Gió Marconi ha il piacere di annunciare RENEGADE, una mostra di nuovi lavori di Atelier Van Lieshout, la sua sesta personale con la galleria.

"Io voglio essere un artista per hobby" o "io mi sono stancato dell'arte come professione"

Dopo essere stato parte del mondo dell'arte per tre decadi, Joep Van Lieshout inizia ad essere stanco dei suoi meccanismi. Sente che l'attuale sistema dell'arte è fortemente sbilanciato: le mode, la speculazione, le fiere d'arte, le aste, i facili guadagni sono diventati più importanti della visione artistica.

Sin dagli esordi, Van Lieshout è sempre stato in disaccordo con l'establishment, scegliendo la via dell'arte rinnegata. Ha sperimentato da subito diverse possibilità creative: oggetti, macchine, sculture, elementi funzionali, arredi, bagni su misura e cucine. I suoi primi lavori non sono completamente pianificati ma l'artista lascia loro la possibilità di essere determinati da fattori esterni. La sua serie Beercrate ne è un ottimo esempio.

Dopo aver scoperto che le casse di birra hanno le stesse dimensioni delle lastre di calcestruzzo standard utilizzate per le pavimentazioni, Van Lieshout le mette insieme, producendo delle sculture, le cui forme sono lasciate decidere al caso e alle coincidenze.

Con Hard Edge - dal design modulare e iperminimalista - e Soft Edge - unità di servizio e toilette, dove è il cliente piuttosto che l'artista a decidere come eventualmente apparirà la sua futura stanza da bagno - Van Lieshout ha scelto di esercitare la minor influenza possibile sulle sue opere, annullando così tre fondamentali caratteristiche dell'opera d'arte: unicità, autenticità e non funzionalità. Questo processo di messa in discussione dell'arte in generale e dell'artista all'interno del sistema ha portato alla fondazione di Atelier Van Lieshout nel 1994. Con questo atto, l'artista ha rimosso il proprio nome, creando uno spazio non autoriale.

Con Renegade Van Lieshout definisce l'arte alle sue condizioni. Come dichiara una delle lampade: fuck you very much, sfida il mercato dandogli quello che vuole: Van Lieshout, l'artista talvolta definito designer, che produce o prende un'opera d'arte e la trasforma in un oggetto di design semplicemente aggiungendo un paralume.

Atelier Van Lieshout produce una moltitudine di lampade ad una velocità incredibile, accumulandone così una quantità tanto elevata che potrebbe essere diffusa in tutto il mondo come un virus. Van Lieshout presenta questo nuovo gruppo di opere al pubblico come se fossero mobili fai da te assemblati velocemente: grande quantità, funzionali e molto accessibili.

Renegade consiste in una presentazione di lampade di diversa grandezza che sono create, assemblate, messe insieme e prodotte a partire da oggetti di recupero e materiali semplici, ma che includono anche le opere stesse di Atelier Van Lieshout precedentemente esposte nei musei: le maschere con i passamontagna pendono dai paralumi, un busto con una maschera a gas abbellisce lo stelo di una lampada da terra, una misera singola lampadina rossa illumina debolmente le parole “GIRLS-GIRLS-GIRLS” intagliate grossolanamente nel legno; alti oggetti simili alla forma di una salsiccia e dall'aspetto organico si assottigliano in una singola lampadina accesa, mentre due casse di birra, che danno vita a una scultura iconica in combinazione con le lastre di cemento, costituiscono la base per una lampada robusta col paralume in acciaio.

Tutto quello che Van Lieshout ha nelle sue mani potrebbe potrebbe potenzialmente diventare la base per una lampada: le sue stesse opere, detriti, utensili casuali, servizi igienici, materiali pregiati, oggetti di uso quotidiano, slogan. Nel tempi dell'iper consumismo, l'artista é impegnato con l'arte del riciclo. Rendendo ogni nuovo oggetto prezioso o inestimabile come il precedente, le opere diventano da un lato più democratiche e accessibili al pubblico, mentre dall'altro mettono in discussione il significato, la creazione e il valore dell'arte.

Atelier van Lieshout nasce nel 1995 su iniziativa di Joep Van Lieshout (n. 1963, Ravenstein, Paesi Bassi). Tra le sue passate mostre personali: Alte Nationalgalerie, Berlino (2015); Migros Museum, Zurigo (2012); Submarinewharf Museum Boijmans van Beuningen, Rotterdam (2010); Mumok, Vienna (2010); Ludwig Forum für Internationale Kunst, Aachen (2008); Sandretto Foundation, Torino (2008); Museum Folkwang, Essen (2008); MACRO, Roma (2007); Central del Arte, Guadalajara (2006); Sprengel Museum, Hannover (2004); Camden Arts Centre, Londra (2002); PS1, New York City (2001); Museum of Contemporary Art, Miami (1999). Tra le più recenti mostre collettive: Fondacion Jumex, Mexico DC (2016); Fondazione Prada, Milano (2015); MARTA Herford, Herford (2015); Bonnefantenmuseum, Maastricht (2014); MAXXI, Roma (2014); Musée National d'Art Moderne Centre Pompidou, Parigi (2011; Stedelijk Museum, Amsterdam (2008); Witte de With, Rotterdam (2007); Triennale, Milano (2007); Van Abbe Museum, Eindhoven (2005); ZKM, Karlsruhe (2003); Deichtorhallen, Amburgo (2000); Kunsthaus Bregenz, Bregenz (2000); St. Louis Art Museum, St. Louis (2000); MOMA, New York (1995); Wiener Sécession, Vienna (1993).

Il suo lavoro è stato esposto durante: Gwangju Biennale, Gwangju (2011); Shangai Biennale, Shangai (2006); Yokohama Triennale, Yokohama (2005); La Biennale di Venezia, Venezia (2003); São Paulo Art Biennial, São Paolo (2002).

Le sue opere fanno parte di importanti collezioni museali tra cui: Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam; Van Abbe Museum, Eindhoven; Stedelijk Museum, Amsterdam; Centre Pompidou, Parigi; Museum Folkwang, Essen; K20 K21 Kunstsammlung Nordrhein Westfalen, Düsseldorf; Sprengel Museum Hannover; Collection Marta Herford, Herford; Prada Foundation, Milano; MOMA, New York; Walker Art Center, Minneapolis; Mumok, Vienna; Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo; The Henry Moore Institute, Leeds.