Carmen di Georges Bizet è ambientata in Spagna e presenta caratteri esotici e motivi tratti dal folclore gitano, ma è profondamente francese nel gusto. Del resto, l’autore stesso, che non era mai stato in Spagna, dichiarò esplicitamente che la Carmen era destinata ai suoi connazionali; non intendeva imitare la musica popolare spagnola, ma coglierne lo spirito, per dare più realismo alla vicenda e un più forte impulso passionale all’azione dei personaggi. È certamente francese, ad esempio, il tema della libertà che Carmen rivendica: la donna vuole essere artefice del proprio destino, e afferma la sua indipendenza, il suo rifiuto delle convenzioni sociali, fino alle conseguenze estreme.

Dopo l’insuccesso della prima a Parigi nel 1875 l’opera, dopo la morte dell’autore, fu riproposta a Vienna, con alcune modifiche nel libretto, e lì ebbe un successo travolgente, tornando nel 1883 a Parigi con un vero e proprio trionfo. Dal folclore spagnolo, Bizet trae ritmi e motivi dal colore esotico, come la celebre habanera “L'amour est un oiseau rebelle”, o la seguedilla “Près des remparts de Séville”. La partitura di Bizet non sonda in profondità l’anima dei personaggi, ma ne descrive le vicende in modo oggettivo, con un linguaggio musicale nuovo e carico di calda sensualità, ma anche di struggente lirismo (come nell’aria di Don José “La fleur que tu m'avais jetée", o in quella di Micaela “Je dis que rien ne m'épouvante”).

Tratta da un racconto di Prosper Mérimée, l’opera rappresenta persone del popolo, sigaraie, contrabbandieri, zingari, in una storia che finisce tragicamente con l’uccisione di Carmen durante una corrida. Le modifiche apportate dai librettisti mitigarono il crudo realismo dell’originale: oltre ai cori e alle danze, fu aggiunto un personaggio positivo come Micaela, che non si trova nel racconto di Mérimée.

Carmen ebbe molti ammiratori illustri, tra cui Verdi, Wagner e Brahms. Ciaikovski, dopo averla vista, disse: “Carmen è un capolavoro, in ogni senso della parola… una di quelle rare creazioni che esprimono gli sforzi di un’intera epoca musicale”. Il filosofo Nietzsche ne sottolineò la natura dionisiaca, descrivendola come “malvagia, perversa, raffinata, fantastica”, ed elogiandola come "la migliore opera che vi sia; e quanto a lungo noi vivremo, figurerà in tutti i repertori d'Europa“. Da allora, infatti, resta una delle opere più amate e rappresentate al mondo.

Anche il cinema ha subito il fascino di Carmen, con molte versioni realizzate per il grande schermo da grandi registi come Lubitsch, Vidor, Preminger, Rosi, Brook, Godard. Ciascuno ha descritto a suo modo e per il proprio tempo la storia di una donna dai molti volti: ora ribelle e libera, ora socialmente eversiva, ora seduttrice.

Carmen è un’opera unica nel suo genere, un dramma classico e allo stesso tempo attuale, che continua a suscitare scandalo nel pubblico di oggi come ne provocò in quello parigino la prima volta.