Nel terzo capitolo della Taittiriya Upanishad, troviamo Bhrigu, giovane ricercatore spirituale, che interroga suo padre: "Vorrei che mi parlassi dell’Ultima Realtà chiamata BRAHMA". L’inaspettata risposta del genitore, Varuna, illustra al figlio come una profonda e consapevole coscienza del cibo rappresenti una delle vie di accesso alla Realtà suprema: "Molto bene, prima di ogni altra cosa devi capire meglio che come l’Ultima Realtà può venire considerata anche il cibo", e ancora: "Vedi figlio mio, tutti gli esseri viventi traggono origine dal cibo. Tutti gli esseri, per la loro esistenza, da esso dipendono e tutti a esso ancora fanno ritorno quando i loro corpi cessano di essere vitali".

Prosegue Varuna nel suo insegnamento: "In verità, tutte le creature contenute dalla terra sono nate dal cibo. Similmente esse vivono anche di cibo e di solo cibo, ed è al cibo che, una volta ancora, esse ritornano, alla fine. Per questo il cibo è la prima e la più importante delle cose create e perciò è visto come il nutrimento di tutti. In verità, coloro i quali venerano il Divino come cibo otterranno tutto il loro cibo. Dal cibo tutte le creature sono nate ed essendo nate col cibo esse crescono. Consumano e sono a loro volta consumate. Perciò questo è chiamato Cibo (annam) perché tanto le creature consumano esso, tanto sono da esse consumate".

Partendo da un aspetto così materiale e concreto come il cibo, Bhrigu viene condotto alle più profonde conoscenze spirituali, comprendendo che sia ricercatore spirituale, sia l’asceta, devono il sostentamento corporeo e di conseguenza anche la loro realizzazione interiore, al cibo. Il mito rappresenta la dea Annapurna nell’atto di nutrire lo stesso Shiva: il nutrimento spirituale (Shiva) che è sostentato dal nutrimento materiale. La leggenda indiana racconta che, ascoltando alcuni maestri spirituali mentre professavano l’idea che l’universo fosse solo una illusione, la dea Annapurna ritirò il suo generoso aiuto nutritivo sottoponendo tutti gli esseri viventi a uno stato di denutrizione e di prostrazione che impedì anche agli stessi maestri il compimento delle pratiche spirituali. Il primo essere che la distolse da questo atto di volontà, implorandola, fu Shiva stesso.

Il mito di Annapurna stabilisce la continuità senza interruzione tra spirito e materia. Il riferimento è tipicamente tantrico, dove Shiva è il principio spirituale primigenio, è la spinta, il desiderio creatore, ma rimane inibito e irrealizzato, se non si concretizza nel piano materiale attraverso l’energia dinamica, creativa femminile (shakti). Sul piano della creazione materiale la componente corporea ha bisogno di cibo e nutrimento. Questo mito indica il legame indissolubile tra spirito e materia, tra energia (shakti) e materia. La materia è inerte senza la spinta della forza cinetica della Shakti e il proposito creativo della coscienza universale - Shiva. Lo spirito rimane invisibile e non percettibile ai sensi, senza la forma e la concretezza della materia. Un'automobile rimarrebbe immobile senza l’energia della benzina e l’azione della mente del guidatore. Così l’insegnamento del mito: materia e aspetto immateriale sono complementari e il monito finale è che il cibo è sacro o almeno degno di rispetto.

In questo contesto, il termine annam indica qualcosa di più che semplicemente cibo, da cui anna yoga, dato che, per esattezza, il termine sanscrito che indica tutto ciò che portiamo in noi dall’esterno è definito ahara. Il termine pratyahara, generalmente inteso come uno stato di rilassamento, indica, più precisamente, che non riceveremo o si rallenteranno tutti gli stimoli o nutrimenti sensoriali di cui la mente si ciba (ahara) continuamente. In un autentico stato di rilassamento (pratyahara) i sensi, senza nutrimento dovrebbero ritirarsi come una tartaruga si ritrae nel suo carapace. Per estensione ahara indica alimentazione e anna il cibo, anche il germoglio, il seme. Nel termine Annapurna, purna indica tutto, completo, pertanto è il nome della dea del cibo, della alimentazione, della cucina, dell’abbondanza, della generosità della natura,della madre terra, la Madre Divina.

“Annam dà l’idea che tutta la natura sia cibo. L’Essere cosmico, il quale si manifesta sotto forma di cibo o materia esiste tanto come consumatore che come consumato. Essendo la materia il mezzo di esistenza organica, non può per ciò essa costituire una forza che vada combattuta, ma anzi con essa bisogna cooperare. È la funzione dell’alimentazione, quella di aiutare la vita ad evolversi a livelli più alti di coscienza... comprendendo questa natura si diventa coscienti dello scopo della vita di usare tutti i mezzi possibili per realizzare la Verità. Nel senso più profondo il Cibo rappresenta un sinonimo della Materia e così un sinonimo della Divina Realtà”. Ancora dalla Taittiriya- Upanishad: "Tutte le creature che si trovano sulla terra traggono origine dal nutrimento e da esso sono mantenute in vita. L'alimentazione è un rimedio universale. Coloro che riescono a nutrirsi del Brahman, ottengono ogni forma di nutrimento, fisico, mentale e spirituale".

Un moderno pensatore, tra i principali fautori della macrobiotica in occidente, Michio Kushi, asseriva: "Noi mangiamo, perciò pensiamo; noi mangiamo perciò ci muoviamo; noi mangiamo perciò viviamo… coloro che comprenderanno ciò, diverranno padroni del loro destino. Coloro che comprenderanno ciò, saranno liberi”.