsi delle residenze, il Museo si rinnova costantemente diventando uno spazio singolare e unico.

Galleria Mangiabarche
La scogliera di Mangiabarche è uno straordinario tratto di costa dove regna il Libeccio, un vento che soffia da sud-ovest, causa in passato di numerosi naufragi. Mangiabarche dà il nome anche all’ex base militare, un complesso di bunker immersi nella macchia Mediterranea. La caserma militare, dismessa alla fine della Seconda guerra mondiale è stata adibita a ristorante intorno agli anni Settanta per poi essere abbandonata negli ultimi dieci anni. L’edificio decadente della galleria costituisce un modello di sviluppo che non si basa su nuove costruzioni, ma sulla trasformazione di ciò che persiste. Nessun volume è stato aggiunto alla struttura, alcun muro è stato innalzato, semplicemente è stato rimosso il tetto. Pur mantenendo la struttura originale tutto è cambiato.

Le piastrelle del pavimento in vecchio stile delle camere interne sono esposte al sole, e le pareti interne dipinte sono colpite dal forte vento salato. La semplice rimozione del tetto trasforma l'edificio in un rudere bianco splendente sotto il sole. Le pareti ora fanno da cornice per interventi artistici sottoposti alle condizioni atmosferiche e di decadimento nel corso del tempo. La galleria, così come il museo, diventa un palinsesto del programma curatoriale, ogni intervento va a sommarsi alle tracce delle opere precedenti in contrasto alla filosofia espositiva del white cube. Dalla costa, nulla è visibile a parte le pareti bianche che emergono dalla bassa macchia mediterranea ricca di liquirizia, mirto e ginepro. La caserma, il ristorante, e le installazioni degli artisti sono contenute l'una nell'altra, in una narrazione continua che unisce opposte condizioni territoriali in una simultanea condizione spazio – temporale.

Museo come Laboratorio
Il Museo d'Arte Contemporanea di Calasetta, nato dalla riconversione dell'ex mattatoio del paese, è oggi un laboratorio di produzione artistica: ospita gli studio per gli artisti in residenza e il suo sviluppo è modellato da progetti speciali. Lo spazio del museo è allo stesso tempo archivio e palinsesto: le sue pareti custodiscono le tracce del passaggio degli artisti creando il palinsesto per le opere future. Tale visione richiede una nuova predisposizione degli spazi esistenti: la collezione permanente, compattata secondo una nuova prospettiva curatoriale, è stata trasferita al primo piano, l'ingresso trasformato in una libreria mentre gli studi d’artista occupano le stanze principali al piano terra. La produzione degli artisti è ciò che il Museo intende “celebrare”: al termine della residenza il lavoro prodotto esposto rivela le tracce della precedente attività in una continuità relazionale che rinnova il significato. La stanza al piano terra è dedicata alla video arte, mentre la sala ovale, che si affaccia sul mare, diventa l'archivio permanente del Museo. La terrazza all'aperto si trasforma in un cinema all'aperto, mentre il tetto diventa lo spazio privilegiato per installare padiglioni temporanei: ogni anno una nuova caffetteria attiva l'intero istituto e attira la comunità nel cuore del Museo.

Persone
Fondazione MACC
Fondazione MACC è una nuova organizzazione non-profit, fondata dal Comune di Calasetta in collaborazione con Beyond Entropy Ltd. La Fondazione mira a diventare un epicentro per la produzione culturale e l'arte contemporanea per l’intero territorio del Mediterraneo, con mostre, residenze d'artista e attività educative durante tutto l’arco dell'anno. Il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta e la galleria a cielo aperto di Mangiabarche, un innovativo spazio espositivo voluto dalla Conservatoria delle coste della Sardegna, sono i luoghi dedicati a questa nuova produzione artistica.

Comitato Curatoriale
Il Comitato opera a livello strategico, sia in termini di consulenza curatoriale che di networking geopolitico. Il Comitato interpreta la doppia natura del museo come un laboratorio artistico e un esperimento geopolitico: i suoi membri sono simultaneamente consulenti delle attività curatoriali e mediatori geopolitici che creano collegamenti con altri territori, come l'Africa, l'Asia Centrale, l’Europa e i Paesi Baltici, con cui la Fondazione vuole interagire.

Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione è il rappresentante legale della Fondazione MACC. È composto da tre membri, Maria Carla Armeni, Maria Elena Dessi e Marilisa Granara: nominati dal Comune di Calasetta, da Beyond Entropy Ltd e dall’Angenzia Regionale Conservatoria delle coste della Sardegna. Direttore Artistico, Stefano Rabolli Pansera.

Testo a cura di Beyond Entropy