C'era un tempo in cui il denaro non esisteva, ciascuno offriva ciò che era in grado di produrre in cambio di mercanzia o di cibo che non possedeva, se non addirittura di lavoro (pensiamo agli antichi egizi che i tributi li pagavano, per chi non possedeva niente, con la fatica delle loro braccia lavorando alla realizzazione delle piramidi). Erodoto invece descrive il commercio dei Cartaginesi a cui spettava il primato di queste attività e lo definisce il baratto silenzioso: “ ...quando i Cartaginesi giungono presso di loro (i Libici), scaricano le merci, le mettono in fila sulla spiaggia, salgono sulle navi e innalzano del fumo; gli indigeni, visto il fumo, vengono al mare e quindi, deposto dell’oro in cambio delle merci, si ritirano lontano da esse. Allora i Cartaginesi sbarcano e osservano: se l’oro sembra loro corrispondere al valore delle merci, lo prendono e se ne vanno; in caso contrario, salgono di nuovo sulle navi e vi restano; gli indigeni si accostano e aggiungono altro oro, finché non li soddisfino. Nessuno fa torto all’altro; infatti né i Cartaginesi toccano l’oro prima che gli indigeni l’abbiano equiparato al valore delle merci, né gli indigeni toccano le merci prima che gli altri abbiano preso l’oro”.

Pensiamo inoltre agli scambi in cui la moneta era il bestiame con il difficilissimo compito di equiparazione del valore tra merci differenti, ad esempio tra una mucca e 100 chili di grano, oltre alla difficoltà che sopraggiungeva durante i viaggi commerciali, poiché ci si doveva tirare dietro una infinità di animali con cui pagare e magari portare con sé anche qualche pecora o gallina di minor pezzatura che serviva per fare i resti! Gioco forza nel mondo si pensò a qualcosa di più maneggevole e meno ingombrante: il metallo, e da lì in poi l'uso della moneta.

Ad oggi non esistono più società in cui il denaro come moneta non esiste, forse tranne in qualche tribù dell'Amazzonia o in Patagonia, anche se queste dovendosi rapportare con il mondo ne conoscono l'esistenza e magari la possiedono. In Italia, alcuni anni fa e precisamente in Emilia Romagna nacque l'idea di una alternativa all'euro, cioè di creare strumenti di scambio fittizi non monetari. Fu scritta quindi una proposta di legge per una economia etica, mutualistica e solidale nella quale all'art.4 “si promuove la nascita, la diffusione, l’utilizzo, anche da parte di regioni ed enti locali, di strumenti di scambio non monetari creati dal basso, promuovendo anche il confronto e l’approfondimento sul tema delle monete complementari”.

Il baratto a Livorno, città di tradizioni commerciali antiche, di mercanti e mercanzie, dal 1606, quando fu elevata a rango di città dai Medici suoi progettisti e creatori, ma in realtà ancor prima, esiste e resiste in un solo giorno dell'anno, quello del solstizio di primavera, il 21 marzo. Nel parco e nella serra del Museo di Storia Naturale, dalla mattina al tramonto si scambiano merci rigorosamente tramite questo sistema, merci speciali però, soltanto vegetali. Anche quest'anno il Garden Club di Livorno torna a proporre alla città uno dei suoi due appuntamenti annuali, dopo l'ottobre di Harborea la festa delle piante e dei giardini d'oltremare, ecco Verdescambio mostra scambio di piante, semi e talee.

Tutti gli appassionati di giardinaggio e i cacciatori di piante insolite potranno partecipare a questo baratto botanico, nella speranza di trovare quel seme o quella talea che tanto cercavano o semplicemente per condividere consigli e informazioni. La giornata inizia alle 9,30 con il laboratorio dedicato alle scuole a cura del “Maestro giardiniere” Carlo Pagani, poi via al baratto. Partecipare allo scambio è semplice, basta iscriversi sul posto dalle 14,00 alle 15,30 e deporre il proprio materiare sul tavolo che verrà assegnato; alle 16,30 avrà inizio lo scambio, come sempre divertente e animato. Durante queste pratiche di registrazione di nuovo Carlo Pagani insieme alla giornalista “green” Mimma Pallavicini terranno compagnia agli intervenuti con consigli e novità floristiche. La giornata di “affari”si conclude intorno alle 17,30 con una merenda offerta dal Garden Club a base di cibi naturali. La manifestazione rappresenta il più significativo tributo alla primavera da parte di chi dopo il grigio inverno, non vede l'ora di ridare vita a balconi e giardini.

Cari giardinieri d'assalto e cari signori stufi di aprire il portafoglio, questa giornata è per voi. Bastano alcuni sacchetti di semi, qualche vasetto di piantine auto prodotte e un cartoccio di talee pronte da invasare, e la vostra giornata indietro nel tempo e nell'amore per la natura, sarà questa.

L’arrivo della primavera è sempre stato collegato a significati simbolici: rappresenta il risveglio della natura a seguito della stasi del periodo invernale: la vittoria della luce sul buio; la fine della povertà che deriva dai mesi freddi e il rinvigorire della mente e del fisico grazie al maggior numero di ore di luce. Per tutto ciò, quasi tutte le civiltà della storia hanno reso omaggio al fenomeno astronomico con feste, canti e doni. Con i baratti di Verdescambio, a Livorno, viene celebrato tutto questo.