Per via della sua innata leggerezza, il mezzo radio sta vivendo una sorta di rinascita. La radio è facile da fruire, si accende, si ascolta (o la si abbandona accesa e inascoltata), e si rispegne. Ci accompagna in macchina, dandoci qualche fugace notizia della contemporaneità senza la consueta violenza verbale che ritroviamo alla sera in televisione, e soprattutto è piena di musica. Per me, fruitore dell'arte, artista e operatore del settore, è il mezzo ideale per parlare d'arte, probabilmente proprio per il fatto che non ha nulla di visivo, come un foglio bianco che aspetta solo di essere riempito dalla nostra immaginazione.

Questo aspetto etereo, leggero e fugace lo rende un mezzo quasi unico nella sua vacuità, e nel contempo racchiude un'innovazione tecnologica da non sottovalutare, quella dello streaming. Ora le radio hanno quasi tutte la possibilità di essere ascoltate in rete, con buona pace degli immigrati del mondo, che ora possono sentire le notizie locali e la musica preferita semplicemente accendendo il pc. Ricordo nei primi anni '90, vivevo a Londra senza alcun amico conterraneo, e alle volte, preso dalla nostalgia per la mia lingua madre mi trovavo a cercare un debole segnale di radio italiana in onde medie, che immancabilmente si perdeva dopo qualche minuto di ascolto. Ora invece, potrei trasferirmi a Seoul e ascoltare le notizie di Radio Città Fujiko ogni giorno, ed essere aggiornato sulle nuove occupazioni studentesche o sulla situazione in Bolognina in tempo reale.

L'arte contemporanea intanto è indubbiamente diventata un osso duro per i non addetti ai lavori. Malgrado a livello mondiale l'interesse per l'innovazione artistica sia ai massimi storici, in Italia l'arte si è chiusa dentro a una sorta di torre d'avorio, sempre più difficile da avvicinare. Eppure il collezionismo sta invecchiando velocemente, e le nuove generazioni sono bombardate da creatività di ogni tipo dentro e fuori dalla rete; dunque non c'è una reale necessità di fruizione del mezzo artistico, un po' alleviato dal fiorire del fenomeno della street art anche nelle provincie più disperse. Eppure il mondo dell'arte è vivo e vegeto, e tanti sono gli artisti e gli operatori in Italia che lavorano con passione e professionalità, spesso lontani dal jet set dell'arte mondiale.

Coxo Spaziale, la trasmissione che conduco su Radio Città Fujiko assieme a Fedra Boscaro, vuole essere un piccolo ponte tra l'ascoltatore interessato di cultura in genere, che ascolta la radio figlia illegittima della storica Radio Alice del '77 studentesco bolognese, e il mondo eclettico dell'arte italiana. Il quale, è da puntualizzarsi, non ha un'identità univoca, lineare, bensì è formato da un arcipelago di variatissime isolette (alcune felici, altre meno) con voci eterogenee che compongono il variegato ed eclettico mondo dell'arte contemporanea in Italia. Per gli anglofoni interessati, consiglio l'interessantissimo libro pubblicato l'anno scorso dal gruppo olandese Fucking Good Art Italy in the age of Berlusconi che racconta in maniera attenta e divertita, come queste varie isolette di produzione artistica tentino con fatica a diventare un “sistema” alternativo e virtuoso. Per gli altri, una visita giornaliera ai siti Atp Diary di Elena Bordignon, Undo.net di Anna Stuart Tovini e Vincenzo Chiarandà e il vastissimo Exibart.com possono essere un ottimo punto d'inizio per avvicinarsi all'arte.

La situazione culturale italiana è tragica da qualunque lato la si guardi, dunque l'aspetto ironico della trasmissione diventa essenziale per la sopravvivenza della nostra gratificazione quotidiana, naturalmente intervallata da attimi di piccola genialità musicale.

Per approfondimenti:
Italy in the age of Berlusconi (edizioni Nero, 2012)
www.radiocittafujiko.it
www.coxospaziale.blogspot.com
www.atpdiary.com
www.undo.net
www.exibart.com