Che siate interessati al cibo, desiderosi di provare sapori nuovi o amanti della diversità, questo è senz’altro un buon momento per avvicinarsi a ingredienti ancora inesplorati.
Le alghe, ormai radicate nella cucina orientale, stanno raggiungendo le tavole occidentali dei ristoranti più rinomati e dei mercati più forniti, cercando di farsi strada tra le cucine più conservative. Si dice, che questo alimento apparentemente sconosciuto diventerà il nuovo cibo del futuro. Ricco di proteine, vitamine e sali minerali potrebbe risolvere la maggior parte dei problemi della crisi alimentare odierna, sostituendosi alle proteine più comunemente utilizzate.
A causa del riscaldamento globale, un gran numero di coste sono stata infestate dalle alghe, la cui tossicità per l’ambiente marino e costiero è particolarmente preoccupante. Tuttavia, l’uomo può cibarsene senza alcun effetto collaterale, anzi, il livello nutritivo che conferiscono al nostro organismo non è paragonabile ad alcun altro alimento.
Non si sta parlando solamente del mercato alimentare occidentale dei paesi maggiormente industrializzati, ma anche di tutti i paese sud americani e africani in via di sviluppo. Nutrendosi di questo alimento, le popolazioni rurali più povere potrebbero integrare la loro alimentazione, apportando un importante quantitativo di proteine all’interno della loro dieta quotidiana, che permetterebbe loro un maggior accesso al cibo. Infatti, sulle coste africane e sudamericane meno esposte alle forti correnti oceaniche, negli ultimi anni si è verificata una crescita piuttosto ingente di alghe rosse e brune, che per l’ecosistema marino sono una presenza pericolosa, mentre per l’uomo possono diventare un enorme ricchezza. Infatti, anche alcuni progetti del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) in Africa stanno provando a sensibilizzare le comunità rurali verso un consumo maggiore di alghe.
Perché non provare a rendere consapevoli anche i consumatori più conservatori europei e statunitensi? Se mettessimo a confronto l’impatto ambientale che ogni giorno la produzione di proteine animali apporta al pianeta, rispetto alla irrisoria coltivazione di alghe, tutti dovrebbero iniziare a integrarle nella propria alimentazione.
L’allevamento di bestiame causa un grande quantitativo di emissioni di CO2 del pianeta, da un rapporto FAO del 2013 si sostiene che il 18 % del gas serra immesso nell’ambiente derivi dall’allevamento, per non parlare della quantità di terreno, acqua e cereali che necessitano gli animali per essere allevati e portati sulle nostre tavole. Per questo, se consumassimo un maggior quantitativo di proteine vegetali, di cui le alghe sono il miglior alimento a livello di apporto di micronutrienti e proteine, potremmo non solo diminuire l’inquinamento del nostro pianeta, ma anche aiutare l’ecosistema marino.