Un articolo pubblicato sulla rivista Conservation Biology avverte che i pericoli derivanti dal bracconaggio legato al traffico di avorio è ancor più grave del previsto per gli effetti indiretti. Non solo questo traffico sta mettendo in pericolo la sopravvivenza degli elefanti ma la loro progressiva scomparsa rischia di creare grossi problemi all'ecosistema della foresta pluviale in cui vivono.

Un team di scienziati della Wildlife Conservation Society, dell’Università di Stirling e dall’Amboseli Trust for Elephants ha analizzato l'influenza delle comunità di elefanti sulla foresta pluviale e i danni ambientali derivanti dal loro declino. Lo studio si è concentrato sull'elefante africano (Loxodonta africana).

Gli elefanti sono animali fortemente sociali che vivono in famiglie guidate da un'anziana matriarca che mantiene le conoscenze riguardanti il territorio. È grazie a queste conoscenze che le famiglie di elefanti sanno dove andare a cercare acqua e cibo nelle foreste fluviali e nella savana.

L'uccisione di individui anziani, sia maschi che femmine, può causare una perdita di conoscenze con conseguenti danni per una famiglia di elefanti. Cambiamenti di abitudini sono già stati rilevati in studi a lungo termine sugli elefanti delle savana ma probabilmente stanno avvenendo anche nei loro cugini che vivono nella foresta pluviale.

La popolazione di elefanti sta calando a causa di un bracconaggio sempre più brutale. Nell'aprile 2016 nel Parco nazionale di Garamba, nella Repubblica Democratica del Congo, c'è stata una vera e propria battaglia tra una gruppo para-militare di bracconieri e i ranger che proteggono la fauna.

Si tratta di un parco dichiarato Patrimonio dell'umanità dall’Unesco nel 1980 ma il traffico d'avorio fa girare talmente tanti soldi che i gruppi di bracconieri hanno un addestramento militare. Questi bracconieri sono legati a un gruppo terroristico che opera nell'Africa centrale e sono spietati. Nello scontro dell'aprile 2016 tre ranger sono stati uccisi e un altro ferito, come anche il direttore del parco.

Oltre alla morte di elefanti e umani la riduzione della popolazione degli elefanti della foresta rischia di destabilizzare l'ecosistema. Ciò perché questi elefanti hanno un ruolo fondamentale nel trasportare semi di varie piante e alberi in giro per il territorio, assicurandone la diffusione.

Gli elefanti sono la specie più importante per questo territorio, poiché lo ripuliscono nutrendosi delle piante in eccesso e concimano la terra con le feci, calpestando il terreno sui cui passano. Sono tutte azioni che portano un contributo fondamentale all'equilibrio ecologico.

Già in passato ricerche sull'estinzione di animali come mammuth e mastodonti aveva mostrato una connessione con i danni ai loro ecosistemi. Qualcosa di simile in maniera inquietante potrebbe essere in atto con i pericoli che stanno correndo i loro cugini moderni.

La mattanza degli elefanti è già grave di per sé perché si tratta di animali molto intelligenti. In alcuni test in cui elefanti sono stati messi di fronte a specchi essi hanno mostrato chiari segni di riconoscersi aprendo la bocca per guardare dentro di essa, muovendosi in modo da vedere le sue varie parti ma anche spostandosi per vedere la propria parte posteriore. Pochissime specie hanno dato quel tipo di segni di elevati livelli cognitivi.

Per combattere i bracconieri c'è anche chi studia metodi che sfruttano tecnologie moderne. Un articolo pubblicato sulla rivista Tropical Conservation Science descrive l'applicazione di sistemi geografici informatici del tipo chiamato in inglese GIS (Geographical Information System) e in italiano SIT (Sistema Informativo Territoriale) assieme a droni per identificare i bracconieri e proteggere gli elefanti.

Questo studio riguarda Tsavo, una regione nel sud-ovest del Kenya dove vive la più numerosa popolazione di elefanti della nazione. La base dell'idea consiste nell'identificare i luoghi maggiormente a rischio per gli elefanti come ad esempio le loro fonti d'acqua, dove i bracconieri potrebbero attaccarli.

L'uso di droni potrebbe permettere una miglior sorveglianza delle aree a rischio. Una rapida individuazione dei bracconieri potrebbe permettere ai ranger di intervenire più velocemente o almeno di inseguirli. I sistemi informatici permettono di stabilire vere e proprie strategie di difesa di quelle aree anche analizzando statisticamente i comportamenti sia degli elefanti che dei bracconieri.

Per fortuna è ancora possibile salvare animali fondamentali per gli ecosistemi, e quindi gli ambienti in cui vivono, ma bisogna fare presto. Ogni popolazione animale ridotta e ogni ecosistema indebolito si aggiungono ai problemi ambientali già esistenti. È come una valanga sempre più violenta ed è come se noi fossimo a valle. Staremo a guardare in attesa di essere investiti o faremo qualcosa?