Nel febbraio del 1916, durante la Prima guerra mondiale, scoppiò quella che si ricorda come la Battaglia di Verdun. L’Operazione Gericht, nome in codice della Battaglia, sul fronte occidentale, fu un’imponente offensiva tedesca, violentissima, contro i francesi, nella speranza di concludere la guerra.

Verdun polverizzò ogni record: fu il più lungo combattimento della storia, quello che impegnò un numero impressionante di uomini, che ebbe il più alto numero di morti per chilometro quadrato. Piazzaforte divenuta cruciale in quei mesi, Verdun, sulla strada per Parigi, è stata difesa secondo il concetto dell’esercito francese che il nemico non doveva avanzare e che si dovesse dare la vita per ogni centimetro di terra. Consapevoli di questo, i tedeschi comandati dal generale Erich von Falkenhayn, si erano organizzati per eliminare il maggior numero di soldati francesi: se questi si fossero trovati tutti nello stesso dislocamento per cercare di fermarli, infatti, sarebbe stato possibile eliminarli con l’uso massiccio dell’artiglieria.

Difesa da colline presidiate da forti, Verdun era attrezzata da trincee lunghe fino a 5 chilometri, ma priva di pezzi di artiglieria e uomini, spostati in altre zone del fronte proprio per la considerata inattaccabilità della cittadina. I responsabili della piazzaforte, tuttavia, proprio per questo temevano un’offensiva nemica, ma il comando supremo sottovalutò il rischio di attacco. Attacco che venne preparato con cura dai tedeschi, capaci di mimetizzare i 1.220 pezzi di artiglieria, soprattutto l’obice detto Grande Berta che poteva sparare proiettili da una tonnellata e più, anche con pitture; di organizzare attacchi diversivi in altre aree; di tenere segreta l’operazione grazie ai servizi segreti. La Battaglia divenne famosa anche per l’uso, per la prima volta, del lanciafiamme.

L’esercito francese era sparuto e disorganizzato a Verdun, cosa che divenne lampante la mattina del 21 febbraio, al momento dell’attacco. I francesi arrestarono l’offensiva in più punti, ma la situazione era più che critica. Venne nominato comandante delle operazioni della piazzaforte Philippe Pétain, il futuro maresciallo di Francia, che cercò di riorganizzare le truppe, così come a breve faranno anche i tedeschi che avanzavano, ma non con la ipotizzata rapidità, perché i francesi opponevano un’incredibile resistenza. Si dovette arrivare ad ottobre per vedere la vera e propria controffensiva francese e la conseguente chiusura della Battaglia senza un reale vincitore, se non un numero impressionante di morti e l’alleggerimento sulle altre zone del fronte.

Per Verdun passò oltre il 70% dell’esercito francese, compresi Pétain e Charles de Gaulle, che era capitano di fanteria. Ritroveremo gli stessi uomini nel 1940, quando l’esercito nazista riuscì a fare capitolare la Francia conquistando proprio Verdun e volendo Pétain come garante, mentre de Gaulle portava in salvo un gruppo dei propri uomini fuggendo da Calais.